L’ex calciatore ha ricordato il compagno ai microfoni di Sky Sport. “È stato indubbiamente, insieme a Roberto Baggio, l’esempio più importante che ho avuto da 18enne in arrivo alla Juventus”, ha detto. E ancora: “È stato capace di fare qualsiasi cosa. E l’ha fatto alla grande. Questo ti dà la misura della persona”
"Nostro capitano, mio capitano. Sempre. Ciao Luca". Così Alessandro Del Piero, sui social, ha salutato ieri Gianluca Vialli, morto a 58 anni dopo una lotta contro un tumore al pancreas che durava dal 2017. Ha postato anche una foto che li ritrae insieme, in un momento di esultanza in campo ai tempi della Juventus. Poi, Del Piero ha ricordato Vialli anche ai microfoni di Sky Sport. “Capitano in campo e fuori, ispirava fiducia e determinazione”, ha detto (VIALLI: LA FOTOSTORIA - LA BATTAGLIA CONTRO IL TUMORE - L'ATTACCANTE CHE VISSE TRE VOLTE - IL DISCORSO AGLI EUROPEI).
Del Piero su Vialli: “Un personaggio che ispirava, non solo fiducia”
In collegamento con Sky Sport, Del Piero ha detto su Vialli: “È stato indubbiamente, insieme a Roberto Baggio, l’esempio più importante che ho avuto da 18enne in arrivo alla Juventus. Una Juventus ricca di tanti giocatori, tanti campioni, ma loro due - arrivando da quello che avevano fatto l’anno prima, vincendo la Coppa Uefa, da quello che rappresentavano per la nazionale italiana, per gli attaccanti in generale, il numero 9 e il numero 10 per eccellenza - ecco, sono stati enormi per me”. “Luca, nello specifico, è poi diventato anche il mio capitano – ha detto ancora Del Piero – ed è così che mi piace ricordarlo, è così che lo chiamavo sempre, anche ultimamente. Lo è stato sul campo, lo è stato fuori dal campo. Lo è stato la prima volta che, quando facevamo le doppie sedute e io ero aggregato alla prima squadra, mi ha aiutato a mangiare con tutti a Torino. Una voce rassicurante, una voce decisa. Un personaggio che ispirava, non solo fiducia ma anche carisma, determinazione, voglia di mettere il petto in fuori e di affrontare qualsiasi tipo di sfida”.
vedi anche
Vialli, funerali privati lunedì a Londra. Mancini: "Perdo un fratello"
“È stato capace di fare qualsiasi cosa”
Parlando del suo capitano, l’ex bianconero ha detto ancora: “Era un ragazzo che, tramite la sua continua voglia di informarsi, di crescere, di studiare, unita alla sua umiltà e alla sua brillantezza, perspicacia, caparbia e anche al suo carisma, è stato capace di fare qualsiasi cosa: allenatore-giocatore, allenatore, dirigente. E l’ha fatto alla grande. Questo ti dà la misura della persona”. “Quello che stava portando avanti con Massimo (la fondazione con Mauro, ndr) è qualcosa di eccezionale – ha continuato Del Piero –, perché anche lì è fondato sull’amicizia, è nato e cresciuto dall’amicizia e continua a essere segnato dall’amicizia. Quella che poi ha condiviso più di tutti con Mancini. E abbiamo l’immagine di quell’abbraccio. Anch’io da ragazzino abbinavo sempre lui e Mancini come gemelli del gol, ma non solo, due inseparabili. Rivederli abbracciati con la vittoria dell’Europeo ha dato un senso ancora più grande a quello che accade nei campi di calcio”.