
Rapporto Caritas, nel 2020 in Italia il 44% in più di nuovi poveri. Ed è allarme usura
Nel primo anno di pandemia sono aumentate le persone in grave difficoltà economica che hanno chiesto aiuto, un terzo di questi ha continuato a essere supportato nel 2021. In crescita anche le famiglie sovraindebitate e costrette a chiedere prestiti a tassi non rifondibili a condizioni ordinarie

Allarme povertà nel Paese. La Caritas nel nuovo Rapporto 2021 sulla povertà ed esclusione sociale in Italia restituisce una fotografia dello Stivale con molte ombre. Nel 2020, primo anno della pandemia Covid, si sono registrati un 44 per cento in più di nuovi poveri; un terzo di questi ha continuato a fare ricorso agli aiuti anche nell’anno in corso. La Caritas lancia anche l'allarme usura
GUARDA IL VIDEO: Caritas, nel 2020 il 44% in più di nuovi poveri
Nel 2020, la Caritas in Italia ha complessivamente supportato 1,9 milioni di persone, una media di 286 individui per ciascuno dei 6.780 servizi gestiti dallo stesso circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali. Tra le regioni con più alta incidenza di "nuovi poveri" la Valle d'Aosta (61,1%), la Campania (57,0), il Lazio (52,9), la Sardegna (51,5%) e il Trentino Alto Adige (50,8%)
Il presidente Mattarella in visita alla Caritas di Parma
"Dei nuovi poveri seguiti nel 2020, le cui richieste di aiuto possiamo immaginare fortemente correlate alla crisi socio-sanitaria legata alla pandemia - si legge nel Rapporto - oltre i due terzi (esattamente il 70,3%) non ha fatto più ricorso ai servizi Caritas. È un dato, questo, che si presta a una lettura ambivalente. Da un lato può essere preso come un segnale di speranza e di ripartenza; al contempo però non possiamo non occuparci e preoccuparci di quel 29,7% di persone che ancora oggi nel 2021 continuano a'non farcela"
Il Papa: "Covid moltiplica povertà"
La crisi socio-sanitaria, legata alla pandemia, ha anche acuito le povertà preesistenti: cresce la quota di poveri cronici, in carico al circuito delle Caritas da 5 anni e più (anche in modo intermittente), che dal 2019 al 2020 passa dal 25,6% al 27,5%.In particolare, rispetto al contrasto alla povertà, solo in Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al pre-pandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta: 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari)
Caritas, ombra povertà anche sulle perle del turismo
Allargando, infine, lo sguardo agli assistiti complessivi del 2021 la fotografia che emerge dai primi otto mesi dell'anno (gennaio-agosto) è la seguente: cresce del 7,6% il numero di persone assistite rispetto al 2020; nel post pandemia torna a calare l'incidenza dei nuovi poveri che costituiscono il 37% del totale; il dato, se confermato, tornerebbe ad allinearsi a quello degli anni del pre-Covid-19

Una persona su cinque (19,9%), di quelle accompagnate nel 2020 dalla Caritas, dichiara di percepire il Reddito di Cittadinanza. Tra gli italiani l'incidenza dei percettori sale al 30,1%, scende invece al 9,1% tra gli assistiti stranieri. Nelle regioni del Mezzogiorno - si legge nel Rapporto - l'incidenza di chi percepisce la misura è molto più elevata (pari al 48,3%), rispetto alle regioni del Nord (23,4%) e del Centro (8,5%)

Negli ultimi dodici mesi si rafforza lo svantaggio di minori e giovani under 34. “Da anni ormai - registra Caritas - la povertà assoluta è strettamente correlata all’età, tende cioè ad aumentare al diminuire di quest’ultima tanto che l’incidenza maggiore si registra proprio tra bambini e ragazzi under 18 (13,5%), a fronte di un’incidenza del 5,4% per le persone over 65”. In valore assoluto oggi in Italia si contano 1 milione 337mila minori che non hanno l’indispensabile per condurre una vita quotidiana dignitosa

In termini di tipologie familiari, lo stato di disagio economico appare strettamente associato al numero di componenti: l’incidenza della povertà assoluta infatti passa dal 20,5% tra le famiglie con cinque e più componenti, all’11,2% di quelle con quattro; si attesta invece all’8,5% se si è in tre. La situazione si fa più critica se ci sono figli conviventi, soprattutto se si tratta di minori, e se sono più di uno: in quel caso l’incidenza sale infatti al 9,3% nelle famiglie con un solo figlio minore, al 22,7% in quelle che ne hanno tre (o più)

Rispetto alla condizione professionale, il 2020 segna un netto peggioramento delle condizioni di vita degli occupati per i quali l’incidenza della povertà sale dal 5,5% al 7,3%, con evidenti differenze in base alla posizione occupata. Per le famiglie con persona di riferimento inquadrata come operaio o assimilato il peso della povertà arriva al 13,2%, fra i lavoratori in proprio al 7,6%. Risulta stabile invece, la situazione delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,4%) o in cerca di occupazione (19,7%)

La Caritas nel nuovo Rapporto lancia l’allarme usura nel Paese, in netto aumento a causa della pandemia. “La Consulta nazionale Antiusura Giovanni Paolo II - si legge nel Rapporto - aveva stimato che già prima della pandemia almeno due milioni di famiglie sopportassero debiti non rifondibili a condizioni ordinarie. La vulnerabilità all'indebitamento patologico e all'usura si proietta sullo sfondo della recessione economica e della povertà assoluta, che hanno conosciuto un netto incremento a causa della pandemia”

Avere la casa di proprietà non esenta da una possibile condizione di disagio economico: un povero su dieci che si è rivolto nel 2020 alla Caritas è proprietario della sua abitazione. Rispetto alle condizioni abitative, infatti, il 63% vive in affitto, da privato (47,9%) o da ente pubblico (15,1%). Seguono le persone con casa di proprietà, comprese le situazioni di nuda proprietà (10,5%), i casi di chi è ospitato temporaneamente o stabilmente da amici (7,4%), di chi dichiara di essere privo di un'abitazione (5,8%) o ospitato in centri di accoglienza (2,7%)

La pandemia ha aggravato la povertà nel Paese che ha allungato la sua ombra anche su zone un tempo impensabili, come le 'perle' del turismo. Il Rapporto Caritas sulla povertà contiene uno studio sugli effetti della pandemia su 4 aree di interesse turistico: Assisi (Perugia), Ischia (Napoli), Riva del Garda (Trento) e Venezia.

In Italia, nel 2017, il turismo rappresentava il 6% del valore aggiunto nel Paese. Assoturismo stima una perdita di quasi 84 milioni di pernottamenti di turisti italiani e 157,1 milioni di turisti stranieri, con un calo degli arrivi di quasi il 62%. Il crollo delle presenze si è tradotto in una drastica contrazione della domanda di beni e servizi in diversi settori: la stima è di oltre 50 miliardi di euro