Covid, richiamo in autunno con un vaccino adattato: cosa significa

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Come spiegato dal direttore generale dell'Aifa, Nicola Magrini, "il vaccino pan-coronavirus è l'obiettivo: avrà tempi più lunghi ma non troppo più lunghi. Intanto arriveremo al prossimo richiamo con un vaccino adattato, con o senza virus influenzale, in autunno”. Ecco cosa significa e cosa potrebbe succedere entro l'estate

Nella lotta al Covid-19 “il vaccino pan-coronavirus è l'obiettivo: avrà tempi più lunghi ma non troppo più lunghi. Intanto arriveremo al prossimo richiamo con un vaccino adattato, con o senza virus influenzale, in autunno”. Così, il direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Nicola Magrini, ha parlato di quello che potrebbe aspettarci nei prossimi mesi. Ad oggi, ha spiegato invece Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, “stiamo utilizzando ancora vaccini basati sul virus originale e che comunque mostrano capacità alta contro la malattia grave. Molte aziende stanno mettendo a punto vaccini che contengono oltre al virus Wuhan anche Omicron. Credo che durante l'estate i nuovi vaccini adattati verranno sottoposti alla valutazione dell’Ema”. Cosa significa tutto ciò?

Le aziende al lavoro su un vaccino aggiornato

Come sottolineato anche dal quotidiano “La Repubblica”, attualmente la quarta dose, prevista in Italia per soggetti immunocompromessi, per over 80, ospiti delle Rsa e fragili dai 60 anni in su, viene eseguita con i vaccini del 2021, ovvero quelli preparati con il coronavirus originario di Wuhan. Nessuna delle aziende produttrici ha ancora messo a punto una versione definitiva ed aggiornata per le varianti del Sars-Cov-2 che si sono manifestate nel corso del tempo, sebbene i vaccini in uso risultino comunque largamente efficaci nel prevenire la malattia grave, pur proteggendo poco dal contagio con Omicron. Ma se, come anticipato da Magrini, in autunno sarà previsto un nuovo giro di iniezioni, il discorso potrebbe cambiare. Attualmente società come Pfizer, Moderna e Novavax, i cui vaccini anti-Covid sono utilizzati in Europa, stanno lavorando su un vaccino aggiornato, in ottica soprattutto della nuova variante e delle relative sotto-varianti. Pfizer e Moderna, in particolare, hanno anche già iniziato le sperimentazioni sull’uomo e l'Agenzia europea per i medicinali (Ema), valuterà i dati relativi a sicurezza ed efficacia presumibilmente entro giugno. Momento nel quale si comprenderà meglio se effettivamente occorra mettere in produzione un nuovo vaccino o meno. Secondo Marco Cavaleri, responsabile dell'Ema per i vaccini e i farmaci anti Covid, “una possibile approvazione potrebbe arrivare in estate”.

Le prime valutazioni

Come, nello specifico, si adatteranno i vaccini? La sequenza dell'Rna, sottolinea ancora “La Repubblica”, ovvero quella che viene iniettata nel corpo va in qualche modo modificata, per risultare fedele a quella della proteina Spike della nuova variante, dopo che la stessa ha raccolto una trentina di mutazioni rispetto agli inizi della pandemia. I primi dati ottenuti dai test sugli animali, per ora, non hanno dimostrato un decisivo guadagno in termini di efficacia con il vaccino adattato a Omicron. Ma sebbene i dati sugli animali siano di solito fedeli a quelli della nostra specie, servirà la sperimentazione sugli uomini per avere maggiori certezze. Moderna, come detto, sta somministrando a pazienti volontari un vaccino “bivalente”, contenente cioè metà dose del vaccino 2021 e metà di quello aggiornato. Per l'estate del 2023, tra l’altro, la stessa società vorrebbe proporre un prodotto che contenga sia gli antigeni del Covid sia quelli dell'influenza, così da proporre in una volta sola un vaccino unico per entrambe le infezioni. Pfizer invece sta sperimentando solo il vaccino aggiornato, con l’idea che sia pronto entro l'estate. Spetterà alle autorità regolatorie, in definitiva, esprimersi per far luce sulla questione.

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