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Bresh e Cristiano De André a Sanremo 2025, duetto e testo della cover di Crêuza de mä

Musica
©IPA/Fotogramma
VIDEO Sanremo 2025, tutti i cantanti in gara
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VIDEO Sanremo 2025, tutti i cantanti in gara
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Introduzione

È arrivato il momento della serata cover e duetti per la 75esima edizione del Festival di Sanremo (LO SPECIALE). Il rapper ligure Bresh, tra i 29 cantanti in competizione (che partecipa alla kermesse con La tana del granchio), porta sul palco un inno d’amore alla città di Genova, Crêuza de mä di Fabrizio De André. Per farlo ha scelto di farsi accompagnare da Cristiano De André, figlio primogenito del leggendario cantautore (TUTTI I DUETTI). Ecco tutto quello che c’è da sapere sui due artisti e sul brano.

Quello che devi sapere

Bresh a Sanremo 2025

Andrea Emanuele Brasi, in arte Bresh, nasce il 28 giugno 1996 a Lavagna, in provincia di Genova. Si sposta poi a Bogliasco, un altro Comune alle porte del capoluogo ligure. Ancora prima di finire gli studi inizia ad approcciarsi a quella che diventerà la sua carriera. Nel 2012 pubblica Cambiamenti, mixtape registrato insieme a un’altra voce rap della città della Lanterna, G Pillola (che ai tempi era si chiamava ancora Gughi P). Un anno dopo arriva il secondo progetto Cosa vogliamo fare. In quel periodo conosce e collabora con buona parte della scena ligure: Tedua e Izi, ma anche Vaz Tè, Disme e Nader. 

A 19 anni si sposta a Milano, dove inizialmente si trasferisce a casa di Rkomi (anche lui in gara a Sanremo, con Il ritmo delle cose). Mentre passa da un lavoro all’altro – dal commesso all’aiutante in cucina – escono i primi brani che spingono il suo nome: Gaston, Prestigio e Baghera (quest’ultima sulle note del classico Sky and Sand di Paul Kalkbrenner). Poi SnakeAstronautiPe Pe PeAnde e Gazza ladra, Il bar dei miei. Tra una collaborazione all’altra, tra cui quelle con Rkomi e Sick Luke, il primo album, Che io mi aiuti, arriva nell’inverno del 2020 (per Sony Music ed Epic Records). Ristampato qualche mese dopo - con il titolo Che io ci aiuti - diventa disco d’oro. Nel 2021 è il turno di Oro blu, che raggiunge il primo posto in classifica e viene certificato doppio disco di platino, sulla scia di successi come Angelina Jolie (tre volte platino). Insieme a Bresh cantano, tra gli altri, Francesca Michielin, Tony Effe, Rkomi, Izi, Massimo Pericolo e i Crookers.

Nel 2022 è tra le voci del docufilm La nuova scuola genovese di Claudio Cabona, che esplora le particolarità della scena rap della città. L’anno dopo escono Guasto d’amore, canzone dedicata al Genoa, che viene utilizzato dalla stessa squadra nella sua campagna di comunicazione; Parafulmini, insieme a Fabri Fibra ed Ernia, e Nightmares con i Pinguini Tattici Nucleari. Nel 2024 è per la prima volta a Sanremo, anche se non in gara: si esibisce come ospite sulla Costa Smeralda e all’Ariston insieme a Emma per la serata cover. A breve uscirà il nuovo disco.

Per approfondire: Chi è Bresh, per la prima volta a Sanremo 2025 con la canzone La tana del granchio

Chi è Cristiano De André

Cristiano De André non ha bisogno di presentazioni: il suo cognome viene prima di lui. Nato a Genova il 29 dicembre 1962, segue le orme del padre e già nei primi anni ’80 entra nel mondo della musica, con la band Tempi duri. Nel 1985 si apre la sua carriera solista, proprio a Sanremo: in gara nella sezione Giovani si esibisce con Bella più di me, che vince il Premio della Critica. Il primo album da solista, Cristiano De André, è del 1987. L’ultimo, Come in cielo così in guerra, è del 2013. In tutto ha partecipato quattro volte al Festival di Sanremo: dopo il 1985 è tornato all’Ariston in competizione nel 1993 (quando arriva secondo con Dietro la porta, che ottiene il Premio della Critica e il Premio Volare), nel 2003 (Un giorno nuovo) e nel 2014 (con due canzoni, Il cielo è vuoto e Invisibili, Premio della Critica Mia Martini e Premio Sergio Bardotti per il testo).

"Crêuza de mä"

Bresh punta su uno dei più grandi successi di Fabrizio De André per la serata cover, Crêuza de mä, brano del 1984 che dà anche il titolo a uno degli album più conosciuti del cantautore genovese. È cantato tutto in dialetto, a celebrare non solo le radici di De André ma anche la complessità della lingua ligure, in cui vivono vocaboli presi in prestito da altri popoli, dagli arabi ai portoghesi. In italiano crêuza de mä significa "viottolo di mare": le crêuze sono le stradine, strette e nella maggior parte dei casi a scalinata, che collegano le colline liguri con il mare. La canzone parla del continuo viaggiare dei marinai - con la pelle bruciata dal sole - tra il mare e la terraferma, dove tornano al calare del sole per mangiare e ubriacarsi nelle osterie, tra belle ragazze e lestofanti. Alla fine del brano, in collaborazione con Mauro Pagani, si sentono le voci del popolo del Mercato del Pesce di Genova.

"Saranno quattro minuti di felicità che spiegano da dove vengo e i sapori della mia terra: è una canzone eterna. Per farla con Cristiano ho lottato. Il brano ha quella lingua del Mediterraneo che si sposa col progetto in arrivo: io cercavo una lingua mediterranea, e il genovese è il mix poiché contamina portoghese, arabo, spagnolo e altri idiomi ed è la nostra lingua", ha raccontato Bresh a Sky TG24 parlando della sua scelta (L'INTERVISTA)

Il testo della canzone

Umbre de muri, muri de mainé

Dunde ne vegnì, duve l'è ch'ané
Da 'n scitu duve a l'ûn-a se mustra nûa
E a nuette a n'à puntou u cutellu ä gua

E a muntä l'àse gh'è restou Diu
U Diàu l'è in çë e u s'è gh'è faetu u nìu
Ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria
A funtan-a d'i cumbi 'nta cä de pria

E 'nt'a cä de pria chi ghe saià
Int'à cä du Dria che u nu l'è mainà
Gente de Lûgan facce da mandillä
Qui che du luassu preferiscian l'ä
Figge de famiggia udù de bun
Che ti peu ammiàle senza u gundun

E a 'ste panse veue cose ghe daià
Cose da beive, cose da mangiä
Frittûa de pigneu giancu de Purtufin
Çervelle de bae 'nt'u meximu vin
Lasagne da fiddià ai quattru tucchi
Paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi

E 'nt'a barca du vin ghe naveghiemu 'nsc'i scheuggi
Emigranti du rìe cu'i cioi 'nt'i euggi
Finch'ou matin crescià da puéilu rechéugge
Frè di ganeuffeni e d'è figge
Bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä
Che a ne liga e a ne porta 'nte 'na crêuza de mä