Emmy 2025, Javier Bardem con la kefiah: "Non lavoro con chi giustifica il genocidio"

Spettacolo
©Getty

L'attore, tra i promotori di Film Workers for Palestine, ha ribadito il suo sostegno al popolo palestinese, e la sua intenzione a non lavorare più con chi si rende complice - con le parole ma anche con il silenzio - del genocidio in atto

Javier Bardem ha sfilato sul red carpet degli Emmy Awards 2025 indossando una kefiah, e dichiarando il suo sostegno a Film Workers for Palestine. In un'intervista a Variety, l'attore ha dichiarato di "non poter lavorare con qualcuno che giustifica o sostiene il genocidio".

Le parole di Javier Bardem su Gaza

"Sono qui oggi a denunciare il genocidio a Gaza", ha detto Javier Bardem dal red carpet degli Emmy Awards 2025. "Parlo dell'IAGS, l'Associazione Internazionale degli Studiosi del Genocidio, che studia a fondo il genocidio e lo ha dichiarato tale. Ecco perché chiediamo un blocco commerciale e diplomatico e anche sanzioni contro Israele per fermare il genocidio. Palestina libera".

 

Nella settimana precedente gli Emmy, 3.900 personalità del settore - tra cui Bardem, per l'appunto - hanno firmato l'appello di Film Workers for Palestine, mettendo nero su bianco la loro volontà di non collaborare più con istituzioni e società cinematografiche israeliane "coinvolte nel genocidio e nell'apartheid contro il popolo palestinese". Tra gli esempi di complicità vengono citati "l'insabbiamento o la giustificazione del genocidio e dell'apartheid, e/o la collaborazione con il governo responsabile di tali atti".

La risposta di Paramount

All'appello degli attori e dei lavoratori del settore, la Paramount ha risposto con una dichiarazione in cui si esprime contro il boicottaggio dell'industria cinematografica e televisiva israeliana: "Crediamo nel potere della narrazione per connettere e ispirare le persone, promuovere la comprensione reciproca e preservare i momenti, le idee e gli eventi che plasmano il mondo che condividiamo. Questa è la nostra missione creativa. Non siamo d'accordo con i recenti tentativi di boicottare i registi israeliani. Mettere a tacere singoli artisti creativi in ​​base alla loro nazionalità non promuove una migliore comprensione né promuove la causa della pace. L'industria dell'intrattenimento globale dovrebbe incoraggiare gli artisti a raccontare le loro storie e condividere le loro idee con il pubblico di tutto il mondo. Abbiamo bisogno di più coinvolgimento e comunicazione, non di meno".

 

Una risposta, questa, che a Javier Bardem non è piaciuta. "Film Workers for Palestine non prende di mira alcun individuo in base all'identità. I ​​bersagli sono le case cinematografiche e le istituzioni che sono complici e stanno insabbiando o giustificando il genocidio e il regime di apartheid. Siamo al fianco di coloro che aiutano e sostengono le persone oppresse", ha dichiarato l'attore. "Non posso lavorare con qualcuno che giustifica o sostiene il genocidio. È semplice. Non dovremmo farlo, in questo settore o in qualsiasi altro".

Approfondimento

Mark Ruffalo fa un appello per Gaza: “Trump fai qualcosa"

Spettacolo: Per te