Tutto cominciò il 6 gennaio 1911 a Milano, quando la nazionale scese in campo vestendo per la prima volta il colore che l'avrebbe poi resa celebre nel mondo. Si giocava contro l'Ungheria e l'Italia, che aveva già esordito in bianco, per non confondersi con i rivali optò per l'azzuro caro a Casa Savoia. LA FOTOGALLERY
La prima versione in assoluto della casacca azzurra ha lo scudetto sabaudo cucito sul petto. In foto: a sinistra, Giuseppe Milano, primo capitano dell'Italia 1911-1914; a destra, Giuseppe Meazza, capitano tra il 1937 e 1939
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Con la nascita della Repubblica, il Tricolore ha soppiantato il vessillo sabaudo. Il colore delle divise non è però stato toccato. Da quella prima partita in poi, la nazionale italiana è stata accompagnata dall'azzurro
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Simbolo di identificazione nazionale, la maglia azzurra è diventata un'icona. Il sogno di ogni calciatore nato nel nostro Paese
Da Pablito Rossi a Fabio Cannavaro, da Gigi Riva a Roberto Baggio, i migliori talenti della nostra scuola calcistica hanno legato la loro carriera a questa casacca, tra gioie Mundial e cocenti delusioni
Poche volte l'Italia ha tradito completamente il suo colore. La prima fu durante il ventennio fascista, nel '35 venne sostituita da una divisa nera per volontà di Mussolini. La casacca fu utilizzata anche ai mondiali di Francia '38
Poi, in occasione di un'amichevole del 1954, quando contro l'Argentina venne indossata una maglia verde. Tonalità recentemente riproposta in chiave "Rinascimentale", in occasione del match di qualificazione agli Europei contro la Grecia. Nelle altre occasioni, anche quando si è ripiegato sulla seconda divisa (tradizionalmente bianca), uno stralcio d'azzurro c'è sempre stato
L'azzurro è stato il colore vestito in occasione del primo Mondiale vinto nel '34
E quello indossato ai Mondiali di Spagna '82, conquistati battendo in finale la Germania Ovest grazie ai gol di Pablito Rossi, Marco Tardelli e Alessandro Altobelli
A tonalità azzurre è stato anche l'indimenticabile Mondiale di Germania 2006. La testata di Zidane nel petto di Materazzi, la corsa sfrenata di Fabio Grosso e Capitan Fabio Cannavaro che alza la Coppa al cielo pochi mesi prima di ricevere il Pallone d'Oro
Tra fortune alterne, la maglia azzurra ha anche accompagnato le spedizioni europee della nostra Nazionale. Era infatti presente nell'unico titolo vinto (in casa nel 1968), così come nella cocente sconfitta rimediata contro la Spagna nella finale dell'edizione 2012
L'azzurro fu indossato dagli “eroi” della mitica semifinale dell'Atzeca, Italia-Germania 4-3, passata alla storia come la gara del Secolo. Così come ha accompagnato la lunga cavalcata delle Notti Magiche 1990, terminata anzitempo alle porte della finale contro l'Argentina. Una tonalità leggermente più intensa ha caratterizzato la spedizione di USA 94, quando la nazionale guidata da Arrigo Sacchi si è spinta sino alla finale, persa ai rigori contro il Brasile
Protagonista di quel Mondiale, sino al rigore sbagliato, fu Roberto Baggio, quarto marcatore all time con 27 gol (ex aequo con Del Piero, ma con meno presenze all'attivo)
Il record di presenze appartiene a Gigi Buffon (176), seguito da Fabio Cannavaro (136)
La porta ancora nel cuore Gigi Riva, capocannoniere di tutti i tempi con 35 gol. Alle sue spalle Giuseppe Meazza (33) e Silvio Piola (30)
L'Italia è stata l'ultima, tra le grandi nazionali, a cedere alle lusinghe degli sponsor. Quando poco prima dei mondiali di Francia '98, Coni e Federcalcio accettarono di stampare il logo della ditta che forniva le divise, ci fu quasi una sollevazione nazionale
Proprio per sottolineare il concetto, l'ex ct Azeglio Vicini una volta disse: ''È come un tricolore, non si può commercializzare''
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