Elezioni regionali Sicilia 2017: quando e come si vota

Politica

Matteo Furcas

L'urna delle ultime elezioni regionali in Sicilia, nel 2012 (Foto d'archivio LaPresse)

Il 5 novembre, oltre 4 milioni di elettori sono chiamati alle urne per scegliere il prossimo governatore della Regione autonoma ed eleggere i deputati della nuova assemblea. Seggi aperti dalle 8 alle 22 - LO SPECIALE - I RISULTATI

Domenica 5 novembre gli elettori siciliani sono chiamati alle urne per scegliere il nuovo governatore e rinnovare l’assemblea regionale. Sono cinque i candidati alla poltrona di Palazzo d’Orléans, che si contendono la successione alla carica di Rosario Crocetta, che non si è ricandidato per la presidenza ma solo come deputato ed è stato escluso dalla consultazione per ritardi nella presentazione dell’unica lista in cui era inserito. Le elezioni regionali in Sicilia sono considerate particolarmente importanti e delicate in ottica nazionale, dal momento che si tratta dell'ultimo voto prima delle politiche che si terranno nella primavera 2018. Un test per tutti i partiti, per verificare i consensi in attesa della partita per Palazzo Chigi.

Quando e come si vota

Le urne siciliane saranno aperte dalle ore 8 alle ore 22. Circa 4 milioni e 600mila elettori sono chiamati ai seggi. Ai cittadini che andranno a votare, muniti di tessera elettorale e un documento di identità, verrà consegnata una scheda gialla, suddivisa in rettangoli, ognuno corrispondente a una lista provinciale. Di fianco a questi è indicato il nome del capolista della lista regionale collegata, candidato alla carica di presidente della Regione. L’elettore dovrà barrare con una "x" la lista provinciale prescelta e potrà esprimere una preferenza per il deputato regionale, scrivendo il nominativo del candidato. Sulla destra segnerà poi con un’altra "x" il nome del candidato alla presidenza di regione o il simbolo della sua lista, oppure entrambi. È valido il voto disgiunto: sarà possibile votare per una lista regionale e una provinciale non collegate fra di loro. Se l’elettore dovesse votare soltanto per una lista provinciale, il voto andrà automaticamente alla lista regionale ad essa collegata.

L'elezione del governatore

Dal 2001 l'elezione dell’inquilino di Palazzo d’Orléans è diretta e a suffragio universale, secondo quanto stabilito dalla legge costituzionale n. 2/2001, che ha modificato l’articolo 9 dello Statuto della Regione Siciliana. Fino ad allora il presidente della Regione era eletto a maggioranza assoluta dai componenti dell’Assemblea regionale. Non è previsto alcun ballottaggio: vincerà il candidato che raccoglierà la maggioranza dei voti. Il quadro legislativo di riferimento per le elezioni siciliane resta la legge regionale n. 29 del 20 marzo 1951, con le modifiche introdotte da due norme regionali nel 2005 e nel 2007.

L’elezione dei deputati dell'Assemblea regionale

Oltre al Presidente di regione, i cittadini eleggeranno i membri dell'Assemblea regionale chiamati, solo in Sicilia, deputati, in virtù del suo Statuto speciale. Per la prima volta scende il numero degli eletti: non saranno più 90 ma 70, dopo le modifiche introdotte dalla legge costituzionale n. 2 del 7 febbraio 2013.  Dei 70 deputati, 62 saranno designati con metodo proporzionale su base provinciale, con liste collegate a una lista regionale per la quale è prevista una soglia di sbarramento fissata al 5%. Vista la modifica del numero totale di deputati da eleggere, è stata fatta una revisione della distribuzione dei seggi su base provinciale, secondo il criterio della popolazione: le province con più abitanti eleggono sempre proporzionalmente più deputati (vedi la mappa sotto, ndr), ma con numeri rivisti rispetto al passato. Il calcolo della popolazione considerato valido è quello dell’ultimo censimento ufficiale, realizzato nel 2011.

La suddivisione dei seggi per provincia

Dei restanti otto deputati da eleggere, sette - compreso il presidente - fanno parte del cosiddetto listino (la lista regionale del candidato presidente). Si tratta di una lista bloccata che funziona come una sorta di premio di maggioranza per il vincitore della tornata elettorale. L’ultimo seggio, infine, spetta al candidato arrivato secondo nella consultazione.

I candidati

La corsa alla carica di governatore della Sicilia è una sfida a cinque. Il centrodestra è unito sul nome di Nello Musumeci, sostenuto dal movimento civico #DiventeràBellissima e da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, a cui si aggiungono altre forze di centrodestra come Cantiere Popolare, MpA, Nuovo CDU, Movimento Sicilia Nazione e Idea Sicilia. Per il centrosinistra il candidato è Fabrizio Micari, attuale rettore dell’Università di Palermo, carica da cui si è messo in congedo per concentrarsi sulla campagna elettorale. Lo sostengono Partito democratico e Alternativa Popolare di Angelino Alfano, insieme al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Centristi per la Sicilia, Sicilia Futura, con una lista insieme ai socialisti di Riccardo Nencini, e il Centro Democratico di Bruno Tabacci. Giancarlo Cancelleri è il candidato che il Movimento 5 Stelle ha scelto con il metodo delle primarie online. Fa già parte dell’Assemblea regionale siciliana dalle elezioni del 2012, quando si candidò per la carica di presidente della Regione ma non vinse. Alla guida dell’area di sinistra che ha scelto di non coalizzarsi con il Partito Democratico c’è Claudio Fava, figlio del giornalista Pippo Fava ucciso dalla mafia. È appoggiato dai bersaniani di Articolo 1-Mdp, Sinistra Italiana, Possibile, e Verdi. Per lui anche altre forze di sinistra come Prc e Pci. A completare la cinquina Roberto La Rosa per la formazione politica indipendentista Siciliani Liberi.

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