Sondaggio, per il 67% degli italiani il cambiamento climatico è una priorità globale
Il 61% ritiene insufficiente l’azione di contrasto all’emergenza climatica da parte dell’Italia, intesa come sistema Paese e non solo come governo Meloni. Due italiani su tre si dicono disposti a fare delle rinunce per migliorare il clima: il 34% direbbe addio alla carne nell’alimentazione, il 33% all’auto e il 29% all’aereo. Ma solo il 30% conosce i temi della Cop28. Il 47% è favorevole al ritorno del nucleare. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio Quorum/YouTrend per Sky TG24
- Per due italiani su tre (67%) il cambiamento climatico è un tema prioritario tra le questioni internazionali, secondo solo alla pace e alla sicurezza globale (76%). Emerge dall’ultimo sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky TG24. Poi ci sono la crescita dell’economia e del commercio (56%) e l’eliminazione della fame nel mondo (41%)
- Seguono, tra le opzioni sondate, la diffusione della democrazia (25%) e la conservazione del patrimonio culturale (21%)
- Se la pace e la sicurezza globale sono considerate in cima alla lista dall’80% di chi ha più di 55 anni, tra gli under 35 è invece il cambiamento climatico a imporsi come questione più importante (71%)
- La percentuale più alta di chi considera la conservazione del patrimonio culturale come un tema prioritario è tra chi ha tra i 35 e i 54 anni (26%)
- Il cambiamento climatico supera di misura la pace fra gli elettori del MoVimento Cinque Stelle (72% a 71%). Lo considera prioritario il 78% di chi vota Pd
- La diffusione della democrazia è particolarmente sentita tra i supporter dei dem (36%), la conservazione del patrimonio culturale dagli elettori di centrodestra dei partiti diversi da Fratelli d’Italia (27%)
- Parlando della Cop28 di Dubai, emerge che solo un italiano su tre (30%) sa indicare correttamente l’argomento di cui si occupa la Conferenza: “Misure per combattere il cambiamento climatico”. Il 42% dà una risposta errata e il 28% dichiara di non saperlo proprio. Fra le parti politiche, i meglio informati sono gli elettori Pd (il 52% sa dire cosa che cos'è la Cop)
- Chi ha la maggiore responsabilità nel contrasto al cambiamento climatico? Per il 38% degli intervistati è il governo. Poi ci sono le grandi imprese (24%), i singoli cittadini (15%), le organizzazioni non governative (6%) e le piccole e medie imprese (4%)
- Solo il 30% dei partecipanti al sondaggio valuta come "sufficiente" l’azione dell’Italia – intesa come sistema Paese - nell'affrontare il cambiamento climatico. Per il 61% è insufficiente
- Su questo dato emerge un forte divario di genere (il 34% degli uomini la giudica sufficiente, contro il 26% delle donne) e politico: meno di un elettore di opposizione su quattro la giudica sufficiente (Pd 19%, M5S 23%), mentre fra gli elettori di maggioranza la valutazione maggioritaria è sufficiente (FdI 54%, altri partiti 61%). Il divario è significativo: nella domanda non veniva citato il governo Meloni, ma solo “l’Italia” in generale
- Le azioni del Vaticano per contrastare il cambiamento climatico sono "molto" o "abbastanza" rilevanti per il 37% degli intervistati. Il 53% pensa invece che lo siano "poco" o "per nulla"
- Sono soprattutto i pensionati (48%) a credere nell'efficacia dell'azione del Vaticano. Del parere contrario è la maggioranza degli occupati (60%)
- Le stesse percentuali riscontrate relativamente alla rilevanza delle azioni del Vaticano le si ritrova parlando dell'azione dei giovani attivisti, come ad esempio Fridays for Future: per il 37% degli intervistati sono rilevanti, per il 53% no
- La differenza è perlopiù anagrafica: il 43% dei giovani giudica rilevante l’azione dei gruppi di attivisti, percentuale che scende fra gli over35
- Gli elettori del Pd sono quelli che credono di più nella rilevanza degli attivisti (53%). Quelli di Fratelli d'Italia (69%) sono convinti del contrario
- Posti di fronte alla possibilità di fare sacrifici per contrastare in prima persona il cambiamento climatico, il 68% degli italiani indica almeno un’opzione, mentre il 21% dice che non sarebbe disposto a fare sacrifici e l’11% non sa. I tre sacrifici indicati come i più percorribili: dire addio alla carne, all'auto o all'aereo
- La rinuncia più gettonata è quindi quella alla carne nell’alimentazione (34%), particolarmente indicata dai laureati (45%)
- La seconda opzione più scelta, quasi appaiata, è la rinuncia a spostarsi in auto (33%). Questa è la strada più scelta dai giovani (51%), mentre la sua percentuale diminuisce drasticamente con l’età. Si tratta anche dell’opzione più gettonata da parte degli elettori del Pd (48%), sintomo di un elettorato più concentrato nei grandi centri urbani con sistemi di trasporto pubblico migliori
- Una altro grande tema legato all'ambiente è la possibilità di tornare a produrre energia nucleare in Italia. Per il 47% di chi ha partecipato al sondaggio è una buona idea. Il 33% è contrario, il 20% non sa
- Gli elettori del MoVimento 5 Stelle sono i più contrari (49% contro, 44% a favore), mentre fra gli elettori del Pd i favorevoli superano di poco i contrari (46% a 40%). Nettamente favorevoli, invece, gli elettori di centrodestra, con percentuali vicine al 75%
- Guardando a quali potrebbero essere gli esiti di un eventuale voto, rispetto a cinque settimane fa (6 novembre) prosegue ancora il calo del MoVimento 5 Stelle (-0,7%), ora al 13,5%. Nel centrodestra cala FdI (-0,6%, sotto il 29%), pur mantenendosi primo, che però è compensato dalla crescita della Lega (+0,4% al 9,9%) e di Fi (+0,2% al 6,2%). In crescita Avs (+0,5%, ora al 3,7%) e Iv (+0,6%, 3,2%) che restano comunque sotto la soglia di sbarramento del 4% delle Europee. Subito sopra invece Azione (4,1%)
- Sempre rispetto al 6 novembre, cresce la fiducia degli italiani in tutti i principali esponenti politici (tranne Matteo Salvini, che resta stabile). Migliorano quindi Elly Schlein (25%, +3%), Carlo Calenda (18%, +2%) e Matteo Renzi (14%, +2%). Crescita di misura anche per la premier Giorgia Meloni (37%, +1%) e per Giuseppe Conte (36%, +1%)
- Migliorano poi i giudizi sul governo, positivi nel 39% dei casi (+2% sul 6 novembre). La maggior parte degli intervistati ha però ancora un giudizio negativo (54%)
- Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 6 e il 7 dicembre 2023 su un campione di 805 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%