In occasione dell'uscita al cinema di “Diabolik” dei Manetti Bros, ecco la recensione di Mister Paura della nuova edizione della monografia a cura di Gabriele Acerbo e Roberto Pisoni dedicata al regista del genere fantastico. Edito da Bietti Edizioni e impreziosito da contenuti originali un ritratto avvincente di un autore che ha influenzato una generazione di cineasti
Il dottor Frank-N-Furter diceva: “Non si giudica un libro dalla copertina”. Non ce ne voglia il transivaniano in guepiere e reggicalze di “Rocky Horror Picture”, ma nel caso di “Kill Baby Kill! Il cinema di Mario Bava” faremo un’eccezione. Sul volume, edito da Bietti Edizioni, campeggia John Phillip Law con la maschera di Diabolik, affiancato dalla stupenda Marisa Mell nei panni di Eva Kant. E già da questa scelta iconografica, si evince che Gabriele Acerbo e Roberto Pisoni hanno impreziosito la loro già pregevolissima monografia con contenuti e testimonianze inedite. A partire proprio da un’intervista ai Manetti Bros, che a distanza di 50 anni dal film di Bava hanno riportato sul grande schermo le gesta criminali di Diabolik. E a dimostrazione di quanto il regista italiano sia ancora attualissimo in questa versione aggiornata di Kill Baby Kill! sono presenti un intervento di Nicolas Winding Refn che presentò con entusiasmo “Terrore nello spazio”, e un omaggio di Guillermo Del Toro, da sempre grande estimatore del cineasta nato a Sanremo ne 1914. Last but not least, il libro ci offre il commosso ricordo di Elena, la primogenita di Mario che ha svelato l’infanzia trascorso in compagnia di Nonno Eugenio, capostipite di una famiglia di talentuosi cineasti. Commovente anche la dedica del libro riservata al regista Max Croci, amico fraterno dei due autori, scomparso l’8 novembre 2018 all'età di 50 anni. Insomma, Mario Bava colpisce ancora, Sicché non resta che partire, insieme a Mister Paura. per questo viaggio fantastico, tra peplum, western, giallo, thriller, fantascienza, gotico e pop.
Mario Bava, il pioniere degli effetti speciali
“Io venivo da una scuola di gente - De Robertis, Steno, Soldati- che usava il cervello per cavarsela. Che inventava il cinema su niente. Esempio tipico fu “Caltiki-Mostro Immortale” di Riccardo Freda. Era un mostro fantascientifico che io feci di Trippa. Di Trippa per gatti. Anzi siccome il tecnico che tutti i giorni doveva comprare un quintale di trippa s’era messo in testa di risparmiare usava sempre la solita. Dopo tre giorni quella trippa uccideva con il suo puzzo Herter, l’attore tedesco che fa il corpo a corpo col mostro a momenti muore, In Tunisia la trippa di Caltiki quando esplode fece un tale effetto che gli spettatori impauriti scapparono dal cinema. Ed era banalissima trippa”.
Basterebbero queste parole di Mario Bava, per capire quanto fosse geniale e umile Mario Bava, uno che faceva il cinema come si fanno le seggiole. E il libro curato da Acerbo e Pisoni è un’epifania di aneddoti. raccontati dai collaboratori e amici del regista. Mario era un demiurgo stregone capace di trasformare un piatto di polenta in un inferno dantesco, solo grazie a una lampadina.
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Mario Bava tra gotico e horror
“Mi piacciono molto anche i film di Mario Bava, nei quali non c'è praticamente storia, solo atmosfera, con tutta quella nebbia e le signore che camminano lungo i corridoi: sono una sorta di gotico italiano: Bava mi sembra appartenere al secolo scorso”. Così, Martin Scorsese riassume tutto il talento di un cineasta capace di affrontare con successo un genere, il gotico, di solito poco frequentato dalla cinematografia italiana. Attraverso i contributi di Barbara Steele, Tim Burton, Guillermo del Toro, Roger Corman, John Landis, il libro ci consente di attraversare quei lunghi e lugubri corridoi e scoprire stanze segrete, reliquie preziose. E viene voglia di rivedere capolavori come “La Maschera Del Demonio”, “La frusta e il corpo”, “I tre volti della paura”. Perché per Bava il cinema era la fucina del mago, fare una storia con le proprie mani.
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Mario Bava: da Reazione a catena a Diabolik
“Cosa desidera per il futuro?” “Una bara colma di sangue nella quale io possa riposare in pace, potendo però uscire la notte per addentare i film che ho fatto”. Già da questa risposta si evince come l’ironia e l’autoironia non siano mai mancate a Mario Bava. Quel dolce sadismo, quello humour nerissimo che ritroviamo in molti suoi thriller, da “Reazione a Catena” a “6 Donne per l’assassino”. Un coté beffardo che ritroviamo anche in “Diabolik”, a partire dalla straordinaria sequenza dell’arrivo del criminale e della sua compagna e sodale Eva Kant. Un delirio optical in salsa lounge che ha sedotto pure Roman Coppola. Nell’intervista di Gabriele Acerbo, il figlio di Francis svela che per lui è il Diabolik della pop culture. Tant’è che gli ha reso omaggio con il suo film del 2001 “CQ” E, in fondo anche questa nuova edizione di “Kill Baby Kill! “è un tributo a un regista che Quentin Tarantino considera il suo eroe e che invece, molti giovani non conoscono. Questo volume, quindi, rappresenta una guida agile, divertente ed emozionante per esplorare il mondo di un regista visionario, geniale, spiritoso e non accora abbastanza celebrato.