Covid, studio Bocconi: nel 2020 crollo nascite in Paesi ricchi. Italia la peggiore (-9,1%)
La pandemia ha svuotato le culle dei Paesi ricchi e con un welfare più debole: il nostro è in prima fila con una perdita di 16mila nuovi nati rispetto al 2019. La ricerca - di Letizia Mencarini e Arnstein Aassve dell'Università Commerciale Bocconi di Milano - ha analizzato i dati di 22 nazioni
La pandemia ha ridotto la natalità in molti Paesi con un’economia avanzata. È quanto emerge dai dati di uno studio pubblicato sulla rivista PNAS e realizzato da Letizia Mencarini e Arnstein Aassve, dell'Università Commerciale Bocconi di Milano
GUARDA IL VIDEO: Latte delle mamme vaccinate potrebbe proteggere i bebèSu 22 Paesi analizzati, l’Italia è in testa con una perdita in un anno, nel 2020 rispetto al 2019, di 16mila nascite: 3.500 neonati in meno in un solo mese, ossia a dicembre 2020 rispetto a dicembre 2019
Demografia, Italia invecchiata e senza figliTra i Paesi presi in esame, oltre all’Italia, anche Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Svezia, Finlandia, Usa, Germania, Francia, Spagna, Ungheria, Islanda e Israele
Istat, nel 2020 minimo storico delle nascite dall'Unità d'Italia"Abbiamo visto - ha spiegato Mencarini - che Paesi come Norvegia, Svezia, Germania, Paesi Bassi, dove c'è un welfare più generoso e gli individui hanno meno paura sul fronte occupazionale e del reddito, il calo delle nascite non c'è stato”
Paesi come Italia, Portogallo e America, invece, hanno avuto più contraccolpi a causa delle incertezze economiche e occupazionali legate alla pandemia di Covid-19. C'è già un trend negativo per le nascite, ha ricordato Mencarini, che dipende sia dal calo delle donne in età fertile e quindi dalla riduzione delle potenziali madri, sia dal calo della fecondità
La pandemia, aumentando ancora di più le disuguaglianze socio-economiche, ha portato a una perdita di reddito e prospettiva che colpisce soprattutto i più giovani, che sono quindi quelli che più facilmente rinviano il sogno di metter su famiglia. Il calo delle nascite più consistente è stato registrato in Italia con il 9,1% di nati in meno rispetto al 2019
Dietro al nostro Paese si posizionano l’Ungheria con l’8,5% in meno, la Spagna con un calo dell’8,4% e il Portogallo che ha registrato una riduzione delle nascite del 6,6%
I mesi con meno nascite sono stati dicembre 2020 e gennaio 2021 che corrispondono proprio a una discesa brusca dei concepimenti avvenuta all'inizio della prima ondata pandemica. A dicembre 2020 si sono registrati 3.500 nati in meno rispetto allo stesso mese del 2019, mentre a gennaio 2021 si è toccato un record di 5.000 nascite in meno rispetto a gennaio 2020
Mentre il calo medio delle nascite negli altri mesi 2020 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente era del 3%, a dicembre e gennaio il calo è stato decisamente molto più forte, del 21%. Dai dati preliminari sul 2021, però, ci si aspetta "una ripresa in Italia per il mese di marzo 2021, che significa che alla fine della prima ondata pandemica (giugno 2020), l'ottimismo avrebbe prevalso sulle paure e le coppie avrebbero ripreso i progetti accantonati nei mesi precedenti
Riguardo il calo delle nascita, a maggio anche l’Istat ha segnalato che il tasso di fecondità nel 2020 è sceso a 1,24 figli per donna dall'1,27 del 2019, e il fenomeno ha interessato tutte le aree del Paese da Nord a Sud. Soltanto 11 province su 107, dai dati dell’Istat di maggio, hanno mostrato un incremento delle nascite nel 2020 rispetto al 2019: Verbano-Cusio Ossola, Imperia, Belluno, Gorizia, Trieste, Grosseto, Fermo, Caserta, Brindisi, Vibo Valentia e Sud Sardegna