Ciclismo, è morto Vittorio Adorni: vinse il Giro d'Italia e il campionato del mondo. FOTO
L’ex ciclista e commentatore si è spento all’età di 85 anni. Dopo l'esordio fra i professionisti a 24 anni, nel 1968 arriva la storica la vittoria del campionato mondiale su strada di Imola. Negli anni successivi molti i piazzamenti di prestigio, conclude fra i primi dieci almeno un'edizione di tutte le classiche monumento, salendo sul podio una volta alla Milano-Sanremo e tre volte alla Liegi-Bastogne-Liegi
Il mondo del ciclismo piange la scomparsa, all'età di 85 anni, di Vittorio Adorni. Nato a San Lazzaro Parmense il 14 novembre 1937, Adorni è stato professionista dal 1961 al 1970 e nel 1965 vinse il Giro d'Italia, mentre nel 1968 divenne campione del mondo di ciclismo a Imola
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A dare la notizia Norma Gimondi, figlia di Felice, con un post su Facebook: “Ciao Vittorio, salutami papà. Sentite condoglianze alla famiglia, vi siamo vicine”
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Adorni (nella foto con Giorgio Gaber) esordisce 24enne fra i professionisti del ciclismo nel 1961, negli anni segnati dalla rivalità Gimondi-Merckx. Nel 1964 approda alla Salvarani, team con il quale l’anno successivo vince il Giro d'Italia battendo di 11'26" Italo Zilioli e di 12'57" Gimondi
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Ma è nel 1968 che arriva un successo ancora più grande: la vittoria del campionato mondiale su strada di Imola. Adorni non è tra i favoriti, ma la cavalcata di 90 chilometri e il taglio del traguardo con 9'50" su Herman Van Springel e 10'18" su Michele Dancelli lo fa entrare nella storia del ciclismo
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Negli anni successivi ottiene molti piazzamenti di prestigio, conclude fra i primi dieci almeno un'edizione di tutte le classiche monumento, salendo sul podio una volta alla Milano-Sanremo e tre volte alla Liegi-Bastogne-Liegi. In totale in carriera ha vinto 60 corse professionistiche e vestito complessivamente per 19 giorni la maglia rosa di leader del Giro
Negli anni Adorni ha anche contatti con il mondo della televisione. Nel 1965 diventa opinionista fisso al Processo alla tappa con Sergio Zavoli, e l’anno dopo è conduttore, assieme a Liana Orfei, del telequiz Ciao mamma sulla Seconda Rete
Chiusa la carriera sportiva diventa dirigente della stessa Salvarani e della Bianchi-Campagnolo, mentre prosegue con la sua attività di commentatore televisivo
Poi ricopre la carica di presidente del Consiglio del ciclismo professionistico all'interno dell'Unione Ciclistica Internazionale e, dal 2006 al 2009, quella di assessore allo Sport del Comune di Parma
Il presidente della Federazione ciclistica italiana (Fci), Cordiano Dagnoni, ha espresso "a nome di tutto il mondo del ciclismo i sensi del più profondo cordoglio alla famiglia"
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