All'evento di Sky TG24, il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco ha rassicurato i genitori scettici sui vaccini anti-Covid per i bambini: "Sono stati fatti più test per questi che per quelli contro la pertosse. E non è stata segnalata nessuna reazione grave". Il rischio di sviluppare gravi complicanze nel decorso dell'infezione da coronavirus "è 10 volte più alto per chi non è vaccinato", ha aggiunto
Il 16 dicembre inizierà la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. L'obiezione principale dei genitori che non sanno se faranno vaccinare i propri figli è che sarebbero stati fatti solo 3mila test clinici, pochi per avere sicurezze scientifiche. Il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù, intervistato durante la seconda giornata di Live In Courmayeur di Sky TG24 (IL RACCONTO DELLA GIORNATA - L'EVENTO - IL PROGRAMMA - GLI OSPITI), rassicura gli scettici: "Tremila bambini sono più di quelli testati per il vaccino per la pertosse. Se consideriamo gli studi validativi sugli adulti, i numeri sono circa 20-30mila. Quindi, in proporzione, sono molti di più i bambini testati". Negli Stati Uniti, dove le vaccinazioni ai bambini sono già iniziate, "sono già stati vaccinati 4 milioni e 300mila bimbi, un numero più alto di quelli che potrebbero esserlo da noi. E nessun caso grave è stato segnalato", ha sottolineato Palù.
"Vaccini per la fascia 0-5 anni? Forse da Pasqua"
Sulla possibilità di procedere in futuro con le somministrazioni anche sotto i cinque anni, Palù dice che si dovranno "aspettare altri studi. È vero però che l'incidenza del contagio è alta anche da 0 a tre anni". Le case farmaceutiche Moderna e Pfizer, ha spiegato, stanno andando avanti con le analisi. Verosimilmente i farmaci da somministrare ai bambini da zero a cinque anni potrebbero essere pronti "il prossimo anno, forse per Pasqua", ha detto.
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Perché preoccupa la variante Omicron
L'ultimo ceppo rilevato di coronavirus, la variante Omicron, preoccupa i Paesi di tutto il mondo. Il motivo, ha detto Palù, è che "ha ben 38 mutazioni nella proteina S. Queste mutazioni, nei ceppi che sono venuti prima, sono correlate a immuno-evasività e maggior contagiosità". Ma, specifica, bisognerà però aspettare i risultati delle analisi complete sulla nuova variante per tracciare un quadro completo sulla pericolosità.
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Chi rischia di più con il Covid-19
Palù ha poi tracciato un identikit di chi rischia complicanze più gravi legate all'infezione da coronavirus: "Oggi i ricoverati sono i non vaccinati, dieci volte in più dei vaccinati. Così anche per chi entra in terapia intensiva e chi muore".
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"La medicina non è una scienza esatta come la matematica"
Alcuni partecipanti in sala all'evento di Sky TG24 hanno fatto notare a Palù come ancora oggi si sentano opinioni discordanti in tema di vaccini anche all'interno del mondo della medicina. Sul punto, il presidente dell'Aifa ha detto che "bisogna ricordare che la medicina non è una scienza esatta come la matematica, la chimica o la fisica. Ogni uomo è diverso dall'altro, anche se il nostro genoma è uguale al 99,9%. I genomi legati alla risposta immunitaria sono diversi in ognuno di noi. Inoltre, non possiamo pensare che tutto quello che diciamo sia vero in assoluto. Eppure di medicina ormai parlano tutti".