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Blake Lively, la sua addetta stampa sostiene di non aver diffamato Justin Baldoni

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VIDEO Blake Lively contro Justin Baldoni: attrici a disagio
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VIDEO Blake Lively contro Justin Baldoni: attrici a disagio
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Leslie Sloane aveva riferito a un giornalista del Daily Mail che l’intero cast del film It Ends With Us odiava il regista Justin Baldoni. Nella mozione di archiviazione, gli avvocati della donna sostengono che lei avrebbe espresso una semplice opinione e che, di conseguenza, l’accusa di diffamazione non troverebbe fondamento

Prosegue la controversia tra Blake Lively e Justin Baldoni. Il 20 febbraio Leslie Sloane, addetta stampa dell’attrice e del marito Ryan Reynolds, ha sostenuto in una dichiarazione legale che non sia stato diffamatorio riferire a un giornalista del Daily Mail che l’intero cast del film It Ends With Us odiava il regista. Nella causa contro Lively, Baldoni ha infatti accusato Sloane di averlo diffuso falsità, descrivendolo come un predatore sessuale per distogliere l’attenzione dal comportamento dell’attrice sul set. Il regista ha citato i messaggi tra l’addetta stampa e un giornalista del tabloid, che aveva richiesto commenti su una “lotta di potere” tra lui e Lively, etichettata come “difficile” durante le riprese. Sloane aveva negato che la questione riguardasse l’attrice e aveva avvertito il giornalista di non fidarsi di Baldoni: “Sono nel panico perché l’intero cast lo odia”, aveva scritto.

ACCUSE E CONTROACCUSE

Nella mozione per archiviare la causa, gli avvocati di Sloane hanno sostenuto che la donna avrebbe espresso una semplice opinione e che, di conseguenza, l’accusa di diffamazione non troverebbe fondamento. Inoltre, l’addetta stampa avrebbe detto la verità, come avrebbe ammesso lo stesso Baldoni. Nella sua denuncia, il regista ha affermato che Lively avrebbe convinto il cast a “evitarlo” sui social smettendo di seguire il suo account. La mozione di archiviazione di Sloane sostiene inoltre che la donna è stata accusata per aver semplicemente risposto a una storia inventata dal team di Baldoni. I legali del regista hanno invece citato come prova dell'intensificazione di una falsa narrativa contro di lui un messaggio inviato lo scorso dicembre dal giornalista del Daily Mail a un suo addetto stampa, secondo il quale “ora lei [Sloane, ndr] sta dicendo che Blake è stata aggredita sessualmente”. Tuttavia, gli avvocati della donna hanno sostenuto che si trattasse di un riferimento alla denuncia di Lively sui diritti civili. L’attrice ha fatto causa a Baldoni proprio a dicembre per aver orchestrato una "campagna diffamatoria" contro di lei dopo aver ricevuto le sue denunce di molestie sessuali.  Baldoni, di contro, ha accusato Lively, Reynolds e Sloane di aver cercato di distruggere la sua carriera. Nella mozione di archiviazione, gli avvocati di Sloane sostengono invece che il regista “ha ripetutamente oltrepassato i confini professionali” e si è impegnato in “pratiche bizzarre e abusive” sul set. "Justin Baldoni ha passato anni a trarre profitto dai movimenti femministi e #MeToo, vendendo libri, podcast, TED Talks e altro ancora usando slogan sul credere ai sopravvissuti, porre fine alla colpevolizzazione delle vittime e promuovere il consenso informato", hanno dichiarato i legali dell'addetta stampa. “La sua condotta in questa controversia è quindi pura ipocrisia, a cominciare dalle vergognose molestie sessuali nei confronti di numerosi dipendenti, e continuando con la sua campagna in corso per screditare e incolpare le sue vittime e punire chiunque parli contro di lui”.

Approfondimento

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