
L'Italia e l'Europa sono sommerse da prodotti chimici potenzialmente dannosi alla salute dell'uomo: ogni 1,4 secondi l'industria mondiale sviluppa un nuovo composto e ogni anno sono 1000 le nuove sostanze che vengono introdotte sul mercato. Questo il quadro allarmante descritto dagli esperti della Società italiana di endocrinologia (Sie)

Una sostanza dannosa prodotta dalle industrie ogni 1,4 secondi, questo ha appurato la Società italiana di endocrinologia (Sie) che, dal congresso in corso a Roma ha lanciato un appello alla Commissione europea: "È necessaria subito una revisione del regolamento per allungare la lista delle sostanze bandite e prevenire danni alle generazioni attuali e future", avvertono la presidente Sie Annamaria Colao ed il presidente eletto Gianluca Aimaretti
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Stando alle stime Eurostat, nella sola Unione Europea si producono 300 milioni di tonnellate di sostanze chimiche ogni anno e se ne consumano 200.000 tipi diversi. Sono fino a 12.000 le sostanze considerate pericolose per la salute o l'ambiente: presenti in tre prodotti su quattro di larghissimo utilizzo, dai pannolini alle vernici ai prodotti per la pulizia
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Molte di queste sostanze sono interferenti endocrini, ovvero composti che alterano il funzionamento del sistema endocrino e gli equilibri ormonali, con effetti negativi per la salute di adulti e bambini come malformazioni congenite, disturbi dello sviluppo neurologico o della riproduzione, tumori, diabete e obesità
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Negli ultimi 13 anni nell'Unione Europea sono state vietate circa 2.000 sostanze ma serve ora un'accelerazione, affermano gli esperti, per regolamentare i tantissimi interferenti endocrini che minacciano la salute dei cittadini. Da qui l'appello alla presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, di aggiornare, prima che decadano i mandati dell'attuale Parlamento europeo e della Commissione, il regolamento europeo 1907/2006 Reach concernente la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche

"É fondamentale che la revisione sia adottata nell'ambito dell'attuale mandato politico della Commissione europea e del Parlamento europeo. Ritardare ulteriormente la revisione del Reach determinerà il persistere di un elevato livello di esposizione della popolazione ai cosiddetti interferenti endocrini, cioè sostanze chimiche capaci di alterare la funzione del sistema endocrino, con conseguenze più gravi in particolar modo per i soggetti più vulnerabili, come donne in gravidanza e bambini", avvertono Colao e Aimaretti

Gli endocrinologi sottolineano come queste sostanze chimiche, che includono per esempio bisfenoli, ftalati e perfluoroalchiliche (PFAS), si trovino in numerosissimi oggetti di uso comune fra cui imballaggi, bottiglie di plastica e giocattoli. Sono sostanze pervasive e comportano gravi conseguenze sul sistema endocrino

Oltre alla perdita di vite umane e animali, gli interferenti endocrini sono anche legati a notevoli costi economici sostenuti dai cittadini dell'Unione: alcune stime hanno collegato le esposizioni alle sostanze a circa 157 miliardi di euro di spese sanitarie effettive e di perdita di potenziale di guadagno

I cittadini europei hanno però già iniziato a prendere coscienza della pericolosità di queste sostanze: secondo un sondaggio condotto dalla Commissione Europea nel 2020, l'84% è preoccupato per l'impatto sulla salute dei composti chimici e il 90% per l'impatto sull'ambiente

Sebbene le conoscenze scientifiche stiano aumentando, ci sono ancora molte lacune e gli endocrinologi chiedono che sia potenziata anche la ricerca, perché per molte sostanze sono ancora scarsi i dati circa le soglie di pericolosità e restano in gran parte da riconoscere e definire le conseguenze dell'esposizione a cocktail di prodotti chimici diversi, anche in quantità sotto soglia

"L''auspicio - concludono gli esperti - è che si prosegua sulla strada tracciata dalla Commissione con la Strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili di ottobre 2020, in cui si fa riferimento a una produzione, sin dalla fase di progettazione, sostenibile e sicura sia per la salute umana sia per l'ambiente"
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