Il responsabile della comunicazione del colosso di Menlo Park ed ex vicepremier inglese nel governo guidato da David Cameron ha parlato di varie tematiche legate al mondo della tecnologia, in un incontro presso l’università Luiss di Roma
La tecnologia potrà rendere il nostro, un mondo migliore? Evidentemente sì, almeno secondo l’idea di Nick Clegg, responsabile della comunicazione di Facebook ed ex vicepremier inglese nel governo guidato da David Cameron, che ha partecipato ad un incontro presso l’università Luiss di Roma. "Facebook è consapevole delle proprie responsabilità e dei propri errori. Vogliamo collaborare con l'Ue e i governi del mondo su privacy, portabilità dei dati, linguaggio d'odio e integrità nella comunicazione politica. Internet è entrato in una nuova fase, servono nuove regole, ma io sono un tecno-ottimista e credo che la tecnologia possa rendere il mondo migliore".
Una nuova fase con nuove regole
Internet dunque sta vivendo una nuova fase e per affrontarla al meglio serviranno nuove regole del gioco. "Capisco che alcuni legislatori riflettano, specialmente dopo il caso Cambridge Analytica, ma il mio messaggio alla nuova commissione e al nuovo Parlamento Ue è questo: mettiamoci al lavoro su nuove regole”. Su quali temi, in particolare? E’ lo stesso Clegg ad entrare nel dettaglio. “Una delle aree in cui dovremmo lavorare insieme, rapidamente, è la portabilità dei dati se vogliamo un Internet aperto e competitivo dove i nuovi servizi possano competere con grandi piattaforme come Facebook. C’è una tendenza in Europa a pensare che i big data siano una cattiva cosa e che siano cattive le compagnie che hanno come modello di business l'aggregazione dei dati su larga scala”.
Il business di Facebook
A spiegare come si muove uno dei colossi della tecnologia più influenti dell’ultimo periodo, ci ha pensato sempre l’ex vicepremier britannico. “Il business di Facebook è meno misterioso di quello che si pensi. Recapitiamo agli utenti annunci pubblicitari basati sui dati che sono disposti a condividere con noi". Anche se, il giusto bilanciamento tra le regole che governano la condivisione dei dati e la privacy degli utenti "lo devono trovare i legislatori eletti democraticamente, in Europa e nel mondo, non società private come Facebook". In tutta questa situazione, il social network di Menlo Park “ha agito per affrontare importanti questioni etiche e sociali e ha apportato cambiamenti negli ultimi anni. Abbiamo triplicato il numero di persone, arrivando a oltre 35.000, che lavorano per proteggere la nostra piattaforma e ora siamo in grado di eliminare milioni di account falsi ogni giorno", ha spiegato Clegg. Aggiungendo che, a breve, Facebook annuncerà i membri del nuovo consiglio di sorveglianza indipendente, “una novità istituzionale che giudica in modo indipendente controversie sul ritiro o meno dei contenuti dalla nostra piattaforma".
L’Europa e la Cina
Clegg, nel corso del suo intervento, ha parlato anche del ruolo dei big della tecnologia all’interno dell’Unione Europea, toccando temi caldi come quello di una possibile Google europea. "Pur comprendendo l'impulso politico dei decisori europei sulle società tecnologiche americane, questi dovrebbero capire che il ridimensionamento della Silicon Valley non è una ricetta per il successo delle aziende europee”, ha spiegato. "Il prossimo Google o il prossimo Alibaba potrebbero nascere in Europa se ci sono le condizioni per le aziende tecnologiche di prosperare", ha poi specificato. Quindi ha tirato in ballo il ruolo della Cina in ambito tecnologico. "Mentre parliamo è in corso una lotta per l’anima di Internet. Perchè esiste già un'altra Internet ed è quella cinese, basata su valori molto diversi come il controllo stradale, la censura, la sorveglianza, la separazione dei suoi utenti dall'Internet globale. E alcuni Paesi, in misura maggiore o minore, stanno iniziando a seguire l'esempio proprio della Cina".