L’organizzazione per la tutela dell’ambiente ha voluto fare chiarezza su false informazioni che stanno circolando dopo la distruzione e i disagi causati dal maltempo nella regione. Dalle nutrie alla manutenzione dei fiumi, la lista delle notizie false
Il Wwf, l'organizzazione internazionale non governativa per la tutela dell’ambiente, ha voluto fare chiarezza smontando alcune fake news, ossia notizie false, circolate dopo l’alluvione che ha provocato vittime, numerosi danni e disagi all’Emilia Romagna. "Chi sostiene tesi in contrasto con la scienza e l'evidenza dei fatti", denuncia il Wwf, "si assume una responsabilità enorme rispetto alle prossime tragedie”. Di seguito la lista di 10 false informazioni
Per prevenire disastri serve dragare i fiumi e scavare in alveo - Il Wwf smentisce spiegando che l'alveo di gran parte dei fiumi italiani si sta abbassando sia per il minor apporto di sedimenti dato da briglie e dighe che ne interrompono la continuità, sia per il massiccio prelievo di inerti nei decenni scorsi. Dragare i fiumi, abbassandone la quota altimetrica, può creare fenomeni franosi a monte mettendo a rischio la stabilità dei ponti a valle
Per evitare inondazioni bisogna pulire gli alvei tagliando la vegetazione - Per l’organizzazione è corretto togliere tronchi e rami morti dagli alvei, specie in corrispondenza dei ponti, ma non tagliare la vegetazione che cresce sulle rive ed è fondamentale per la stabilità dei fiumi. Garantisce infatti la capacità autodepurativa degli ecosistemi fluviali, rallenta la velocità dell'acqua durante le piene, mantiene l'ombreggiatura e attenua i periodi di siccità
Non c'è stata manutenzione dei fiumi - Per il Wwf, in realtà si fa fin troppa manutenzione, il problema è che si fa male. Parte delle Regioni italiane, tra cui l'Emilia-Romagna, appaltano a privati la rimozione dei sedimenti o il taglio della vegetazione, con i lavori che si sostengono con il valore del materiale estratto o tagliato. Per l'organizzazione, si interviene "dove e quando conviene ai privati, con interventi grandemente sovradimensionati che distruggono la vegetazione" delle rive
Bisogna rettificare i fiumi per evitare le inondazioni - Se viene fatto, si riduce la lunghezza complessiva dei fiumi aumentandone la pendenza e la velocità di deflusso. E così l'energia dei fiumi nei periodi di piena sarà maggiore
La colpa delle inondazioni e del dissesto idrogeologico è delle nutrie ed altri animali - Il 94% dei Comuni italiani è a rischio dissesto per frane e alluvioni e in gran parte di essi nutrie e altri animali fossori non sono presenti. Vero è che localmente le tane scavate negli argini di dimensioni minori possono intaccarne la solidità, per questo sono ben note soluzioni che prevengono lo scavo. Alcuni degli argini o dei “muri” di contenimento hanno ceduto durante la tragedia dell’Emilia-Romagna per problemi strutturali dovuti a difetti di costruzione
Per evitare inondazioni serve innalzare gli argini lungo tutto il reticolo idrografico - Gli argini artificiali sono essenziali per proteggere insediamenti urbani e centri storici, ma la loro altezza è già al limite e non si possono rialzare ulteriormente; è semmai necessario ampliare le aree di esondazione, prevedendo dove possibile di spostare gli argini, in modo da ridare spazio ai fiumi
Servono casse di espansione - Le casse di espansione possono ospitare parte dell’acqua in eccesso durante le piene e restituirla una volta che la piena è passata. Tuttavia, dovrebbero essere un’estrema ratio perché sono una soluzione meno efficace rispetto a interventi diffusi basati sulla natura in un’ottica di adattamento al cambiamento climatico
Servono grandi dighe per evitare disastri come questi - Le grandi dighe possono contenere le piene di un singolo fiume o di un singolo bacino a monte; sempre che nel momento del bisogno non siano già piene. La Romagna è dotata di una delle più grandi dighe d’Italia. Inoltre, le dighe hanno l’effetto di limitare il trasporto di sedimenti al mare, aumentando così l’erosione costiera e richiedendo centinaia di milioni di euro ogni anno per il ripascimento artificiale delle spiagge
Servono più infrastrutture - Quasi il 10% del territorio italiano è già cementificato, incluse le aree a rischio inondazione. Questa situazione è particolarmente grave in Emilia-Romagna. Inoltre, in gran parte dei fiumi italiani, le infrastrutture hanno sottratto spazio al naturale alveo dei fiumi, limitando lo spazio per le piene e aumentando il rischio per le comunità. Ovviamente sono utili difese e infrastrutture ben pianificate nei centri urbani che, in molti casi possono essere ben inserite nel tessuto urbano anche con interventi di drenaggio sostenibile
Il cambiamento climatico non c’entra nulla - Il cambiamento climatico causato dalle emissioni di gas serra da parte delle attività antropiche ha già portato a un aumento medio di oltre 1°C delle temperature medie globali, sta avendo effetti particolarmente intensi sul bacino del Mediterraneo, alterando fortemente i cicli idrologici, allungando i periodi di aridità alternati da brevi periodi di piogge intense, sempre più frequenti e dove la quantità di precipitazioni che un tempo cadeva in mesi ora cade in pochi giorni