Curato anche dai ricercatori dell'Università di Cambridge, dell'Università di Oxford e da quelli del Boston College, il programma, il più grande al mondo, durerà sei mesi e sta coinvolgendo 3.300 lavoratori appartenenti a 70 aziende nel Regno Unito. Si studia l'impatto che il nuovo modello di lavoro avrà sui livelli di produttività
Sono trascorsi ormai più di due anni dall'inizio della pandemia e per molti lavoratori le condizioni sono cambiate, tra stress legato alla propria attività professionale, perdita del lavoro stesso o difficoltà economiche, anche a causa dell'inflazione che incide sugli stipendi. Ma nelle ultime otto settimane, nel Regno Unito, migliaia di persone sono state coinvolte in un particolare programma basato sulla settimana lavorativa da quattro giorni, senza introdurre nessun taglio alla retribuzione. Un progetto che, come riporta un articolo della “Cnn”, potrebbe consentire di inaugurare una nuova era nell’ambito del lavoro.
Coinvolti 3.300 lavoratori
Fino ad oggi, viene spiegato, quello messo in atto rappresenta il più importante test al mondo legato ad una settimana lavorativa composta da quattro giorni. Prima del Regno Unito, anche l'Islanda aveva condotto un simile progetto pilota, sempre basato sulla settimana lavorativa più corta. Tra il 2015 e il 2019, il Paese aveva sottoposto 2.500 dipendenti del settore pubblico ad alcuni test. E, fondamentalmente, queste prove non avevano riscontrato un corrispondente calo della produttività. Il programma attuato nel Regno Unito, invece, dalla durata di sei mesi, sta coinvolgendo 3.300 lavoratori appartenenti a 70 aziende, impegnati a lavorare l'80% della loro consueta settimana in cambio della promessa di mantenere il 100% della propria produttività. Il programma viene gestito da “4 Day Week Global” in collaborazione con i ricercatori dell'Università di Cambridge, dell'Università di Oxford e del Boston College. I ricercatori, nell’ambito del progetto, misureranno l'impatto che il nuovo modello di lavoro avrà proprio sui livelli di produttività e, alla fine di novembre, le aziende potranno scegliere se proseguire su questa falsa riga o ritornare alla settimana “completa”.
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I feedback dei partecipanti al programma
Dopo le prime settimane, sempre secondo la “Cnn”, alcuni lavoratori hanno affermato di sentirsi più felici, più sani e maggiormente produttivi. Tra loro Lisa Gilbert, responsabile dei servizi di prestito presso una charity bank nel sud-ovest dell'Inghilterra, che ha descritto la sua nuova routine come “fenomenale”. “Posso davvero godermi il weekend adesso, perché durante il venerdì mi dedico alle faccende personali. O se voglio solo portare mia madre a fare una passeggiata, posso farlo senza sentirmi in colpa”, ha raccontato la donna, che deve badare a suo figlio e ai due genitori anziani. E nel giorno libero in più, ogni settimana, si può dedicare maggiormente alla sua famiglia. Confermando come la settimana corta le abbia letteralmente “cambiato la vita”. All’avvio del programma, però, sono state segnalate anche delle criticità. Le ha raccontate Samantha Losey, amministratore delegato di un'agenzia di pubbliche relazioni di Londra, secondo cui la prima settimana è stata “veramente caotica”. “Ad essere totalmente onesti le prime due settimane sono state davvero un pasticcio”, ha detto. Ma lei stessa e tutto il suo team di lavoro hanno trovato rapidamente il modo di far funzionare la macchina organizzativa. Ora, l'azienda per la quale lavora ha bandito tutte le riunioni interne di durata superiore ai cinque minuti, ha stabilito in 30 minuti al massimo quelle con i clienti. Dopo quattro settimane di programma, ha detto Losey, il suo team ha fatto tutto il possibile per adattarsi, ma ha ammesso anche che esiste “assolutamente” la possibilità che possa essere ripristinato un programma di lavoro su cinque giorni se i livelli di produttività diminuissero nel corso dei sei mesi di prova. “C'è una buona probabilità del 25% che non riusciremo a mantenere il programma sui 4 giorni, ma la squadra finora sta lottando incredibilmente e duramente per questo obiettivo”, ha spiegato.