Turismo, mancano lavoratori stagionali. Rdc "ridotto" e voucher: le proposte del Ministero
Nei giorni scorsi, il ministro Garavaglia e alcune associazioni hanno lanciato l’allarme sulla mancanza di personale e sulle conseguenze che questa potrebbe avere, non solo sul settore, ma su tutta l’economia. Per risolvere il problema, si stanno studiando alcune possibili strade
Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha annunciato un tavolo per capire come risolvere il problema della carenza di personale nel settore turistico
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Garavaglia ha parlato di un deficit di 300-350mila persone, numeri simili a quelli diffusi da Assoturismo Confesercenti secondo cui questa mancanza mette a rischio circa 6,5 miliardi di euro di consumi e potrebbe causare una perdita di 3,2 miliardi di investimenti delle imprese del comparto e di 7,1 miliardi di euro di Pil
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Secondo quanto si apprende, al momento si starebbe cercando di capire cosa si può fare nell’immediato e non si starebbe quindi studiando una soluzione sul lungo termine. Le proposte al vaglio sono soprattutto tre: una revisione delle modalità con cui viene erogato il reddito di cittadinanza, la reintroduzione dei voucher e possibili permessi per gli stranieri
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Per quanto riguarda la prima di queste soluzioni, Garavaglia ha detto: “Per il reddito di cittadinanza e Naspi credo che abbiamo bisogno di un aggiustamento radicale. Propongo un'uscita graduale, ad esempio, penso che a uno stagionale glielo togliamo al 50% purché vada a lavorare"
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L’idea piace al presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: “La proposta lanciata da Garavaglia sul taglio del reddito di cittadinanza del 50% per chi trova un posto di lavoro va nella direzione giusta per favorire l'individuazione dei posti di lavoro mancanti nel mondo turistico ricettivo”. “La situazione per il comparto - ha aggiunto - è talmente pesante che ogni proposta di buon senso deve essere accolta con favore”
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Un’altra strada consiste nella reintroduzione dei voucher. Garavaglia ha detto che si può pensare di recuperarli e "rivitalizzarli” come “forma di integrazione salariale, procedendo a una razionalizzazione e a una rimodellazione dello strumento". Una modifica necessaria date le numerose irregolarità emerse negli anni passati che hanno portato ad un loro accantonamento
La terza ed ultima strada ha invece a che fare con l’immigrazione e con la possibilità di impiegare persona straniere. Come ricorda Il Sole 24 Ore, “il decreto flussi per il 2022 ha autorizzato ingressi per 69.700 lavoratori stranieri, più del doppio rispetto al tetto fissato per il 2021 (30.850). Agli ingressi per motivi di lavoro stagionale erano riservati 42mila posti”
Questo punto è, però, ancora al centro di un ampio dibattito anche all’interno del partito. Come riferisce Il Fatto Quotidiano, lo stesso Garavaglia è sembrato rettificare specificando che “è del tutto evidente che l’attenzione del governo è interamente rivolta ai lavoratori italiani” mentre Matteo Salvini ha detto che “bisogna prima togliere gli ostacoli agli italiani perché tornino a lavorare introducendo i voucher e riformando il reddito di cittadinanza”
Il problema della carenza di personale, non solo nel settore turistico, non è una novità. Secondo alcuni, all’origine c’è un disallineamento tra domanda e offerta e bisogna investire nella formazione, mentre per il segretario generale della Uiltucs-Uil Toscana, Marco Conficconi, c’entra anche il cambiamento della società. I ragazzi, dice, “sono sempre più consapevoli dei propri diritti e sarebbero anche disposti a spostarsi e a sacrificare l’estate ma solo in cambio di garanzie”
Per protestare contro “salari da fame” e la mancanza dei diritti nel settore del turismo è stato indetto uno sciopero venerdì 20 maggio. Intanto, anche a Palermo sono apparsi cartelloni con scritto “cercasi schiavo” come quelli comparsi a Lipari il primo maggio e diffusi proprio per denunciare alcune pessime condizioni contrattuali