
Addio a Ivano Marescotti, attore per caso tra cinema e teatro. FOTO
L'artista, scomparso il 26 marzo a Ravenna dopo una lunga malattia, ha vissuto una carriera costellata di successi, dagli esordi in teatro alle collaborazioni con Roberto Benigni, Checco Zalone, Gabriele Muccino, Ridley Scott e Antoine Fuqua, fino alla riscoperta del dialetto romagnolo e all'impegno civile

L'attore e regista romagnolo Ivano Marescotti, uno dei volti più amati del cinema italiano, è morto il 26 marzo a Ravenna, dove era ricoverato da qualche giorno all’ospedale civile a causa del peggioramento delle condizioni fisiche legate ad una grave malattia, all’età di 77 anni
Morto l'attore Ivano Marescotti, aveva 77 anni
Nato nel 1946 a Villanova di Bagnacavallo, nella Bassa Romagna, Marescotti ha lavorato per dieci anni come geometra all’ufficio urbanistica del Comune di Ravenna. Nell’estate del 1980, dopo aver sostituito un amico in uno spettacolo teatrale per bambini alla Montagnola di Bologna, l’attore si è licenziato per dedicarsi al teatro: "Ho fatto una gavetta durissima. Prima che Albertazzi mi notasse e mi prendesse per una tournée di cinque mesi, ero quasi ridotto a fare il barbone. Mangiavo panini e dormivo in un sacco a pelo, senza una casa"
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In teatro ha lavorato con Leo de Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Giampiero Solari, Giorgio Albertazzi e Marco Marinelli
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Ha debuttato nel mondo del cinema prima con una piccola parte nel film La cintura (1989), poi nella pellicola L’aria serena dell’ovest (1990) del regista milanese Silvio Soldini
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Ha partecipato a più di cinquanta film, tra i quali Il muro di gomma (1991) di Marco Risi, dove ha interpretato il caporedattore del più grande quotidiano italiano che rifiuta il pezzo del giornalista Rocco Ferrante (interpretato da Corso Salani) impegnato nelle indagini sulla strage di Ustica, e Il portaborse (1991) di Daniele Luchetti, dove ha recitato con Nanni Moretti
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Indimenticabile l’interpretazione del dottor Randazzo nella pellicola comica campione d’incassi Johnny Stecchino (1991) di Roberto Benigni, che ha richiamato Marescotti anche ne Il mostro (1994) per interpretare il personaggio di Pascucci
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La carriera dell'artista è proseguita con il ruolo di protagonista nei tre episodi di Strane storie – Racconti di fine secolo (1994) di Sandro Baldoni, dove tra i vari personaggi Marescotti ha interpretato anche uomo in preda a violenti attacchi di tosse dovuti al mancato pagamento della bolletta dell’aria che, per saldare la morosità, cerca di raggiungere le poste superando un percorso colmo di imprevisti
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Tra le altre memorabili pellicole, Dichiarazioni d’amore (1994) di Pupi Avati, Pasolini, un delitto italiano (1995) di Marco Tullio Giordana, Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1996) di Enza Negroni, dove Marescotti ha interpretato il papà di Stefano Accorsi, e Vesna va veloce (1996), La lingua del santo (2000) e La giusta distanza (2007) di Carlo Mazzacurati
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Nel curriculum compaiono anche innumerevoli produzioni internazionali, da Il talento di Mr. Ripley (1999) di Anthony Minghella, a Hannibal (2001) di Ridley Scott, fino a King Arthur (2004) di Antoine Fuqua e con Clive Owen e Keira Knightley, dove Marescotti ha interpretato il vescovo Germanius
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La consacrazione come caratterista è arrivata grazie alle collaborazioni con Checco Zalone in Cado dalle nubi (2009) e Che bella giornata (2011), dove Marescotti ha rispettivamente interpretato il personaggio di un leghista e di un colonnello
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Nel film A casa tutti bene (2018) di Gabriele Muccino l'attore ha interpretato Pietro, marito di Stefania Sandrelli e capostipite della famiglia protagonista. Tra gli ultimi lavori anche Bar Giuseppe (2019) di Giulio Base, che ha ricordato Marescotti in un tweet: "Che dolore: Ivano se n’è andato troppo presto. Mancherà tantissimo"
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Marescotti ha ottenuto sei candidature ai Nastri d’Argento, premio che ha vinto nel 2004 per l’interpretazione nel cortometraggio Assicurazione sulla vita di Tommaso Cariboni e Augusto Modigliani
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Nel mondo delle fiction, Marescotti è apparso, tra le altre, in La piovra (1992), Il giovane Mussolini (1992), Raccontami (2006), Il Pirata – Marco Pantani (2007), I liceali (2008-2011), L’Oriana (2015) e Don Matteo (2018)
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Forte il legame dell'artista con la terra di Romagna. Negli anni Novanta Marescotti ha riscoperto il dialetto: prima ha portato in teatro le opere del poeta Raffaello Baldini, tra le quali La fondazione, e poi ha riletto e riscritto alla sua maniera Dante (Dante: un patàca, opera ispirata alla Divina Commedia) e Ariosto (Bagnacavàl, una contaminazione tra l’Orlando Furioso e il basso romagnolo). Popolare su YouTube anche il monologo sulla Romagna, mentre nel marzo 2022 l'artista ha celebrato le terze nozze con l’ex-allieva Erika Leonelli in dialetto romagnolo
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Dopo essere stato per quasi dieci anni direttore artistico del Teatro di Conselice (Ravenna), Marescotti ha recentemente fondato il Teatro Accademia Marescotti per tramandare l'arte della recitazione ai giovani allievi
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Figlio di partigiano, Marescotti non ha mai abbandonato l'impegno civile come uomo di sinistra: "Sono nato con la tessera del Pci". Nel 2014 si è candidato alle elezioni europee con la lista “L’altra Europa per Tsipras”, mentre oggi l'Anpi ha salutato l' "attore e antifascista di cuore e di vita"
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Nel febbraio 2022 l’artista ha annunciato la scelta di lasciare il palco: “Seguendo l’esempio di Jack Nicholson che a 73 anni s’è ritirato dalle scene (si deve pur avere un modello...) per godersi la vecchiaia, comunico che mi ritiro e non faccio più l’attore. Mi tengo solo la scuola TAM (Teatro Accademia Marescotti) con 15-20 allievi ogni anno ai quali insegno recitazione”. Marescotti ha lasciato la figlia Iliade, avuta da una precedente relazione, mentre al primogenito Mattia, scomparso per un tumore, aveva detto addio anni fa
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