
Covid, l’Italia verso misure più severe in vista del Natale: le ipotesi
Nel governo ancora si discute, ma una stretta a ridosso delle festività sembra sicura. Tra le opzioni, una zona rossa nazionale in alcuni giorni (con solo i servizi essenziali aperti e spostamenti vietati) o una grande zona arancione per tutto il periodo (con negozi aperti e ristoranti chiusi). Il Cts chiede regole più rigorose per evitare una terza ondata: "Inasprire le misure e aumentare i controlli". Conte: "Qualche misura ulteriore la introdurremo". Mercoledì Boccia incontra le Regioni

Mentre il Natale si avvicina, il governo sta decidendo se adottare misure più restrittive a ridosso delle feste. Le ipotesi sul tavolo sono molte e diversi sono anche i pareri dei politici. Gli scienziati, invece, concordano: servono misure più rigorose per allontanare lo spettro della terza ondata di coronavirus a gennaio
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Una decisione in merito non arriverà prima di giovedì mattina, se non addirittura nel weekend, con un nuovo Dpcm. Prima ci sarà un confronto con i governatori (per chiudere il piano vaccini). Il ministro Boccia ha annunciato per mercoledì 16 novembre una conferenza Stato-regioni per discutere delle misure
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Lo stesso presidente del Consiglio Conte avrebbe sottolineato in più di una riunione i dubbi sul costringere gli italiani di fatto a restare a casa nelle festività. "Abbiamo già predisposto un piano per le festività natalizie. Forse qualche ritocchino ci sarà - ha spiegato il presidente del Consiglio -. Alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico qualche misura ulteriore la introdurremo. Ci stiamo riflettendo"
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"Inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre, modulandole come si ritiene opportuno". Sono queste le principali indicazioni che il Comitato Tecnico Scientifico, coordinato da Agostino Miozzo, ha messo nero su bianco al termine della seconda riunione fiume di oggi, che ha sostanzialmente confermato la necessità di potenziare il dispositivo di controllo degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping in questi giorni che precedono il Natale
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Nel verbale redatto dal Comitato si fa riferimento al rischio assembramenti ma non alle chiusure possibili o eventuali delle regioni. A destare la preoccupazione degli esperti sono soprattutto i luoghi al chiuso e quelli in cui ci si può togliere la mascherina. Sugli spostamenti, che saranno bloccati già dal 21 dicembre, il Comitato non si è espresso, lasciando di fatto la decisione al governo. La riunione, secondo quanto trapela pare sia stata piuttosto accesa. Sarà ora Palazzo Chigi a decidere eventuali nuove strette nei prossimi giorni.
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Una delle ipotesi è quella di una zona rossa nazionale dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e dal 5 al 6 gennaio
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Di fatto si tratterebbe di un lockdown, una chiusura totale del Paese con solo i servizi essenziali aperti e stretti limiti sugli spostamenti. L'ipotesi dell"arancione rinforzato", ovvero di chiudere anche i negozi ma solo nei giorni festivi, è in calo. "Dobbiamo essere chiari con gli italiani. Non possiamo confonderli", spiega una fonte di governo. "Dal 23-24-25 in poi le valutazioni che faremo porteranno l'Italia a essere di un colore unico, più intenso è il colore e più restrizioni ci sono", taglia corto il ministro Boccia
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Niente cenone di Natale, niente assembramenti, "ci aspettano tre mesi difficilissimi", l'alert del responsabile per gli Affari regionali, "la decisione che si aspetta in questo momento riguarda tre giorni, 25, 26 e 1. Ritengo che dalle giornate prefestive in poi, fino al 6-7 gennaio, è più utile per tutti chiudere il più possibile".
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In questo secondo caso, i negozi resterebbero aperti mentre i ristoranti chiusi. E sarebbero possibili gli spostamenti all’interno del proprio comune
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Le regioni più 'attenzionate' sono Veneto, Puglia e Sardegna, dove l'Rt è ancora alto. L'obiettivo è arrivare a 6-7mila casi al giorno, anche per permettere il tracciamento. "Se non si raffredda la curva rischiamo di ritrovarci a gennaio con una situazione incontrollabile", il ragionamento dei 'rigoristi'. M5s è sulla linea del premier, Italia viva ancora più netta nell'impedire ogni tipo di 'lockdown'. E salvaguardare negozi e ristoranti

Potrebbe prevalere, poi, una sorta di via di mezzo: una zona arancione nazionale dal 24 dicembre al 6 gennaio, con una zona rossa nazionale solo in alcuni giorni festivi e prefestivi (dalla vigilia a Santo Stefano, da San Silvestro a Capodanno)

“Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale, spero che in tempi brevi si possano prendere ulteriori misure per scongiurare un'ipotetica terza ondata”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza

“Dobbiamo essere più rigorosi durante le festività”, ha aggiunto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia

La stretta per le festività, quindi, appare sicura. È sul come che si sta ragionando. Da più parti è stata esclusa la possibilità di un lockdown nazionale di settimane sul modello tedesco. “In Italia la curva dei contagi è in fase calante, mentre in Germania sta salendo”, ha osservato Boccia
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Anche per quanto riguarda gli spostamenti, poi, potrebbero esserci dei cambiamenti in arrivo

In base all’ultimo Dpcm, nei giorni di festa è vietato spostarsi tra comuni. Ma si sta discutendo su una possibile deroga: potrebbero essere consentiti gli spostamenti tra piccoli comuni (sotto i 10mila abitanti), entro un certo numero di chilometri (forse 20). Per evitare esodi prima di Natale, comunque, c'è sul tavolo anche l'ipotesi di bloccare gli spostamenti dal 19 dicembre

Nella maggioranza, comunque, ancora si discute sulle misure. L’ipotesi della zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi non vede d'accordo tutti. E poi c'è il nodo ristori: la chiusura di negozi, bar e ristoranti porterebbe i gestori a chiedere un ulteriore sostegno economico

Ma la necessità della stretta, ha spiegato il Cts, è legata all'impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall'altro a dati dell'epidemia ancora “preoccupanti”. “Bisogna estendere le misure, altrimenti a gennaio saremo nei guai”, hanno detto gli esperti. E hanno esortato a potenziare i controlli sul rispetto delle misure già in vigore

Il Cts, quindi, opterebbe per la zona rossa, magari con alcune modifiche: ad esempio, potrebbe essere consentito uno sfogo all’aperto per i bambini
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Tra chi preme per istituire una zona rossa che vieti gli spostamenti non essenziali fuori dalla propria abitazione ci sono il Pd e Roberto Speranza

L’opzione della zona rossa totale è considerata troppo severa, invece, da Italia Viva

Le Regioni, che spingevano per un allentamento delle maglie, si trovano ora di fronte alla prospettiva di un inasprimento. Il più esplicito è stato il presidente della Liguria Giovanni Toti, che ha detto “no” a misure omogenee in tutto il Paese, rivendicando i dati da zona gialla del suo territorio. “Trovo surreale l'idea di un nuovo lockdown per Natale, preannunciato dal governo quasi con piacere penitenziale. Come se si dovessero punire gli italiani che hanno voglia di acquistare qualche dono per rendere meno amare queste feste”, ha aggiunto

Molto severo con gli assembramenti, invece, il presidente del Veneto Luca Zaia. La sua regione è alle prese con un'impennata dei contagi. “Ho visto uno spettacolo immondo. È un mondo vomitevole, una cultura strisciante e non imperante secondo la quale questo è il virus dei vecchi e che se la vedano loro”, ha detto

Intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato a invocare “uno sforzo collettivo”, in questo caso a livello mondiale, perché – ha detto – solo esso e “solo un multilateralismo efficace, potranno consentire alla Comunità internazionale di superare questa emergenza”