Gaza, la lettera di oltre 1200 artisti per rigettare il boicottaggio del cinema israeliano
CinemaDall'attrice di Will & Grace Debra Messing al fondatore dei Kiss Gene Simmons, le personalità del mondo dello spettacolo hanno esortato i quasi 4.000 firmatari dell'impegno a non collaborare con istituzioni e aziende israeliane "coinvolte nel genocidio e nell’apartheid contro il popolo palestinese" a riconsiderare la propria posizione. Secondo loro si tratterebbe di un "documento di disinformazione che sostiene la censura arbitraria e la cancellazione dell’arte". Il rischio? Anche la crescita dell'antisemitismo
Oltre 1200 artisti, compresi l’attrice Debra Messing, il fondatore dei Kiss Gene Simmons e la star della tv Sharon Osbourne, hanno firmato una nuova lettera aperta per denunciare l’appello al boicottaggio delle istituzioni cinematografiche israeliane a causa della guerra a Gaza. Il nuovo documento, pubblicato giovedì 25 settembre dalle organizzazioni no-profit Creative Community for Peace e The Brigade, esorta i quasi 4.000 firmatari del precedente impegno a non collaborare con istituzioni e aziende israeliane “coinvolte nel genocidio e nell’apartheid contro il popolo palestinese” a riconsiderare la propria posizione. L'appello in questione era stato pubblicato l’8 settembre e firmato da registi come Yorgos Lanthimos e Ava DuVernay e da attori come Joaquin Phoenix, Emma Stone, Olivia Colman, Ayo Edebiri, Lily Gladstone, Mark Ruffalo, Peter Sarsgaard, Paapa Essiedu, Gael Garcia Bernal, Riz Ahmed, Cynthia Nixon, Tilda Swinton, Javier Bardem, Joe Alwyn, Josh O’Connor e Hannah Einbinder. “Conosciamo il potere del cinema. Conosciamo il potere della storia. Ecco perché non possiamo rimanere in silenzio quando una storia viene trasformata in un’arma, quando le bugie vengono mascherate da giustizia e quando gli artisti vengono indotti ad amplificare la propaganda antisemita”, si legge nella lettera contro il boicottaggio. “L’impegno diffuso sotto la bandiera di Film Workers for Palestine non è un atto di coscienza. È un documento di disinformazione che sostiene la censura arbitraria e la cancellazione dell’arte. Censurare le stesse voci che cercano di trovare un terreno comune ed esprimere la propria umanità è sbagliato, inefficace e una forma di punizione collettiva”. Il documento sottolinea inoltre che, anzi, la gran parte dell'industria cinematografica e televisiva di Israele si è schierata contro il governo, tanto che la scorsa settimana il film The Sea, che racconta la storia di un giovane palestinese che rischia la vita per andare in spiaggia a Tel Aviv, ha vinto il premio come Miglior film agli Ophir Awards, i più importanti riconoscimenti del cinema israeliano. Di conseguenza, Israele l'ha presentato nella selezione nazionale per la corsa internazionale ai premi Oscar del 2026 nella categoria Miglior film internazionale. Intanto, il ministro dello Sport e della Cultura israeliano ha promesso di tagliare i finanziamenti ai premi.
IL PERICOLO DELLA CRESCITA DELL'ANTISEMITISMO
La nuova lettera segue anche una simile condanna dell’appello al boicottaggio espressa lo scorso 12 settembre da Paramount. “Non siamo d’accordo con i recenti tentativi di boicottare i registi israeliani”, aveva dichiarato Melissa Zukerman, responsabile della comunicazione della società. “Mettere a tacere singoli artisti creativi in base alla loro nazionalità non promuove una migliore comprensione né promuove la causa della pace. L’industria globale dell’intrattenimento dovrebbe incoraggiare gli artisti a raccontare le loro storie e a condividere le loro idee con il pubblico di tutto il mondo. Abbiamo bisogno di più coinvolgimento e comunicazione, non di meno”. Ora, in una nota, l’attrice di Will & Grace e firmataria della nuova lettera Debra Messing ha dichiarato: “Quando gli artisti boicottano altri artisti basandosi esclusivamente sul loro Paese d’origine, si tratta di una palese discriminazione e di un tradimento del nostro ruolo di narratori. La storia ci mostra che il boicottaggio contro gli ebrei è stato a lungo uno strumento dei regimi autoritari: unendosi a questa iniziativa, questi artisti si stanno allineando, consapevolmente o inconsapevolmente, a un’oscura eredità di antisemitismo”. L’attrice Mayim Bialik, che ha recitato nella sitcom The Big Bang Theory, ha aggiunto che “artisti e creativi hanno un’opportunità e una responsabilità uniche per ricordare al mondo la nostra comune umanità. Boicottare registi, studi cinematografici, case di produzione e singoli individui semplicemente perché sono israeliani aumenta la divisione e contribuisce a una preoccupante cultura di emarginazione. Inoltre, questo impegno di boicottaggio non contribuisce in alcun modo a porre fine alla guerra a Gaza, a riportare a casa gli ostaggi o a frenare l’allarmante crescita dell’antisemitismo a livello globale”.