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Da Nixon a George Clooney: 15 film sulla politica e sulle Elezioni Americane
Da oltre mezzo secolo Hollywood è affascinata dai retroscena e dai giochi di potere attorno alla Casa Bianca: ecco le migliori pellicole per avvicinarsi alla notte della verità tra Trump e Biden (QUI LO SPECIALE SKY TG24 SULLE ELEZIONI USA)

Civil War (Alexander Garland, 2024) - Un viaggio nel cuore di tenebra di un’America dilaniata dal conflitto. L’istantanea dolente e feroce di un futuro prossimo venturo, tra presidenti autoritari, militari violenti e fotoreporter cinici e disperati. Nel cast Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Wagner Moura e Stephen McKinley Henderson
Civil War, la recensione del film
Olre il Giardino (Al Hasby, 1979) Peter Seller è Chance , n giardiniere analfabeta e di mezza età, finisce, suo malgrado per diventare, il consigliere del Presidente degli Stati Uniti. Commedia geniale sulla differenza tra essere e apparire con cui Melvyn Douglas ha vinto l'Oscar come miglior attore non protagonista
Usa 2024, quali star si schierano con Trump e quali con Kamala Harris
Bulworth - Il Senatore (Warren Beatty, 1998) In California la campagna elettorale del 1996 per la scelta dei candidati alla Presidenza è nella fase finale. Jay Bulworth si prepara al confronto con lo sfidante: non mangia e non dorme ormai da parecchi giorni e, al culmine di un esaurimento nervoso, decide di organizzare il proprio suicidio, ma la vicendda prendera una piega completamente diversa
Kamala Harris, attrici che sono state presidenti Usa in film e serie
Mr. Smith va a Washington (Frank Capra, 1939) Chiamato a sostituire un senatore da poco scomparso, il governatore Hopper viene incaricato dal potente capo politico Jim Taylor di nominare uno yes man (James Stewart) che non interferisca con il suo progetto, quello di una diga la cui costruzione porterebbe lauti guadagni a finanzieri e politicanti interessati. 11 nomination all'Oscar e una statuetta vinta per il miglior soggetto originale
I look della vicepresidente USA Kamala Harris. FOTO
Un volto nella folla (Elia Kazan, 1957) Con l'aiuto di una giornalista spregiudicata Lonesome Rhodes, cantante girovago dell'Arkansas, diventa un folk-singer di successo, un idolo delle folle televisive, un demagogo megalomane pronto a intraprendere la carriera politica
Elezioni Usa 2024, come funziona il sistema elettorale americano.jpg?im=Resize,width=335)
“Il candidato” (Michael Ritchie, 1972). Scritto da Jeremy Larner, autore dei discorsi di Eugene McCarthy durante le Primarie 1968 del Partito Democratico, è uno dei film più precisi e appuntiti sulla politica americana, con un ottimo Robert Redford che si ispira esplicitamente a Bob Kennedy. Vinse l'Oscar per la sceneggiatura.
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“Nashville” (Robert Altman, 1975). Capolavoro di Altman attorno a un festival di musica country a Nashville, Tennessee che viene usato a fini politici da Hal Walker, candidato alle Presidenziali 1976: una giostra di meschinità, solitudine e cinismo che si conclude con un finale memorabile in cui il sogno americano diventa incubo.
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“Tutti gli uomini del Presidente” (Alan J. Pakula, 1976). Non è un film esplicitamente sulle Elezioni, ma è il più grande monumento cinematografico americano al giornalismo d'inchiesta, scandito dal ticchettio nevrotico delle macchine da scrivere. Nei panni di Carl Bernstein e Bob Woodward che inchiodano l'amministrazione Nixon alle proprie responsabilità in ambito Watergate, Dustin Hoffman e Robert Redford, sono diventati miti e modelli per generazioni di giovani cronisti.
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“Il presidente – Una storia d'amore” (Rob Reiner, 1995). Scritto da Aaron Sorkin (si ricompone il tandem vincente di “Codice d'onore”), con Michael Douglas, Annette Bening e Richard Dreyfuss: un film gradevole che funziona anche come spot promozionale dell'America clintoniana degli anni Novanta, anche se forse esagera per idealismo e ottimismo nel dipingere una figura presidenziale sin troppo virtuosa.
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“Nixon – Gli intrighi del potere” (Oliver Stone, 1995). Classico biopic di Oliver Stone, tempestoso, controverso, irregolare, lunghissimo (quasi tre ore). Anthony Hopkins dà una portata shakespeariana al personaggio di Richard Nixon, rivivendo naturalmente anche i momenti chiave della sua carriera politica, le tre elezioni: quelle perse contro Kennedy nel 1960 e quelle vinte nel 1968 e nel 1972, prima di affondare nelle sabbie mobili del Watergate.
Omaggio a Anthony Hopkins
“Sesso e potere” (Barry Levinson, 1997). A due settimane dalle elezioni uno scandalo sessuale rischia di compromettere la rielezione del Presidente in carica (Robert De Niro), che dà mandato a uno spin doctor (Dustin Hoffman) di fabbricare un diversivo di politica estera: commedia satirica dal valore profetico, uscita poco prima dell'esplosione del Sexgate che travolse Bill Clinton.
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“Donnie Darko” (Richard Kelly, 2001). Le elezioni 1988 e il dibattito televisivo tra il repubblicano George Bush (senior) e il democratico Michael Dukakis fanno da sfondo ai fatti che indirizzano la vita del giovane Donnie Darko: dettagli che aggiungono atmosfera e inquietudine a questo film generazionale che come pochi altri ricrea l'ambiente degli anni Ottanta.
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“Fahrenheit 9/11” (Michael Moore, 2004). Il primo documentario a vincere la Palma d'Oro al Festival di Cannes è un violento e diretto gancio di Michael Moore al mento dell'amministrazione di George W. Bush, a cominciare dalle controverse elezioni 2000 in cui sconfisse Al Gore in circostanze rocambolesche. Non servì a impedire la rielezione di Bush, che vinse anche le Presidenziali 2004 contro John Kerry.
Il documentario su Trump di Michael Moore.jpg?im=Resize,width=335)
“Bobby” (Emilio Estevez, 2006). Ventidue vicende di gente comune che ruotano intorno alla drammatica notte del 5 giugno 1968, quando il candidato alla presidenza per il Partito Democratico Robert Kennedy fu ucciso da un fanatico palestinese. Non è un film su “Bobby” né una ricostruzione dell'omicidio, ma un affresco delle speranze, dei sogni e delle illusioni seminate dalla buona e dalla cattiva politica. Cinquant'anni fa come oggi.
I migliori film sulla famiglia Kennedy%20-%20Copia.jpg?im=Resize,width=335)
“Le idi di marzo” (George Clooney, 2011). Tratto da una pièce teatrale di Beau Willimon (sceneggiatore del film): Clooney dirige e interpreta il machiavellico candidato democratico alla Presidenza che briga e intriga con il suo staff per far fuori il suo avversario alle Primarie, con l'aiuto ma anche l'opposizione del suo addetto stampa Ryan Gosling.
George Clooney ieri e oggi