Pensioni, le proposte dei partiti per l’anticipo

Economia

Simone Spina

Se non si farà nulla da gennaio serviranno 67 anni di età per lasciare il lavoro. Il prossimo governo dovrà sbrigarsi se vorrà trovare un meccanismo per l’uscita anticipata. Vediamo quali sono le ipotesi sul tavolo e l'orientamento dei partiti

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Quando a gennaio il signor Rossi  festeggerà i suoi 64 anni non avrà il regalo della pensione anticipata: nonostante abbia versato contributi per 38 anni, dovrà continuare ad andare in fabbrica fino al suo 67esimo compleanno. E' questo lo scenario che potrebbe verificarsi se non si modificheranno le regole sulla previdenza. Quota 102, che permette di andare via dal lavoro tre anni prima rispetto ai parametri fissati nel 2011 con la legge Fornero, vale infatti solo per il 2022. Dal primo gennaio, si torna a 67 anni.

Poco tempo per trovare una soluzione

Nei mesi scorsi il governo ha discusso soluzioni per evitare questo salto, promettendo flessibilità ma nel rispetto dei conti pubblici. Vediamo allora quali sono le ipotesi sul tavolo su uno dei temi caldi della campagna elettorale, tenendo conto che chi andrà a Palazzo Chigi in autunno difficilmente avrà il tempo per trovare una soluzione duratura.

La flessibilità cercata da Draghi

Tra le idee su cui ha ragionato l’Esecutivo uscente, c’è quella di andar via a 64 anni ma con un assegno più leggero (di circa il 10% per la maggior parte dei beneficiari) perché calcolato interamente col sistema contributivo, anziché con quello misto che spetterebbe di norma.

Donne, lavori usuranti e giovani

Questo modello, (simile a quello esistente per chi ha iniziato a lavorare dopo il ’96, ha almeno 20 anni di versamenti e un assegno di almeno 1.311 euro lordi al mese), potrebbe risultare gradito al centrosinistra. Il Pd punta a confermare e a rafforzare altre due forme di uscita anticipata, e cioè l’Ape Sociale (per chi svolge lavori usuranti) e Opzione Donna (interamente contributivo), ma anche a dare più garanzie ai giovani, le cui pensioni rischiano di essere molto basse.

Uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall’età

E’, invece, un cavallo di battaglia della Lega (e piace a Fratelli d’Italia) la pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, cioè un anno e 10 mesi prima di ora (per le donne un anno in meno). I costi, secondo il Carroccio, sarebbero sostenibili (4 miliardi il primo anno, 5 il secondo).

Via prima ed entità assegno in due fasi

Avrebbe, invece, il beneplacito dei Cinque Stelle la formula del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, cioè pensione a 63-64 anni di età con un calcolo dell’assegno in due fasi: quando si lascia il posto si prenderebbe solo in base a quanti contributi si sono versati, mentre la parte restante (retributiva) arriverebbe a 67 anni.

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