Siccità, le misure contro lo spreco di acqua nelle ordinanze di Regioni e Comuni. FOTO
Dal decalogo diffuso a Bologna alla chiusura delle fontanelle imposta a Milano; dal divieto di fare a doccia in spiaggia a Cogoledo (Liguria) al mono shampoo dal parrucchiere a Castenaso. Ecco alcune delle ordinanze adottate dai Comuni italiani per far fronte alla grave crisi idrica che sta colpendo il Paese

Caronte continua a dominare sulla nostra Penisola. L'anticiclone africano manterrà i valori termici superiori alla media del periodo e la pioggia caduta tra Lombardia, Trentino e Friuli-Venezia Giulia nelle ultime ore non è servita a migliorare la situazione siccità. L’emergenza idrica sta portando i Comuni italiani ad adottare delle misure fai da te contro lo spreco di acqua. Ecco le ordinanze emanate in alcune città
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Bologna è una delle città che più si è attivata per far fronte all'emergenza idrica. Il Comune ha emanato un decalogo che i cittadini sono tenuti a rispettare. La prima regola consiste nel controllare il funzionamento dei propri impianti idrici al fine di individuare eventuali perdite occulte. La seconda indicazione è usare dispositivi per il risparmio idrico, per esempio i frangigetto per i rubinetti. Terza regola è annaffiare le piante con sistemi a irrigazione a goccia e temporizzati
Risparmio idrico, il decalogo del Comune per non sprecare acqua: dalla doccia alla lavatrice a pieno carico
Il decalogo del Comune di Bologna prosegue con la regola numero 4: realizzare semplici sistemi di raccolta dell'acqua piovana per l'irrigazione dei giardini. La quinta misura consiste nell'usare lavatrici e lavastoviglie sempre a pieno carico: così si risparmiano fra gli 8mila e gli 11mila litri l'anno. La regola numero 6 è preferire la doccia alla vasca da bagno nell'igiene personale. La numero 7 è non fare scorrere in modo continuo l’acqua durante il lavaggio dei denti, la rasatura della barba o la doccia
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La regola numero 8 è non utilizzare acqua corrente per il lavaggio delle stoviglie e verdure, ma solo per il risciacquo. La nona indicazione è quella di utilizzare l’acqua di lavaggio della frutta e della verdura per innaffiare le piante. L'ultima regola bolognese limita tutti gli usi non domestici dell'acqua alla fascia oraria fra le 21 e le 8. In aggiunta al decalogo si trova anche il divieto di pulire la macchina o la moto se non in un autolavaggio autorizzato
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A Castenaso, Comune da 16 mila abitanti in provincia di Bologna, il sindaco Carlo Gubellini ha imposto a "barbieri e parrucchieri di effettuare un solo lavaggio della testa ai clienti, oltre al risciacquo". Per ogni shampoo, infatti, si usano circa 20 litri d'acqua
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A Imperia (Liguria) il Comune ha imposto un tetto massimo al consumo giornaliero di acqua. A chi sgarra viene interrotto il servizio. Nella stessa regione, la città di mare Cogoledo ha imposto il divieto di fare la doccia in spiaggia
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Limitazioni all'uso privato dell'acqua anche a Voghera, vicino Pavia, sul lago di Bracciano nel Lazio, a Parma, Vicenza, Pistoia, Padova, Spoleto o Perugia. In queste località non si può usare acqua potabile per irrigare prati e giardini, né per lavare i cortili, per riempire le piscine private o le fontane ornamentali
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A Milano il sindaco Beppe Sala ha imposto la chiusura totale delle fontanelle della città. Misura simile anche a Mantova, dove il primo cittadino ha deciso di chiudere le fontanelle pubbliche a meno che non funzionino con il bottoncino da azionare all'esigenza
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Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini è stato il primo governatore a firmare il decreto per la dichiarazione dello stato d'emergenza regionale. Lo ha seguito il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha proclamato lo stato di "calamità naturale" per l’intero territorio regionale fino al 30 novembre
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