Secondo Albert Bourla, il Ceo dell’azienda farmaceutica, il richiamo dovrà essere esteso a tutti entro la fine dell’anno. La decisione, tuttavia, dipenderà anche dai pareri espressi da enti come la Fda e i Cdc
La quarta dose del vaccino contro il coronavirus Sars-CoV-2, al momento prevista sono per gli immunodepressi, sarà necessaria per tutti. A sostenerlo, in un’intervista al programma “Face the Nation”, è stato Albert Bourla, il Ceo di Pfizer. Il numero uno del colosso farmaceutico ha sottolineato che la dose booster ha permesso di ridurre in modo sensibile i ricoveri e i decessi, ma la protezione fornita contro le infezioni si è rivelata meno duratura del previsto. Bourla ha sottolineato che i dati raccolti finora sono stati forniti alla Food and Drug Administration (Fda), l’ente governativo statunitense che gestisce la regolamentazione dei prodotti farmaceutici. Per capire se una quarta dose sarà effettivamente necessaria, infatti, sarà importante ascoltare anche l’opinione di esperti non legati a Pfizer.
Pfizer lavora a un nuovo vaccino
Bourla ha dichiarato che in questo momento è importante coordinarsi, non solo con la Fda, ma anche con l’industria farmaceutica nel suo complesso e con i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). “In questo modo forniremo agli americani e al mondo un quadro coerente e non confuso”, ha sottolineato. Ha poi reso noto che Pfizer è al lavoro su un vaccino in grado non solo di proteggere contro tutte le varianti (Omicron inclusa), ma che possa garantire almeno un anno di protezione dal Covid. “Se ci riusciremo, a quel punto potremo tornare alla vita a cui eravamo abituati” ha osservato. Durante un altro intervento, Bourla aveva osservato che in un ambiente caratterizzato dalla variante Omicron è necessario “aumentare la risposta immunitaria”.
Quando verrà presa una decisione sulla quarta dose in Italia?
In Italia, una decisione sull’eventuale somministrazione della quarta dose potrebbe arrivare nei prossimi mesi. Guido Rasi, consulente del commissario Figliuolo ed ex direttore esecutivo dell’Ema, ha spiegato che per fare una valutazione consapevole bisognerà considerare i casi di reinfezione e le caratteristiche dei pazienti che contrarranno di nuovo il Covid. Sarà anche necessario capire con precisione la durata della protezione fornita dalla terza dose. Considerando che queste valutazioni dovrebbero richiedere almeno 3-4 mesi, è probabile che una risposta definitiva sulla quarta dose non arriverà prima di giugno.