
Covid, ecco i 21 indicatori che assegnano il colore e il grado di rischio alle regioni
Sono i parametri che determinano il grado di emergenza di un territorio, sulla base dei quali viene definito il livello giallo, arancione e rosso. L'indice più importante resta l'Rt, ma sono tanti i fattori che servono a decidere il pericolo di allerta. Ecco quali sono

Si è parlato a lungo dei 21 indicatori che determinano lo stato di emergenza di una regione in relazione al livello di pericolo della pandemia da coronavirus sul relativo territorio. In base a queste linee guida si determina se una regione è gialla, arancione o rossa. Ecco quali sono gli indicatori
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Questi 21 parametri sono stati stabiliti per la prima volta dal DM del 30 aprile 2020 che individua le soglie critiche, i valori di allerta e le fonti dati da cui si ricava il rischio epidemico di una regione
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Innanzitutto va precisato che i valori degli indicatori vengono aggiornati “almeno settimanalmente”, attraverso il “Rapporto sul monitoraggio della pandemia” dal Ministero della Salute che verifica se sono state superate certe soglie di sicurezza
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Va detto anche che non tutti gli indicatori hanno lo stesso peso. Il più importante resta l’Rt (il numero medio di persone contagiate per ogni persona contagiata). Finché l’Rt resta sotto 1,25 la regione rimarrà gialla a prescindere dagli altri indicatori
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Ci sono poi altri due valori fondamentali nell’assegnazione del grado di emergenza: l’occupazione dei posti letto in area medica e quelli in terapia intensiva

I 21 indicatori possono essere suddivisi in 3 gruppi che riguardano: la “capacità di monitoraggio”, la “capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione” e la “trasmissibilità dei contagi e la tenuta dei servizi sanitari”. Eccoli nel dettaglio

Il primo gruppo ne conta 6, volti a determinare la “capacità di monitoraggio”, ovvero la qualità dei dati e dei sistemi di sorveglianza, tenendo conto di alcuni valori, elencati di seguito

1. Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo

2. Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo

3. Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo

4. Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo

5. Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale)

6. Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale)

Il secondo gruppo serve a valutare la “capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione”, vale a dire la prontezza della determinata regione a rintracciare i casi sospetti e di garantire risorse adeguate per il contact-tracing, l’isolamento e la quarantena. Anche qui si tengono d’occhio 6 valori

1. Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting per mese

2. Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi

3. Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale)

4. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing

5. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento

6. Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati

Il terzo e ultimo gruppo serve a monitorare la “trasmissibilità dei contagi e la tenuta dei servizi sanitari”, ovvero la rapidità di diffusione del virus su un dato territorio e l’eventuale sovraccarico dei sistemi sanitari e assistenziali offerti. In questo caso sono 9 i valori da prendere in considerazione

1. Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni

2. Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata Iss considerando la data di inizio sintomi e quella di ospedalizzazione

3. Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net per settimana (opzionale)

4. Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 per giorno

5. Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito)

6. Numero di nuovi casi di infezione confermata da Sars-Cov-2 per eegione non associati a catene di trasmissione note

7. Numero di accessi al pronto soccorso con classificazione Icd-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a Covid-19 (opzionale)

8. Tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva (codice 49) per pazienti Covid-19

9. Tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti Covid-19