
Il presidente americano ha criticato su Truth la decisione della Federal Reserve di mantenere invariati i tassi. Il suo commento arriva mentre Washington si prepara ad annunciare una nuova ondata di dazi
Tensione tra Donald Trump e la Fed che ieri ha annunciato la decisione di mantenere invariati i tassi di interesse. La scelta non è piaciuta al presidente americano che, su Truth, ha scritto: "La Fed farebbe molto meglio a tagliare i tassi, mentre i dazi statunitensi iniziano a farsi strada nell'economia. Fate la cosa giusta. Il 2 aprile è il giorno della liberazione in America!!!". La “liberazione” invocata da Trump è quella dalle importazioni da altri Paesi su cui incombono i dazi reciproci che l’amministrazione americana imporrà ai partner commerciali, tra cui l’Unione europea e quindi anche l’Italia. "Inizieremo a riprenderci parte dell’enorme ricchezza che ci è stata sottratta a causa dei tanti politici deboli, incompetenti e forse persino disonesti che ci hanno rappresentato in passato", ha spiegato il tycoon.
La decisione della Fed
La Fed, nello specifico, il 19 marzo, ha tagliato le stime di crescita e alzato quelle d'inflazione di fronte proprio alla corsa a imporre dazi sulle importazioni americane e mantenendo le previsioni di due tagli dei tassi d'interesse nel 2025. "L'incertezza sulle prospettive economiche è insolitamente alta" e "il clima economico è peggiorato decisamente", ha detto il presidente della banca centrale Usa Jay Powell dopo che il Comitato di politica monetaria ha mantenuto, come nelle previsioni, il tasso di riferimento sui Fed Funds nella forchetta compresa fra 4,25 e 4,50%. Un'incertezza legata all'insieme delle politiche annunciate dall'amministrazione Trump su migranti, regolamentazione, bilancio pubblico e soprattutto dazi. "Di sicuro - ha detto il presidente della Fed - le indagini economiche indicano che i dazi stanno facendo salire le aspettative d'inflazione": quella di febbraio al 2,8% e quella attesa dagli operatori economici salita oltre il 3% rappresentano dati che erano "molto inattesi". Un quadro, questo, che si riflette sulle nuove stime di crescita della Fed, che riducono l'espansione del Pil quest'anno all'1,7% dal 2,1% che la Fed aveva indicato a dicembre, nel 2026 a 1,8% dal 2% e nel 2027 all'1,8% dall'1,9%. "Le probabilità di una recessione sono aumentate, ma non sono alte", ha spiegato poi il banchiere.
Gli attacchi di Trump alla Fed
Gli attacchi di Trump alla Fed, comunque, non sono una novità. Già nel corso della sua prima presidenza il tycoon aveva parlato più volte della Federal Reserve come di un “nemico”, insultando anche i suoi funzionari. E il Wall Street Journal, di recente, ha scritto che "Powell si deve confrontare con la doppia minaccia del caos economico e dell’ostilità politica". Il giornale sottolineava poi come l'amministrazione Trump sia pronta a scaricare sui funzionari della Fed la responsabilità di un eventuale rallentamento dell’economia americana.

Approfondimento
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L'Ue si prepara
Intanto l'Ue si prepara. "Con il Commissario Maros Sefcovic abbiamo condiviso l’importanza di continuare ad avere un approccio pragmatico di fronte ai nuovi scenari commerciali. Dobbiamo rimanere uniti evitando escalation e lavorando sulla diversificazione delle esportazioni con i Paesi terzi. L’Italia ha già pronto un Piano strategico d’azione che presenterò domani per accelerare l’export", ha fatto sapere il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L'Ue, nello specifico, secondo emerso in queste ore, sta pensando di far entrare in vigore "a metà aprile" sia le vecchie contromisure già adottate per i dazi Usa, poi sospese e che dovrebbero essere riattivate, sia quelle nuove, riallineando i tempi.