Immaculate – La prescelta, Sydney Sweeney tra demonio e santità. La recensione del film
CinemaAmbientato in un convento in Italia, un lungometraggio che mescola miracoli, incubi e misteri. Nel cast anche Benedetta Porcaroli e Simona Tabasco. Al cinema dall’11 luglio
“Anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere.” Così scrive San Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi. E l’ombra del maligno con il suo carico di inganni aleggia per tutta la durata di Immaculate – La prescelta. Peraltro, Belzebù danza sul grande schermo sin da quando il cinema era muto. E non a caso la protagonista del film si chiama Suor Cecilia, come uno dei personaggi principali di La stregoneria attraverso i secoli, il celeberrimo silent movie datato 1922 e diretto da Benjamin Christensen. Ma si sa: il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Sicché pure in questo diabolico lungometraggio che arriva nelle sale cinemetografiche italiane a partire da giovedì 11 luglio con Leone Film Group e Adller Entertainment, grazie il male mostrerà il suo vero volto.
Tra demonio e santità
Parimenti a L’esorcista del papa e Omen - L’inizio del presagio, anche in Immaculate il demonio si cela tra porporati e navate, Senza contare, che in virtù del successo cinematografico della terrificante suora Valak di The Nun, le luciferine monache sono popolari sullo schermo quanto le pennette con la vodka negli anni Ottanta . Per cui tra sinistre profezie e oscuri segreti, Cecilia, devotissima novizia americana, da poco trasferitasi in un remoto convento del centro Italia, scopre di essere, miracolosamente incinta. Ma l’attesa si rivelerà niente affatto dolce. E se in Rosemary’s Baby, il nastro era rosso sangue, nella pellicola firmata da a Michael Mohan. (The Voyeurs), il figlio dell’immacolato concepimento pare foriero di altrettante, apocalittiche sciagure.
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Sidney Sweeney, sublime Scream Queen
Tra l’Ave Maria di Franz Schubert e il tema di La dama rossa uccide sette volte, composta da Bruno Nicolai, Immaculate dimostra quanto Sydney Sweeney sia una prescelta, un’attrice nata per essere una star del grande e piccolo schermo. L’a bionda nterprete di Tutti tranne te, Euphoria, The White Lotus regge da sola l’intera pellicola. E insieme a Mia Goth, che in agosto vedremo in MaXXXine, terzo capitolo della trilogia diretta da Ti West, si rivela una delle scream queen più volitive e credibile degli ultimi anni. Grazie alle sue capacità recitative, Sidney riuscirebbe a farci credere qualsiasi cosa, persino che esistano ancora le mezze stagioni. E grazie a location suggestive come Villa Parisi, già teatro di horror epocali come Reazione a catena di Mario Bava, il lungometraggio funziona e inquieta. Complice pure una discreta presenza di decessi assai cruenti, spesso assenti negli horror anemici di questi tempi, e un finale inaspettato e feroce.
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DA benedetta Porcaroli a Simona Tabasco, un cast italiano
In una candida epifania di lenzuola appese ad asciugare a sole, di canti sacri e di reliquie perturbanti, il cast di Immaculate parla italiano. A partire da Benedetta Porcaroli. Dopo essere stata la protagonista di Vangelo secondo Maria, la talentuosa attrice indossa la tunica di sorella Gwen, suora che pagherà a carissimo prezzo la propria loquacità priva di filtri. La vita non sorride nemmeno a Simona Tabasco, a cui il film riserva un prologo decisamente spaventoso. C’è spazio pure per Dora Romano, brutale Madre superiora e per Giorgio Colangeli che veste l’abito talare del cardinale Merola. Infine, nel ruolo di padre Tedeschi troviamo lo spagnolo Alvaro Morte. Questa volta il geniale professore della serie La casa di Carta, invece di architettare la rapina perfetta, segue un piano molto più delirante e rischioso. D’altronde gli uomini fanno progetti e gli Dei (e anche i demoni) ridono.