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I Guardiani della Galassia Vol. 3, tra lacrime e risate. La recensione del film no spoiler

Cinema

Paolo Nizza

Al cinema in Italia dal 3 maggio, l'ultimo capitolo della trilogia firmata da James Gunn è una spassosa e commovente lettera d'amore nei confronti del gruppo più bizzarro, originale e simpatico dell'Universo Marvel

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Ace Bonner (Robert Preston): “Se questo mondo è tutto per i vincitori, che cosa resta ai perdenti?”

Junior Bonner (Steve McQueen) : “Qualcuno deve pur tenere fermi i cavalli”. 

In questo fulminante scambio di battute tratto da L’Ultimo Buscadero di Sam Peckinpah alberga l’essenza di I Guardiani della Galassia Vol. 3. Nelle sale cinematografiche italiane a partire da mercoledì 3 marzo, il film che chiude la trilogia iniziata nel 2014 è una spassosa, commovente, esuberante lettera d’addio ai Mavericks dell’Universo Marvel. Magari ritorneranno (mai dire mai quando si tratta di Multiversi e dintorni), ma non con la formazione che abbiamo imparato ad amare e conoscere. Questo capitolo conclusivo segna pure il commiato del regista James Gunn, passato alla Warner e alla DC film. E il cineasta che esordì con lo scult-movie Tromeo and Juliet ha scelto il modo più efficace, sincero e spettacolare di dire addio alla Disney e alla casa delle idee.

I Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama del film

Il mondo non sorride ai Misfits, agli Spostati della Galassia. Peter Quill (Chris Pratt) annega nella bottiglia il suo dolore per la pèrdita di Gamora (Zoe Saldana), assassinata da Thanos in Avengers: Infinity War. il leader, metà umano e metà celestiale  dei Guardiani, smaltisce la sbronza triste sulle note di Creep dei Radiohead. E mai canzone fu più azzeccata. Pare sentirlo biascicare: “But I’m a creep/I’m a weirdo/What the hell am I doing here?/I don’t belong here.  Star Lord non dovrebbe essere a singhiozzare nell’amena stazione di Ovunque (Nowhere), tuttavia è inutile piangere sul whisky versato. È tempo di riunire Drax il Distruttore (Dave Bautista), Nebula (Karen Gillan), Mantis( Pom Klementieff), Kraglin (Sean Gunn), Groot (che nella versione originale ha la voce di Vin Diesel) e partire per una missione impossibile, nella speranza di salvare la vita a Rocket (doppiato da Bradley Cooper). Al Wild Bunch si unisce pure Cosmo (apparso per la prima volta in Guardiani della Galassia Holiday Specialcane senziente dalle abilità psioniche, ottenuto in seguito a missione spaziale sovietica. Ma il manipolo di svalvolati e irrisolti arditi dovrà guerreggiare contro il malevolo Alto Evoluzionario, interpretato da Chukwudi Iwuji, e i suoi scherani, tra i quali spiccano il poderoso Adam Warlock (Will Poulter) e la sua feroce mamma Ayesha, dall’epidermide dorata che ha il volto della fascinosa australiana Elizabeth Debicki.

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James Gunn: "Rocket sono io!"

Monsieur Rocket c’est moi. Parafrasando la famosa affermazione pronunciata da Gustave Flaubert a proposito di Madame Bovary, James Gunn in I Guardiani della Galassia Volume 3, svela le proprie affinità elettive e financo emotive con il riottoso procione geneticamente modificato. Una sorta di doppelganger del regista, al centro di un avventura agrodolce, un ultimo walzer nello spazio tra risate e lacrime. Al netto delle sempre  abbacinanti scenografie, ai molteplici mondi rappresentati, agli incredibili make up prostatici, il punto di forza del trentaduesimo lungometraggio del Marvel Cinematic Universe sono gli affetti speciali, più che gli effetti. Come di rado accade nei più recenti cinecomic, a essere super sono i sentimenti e non i poteri. Sicché pure le responsabilità da assumersi, le scelte da compiere, assumono una valenza più autentica e stimolante, nonostante si tratti per lo più di personaggi nella forma niente affatto simili agli esseri umani. D’altronde, trattandosi della banda più sgarupata griffata Marvel, non poteva andare altrimenti. 

 

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La musica ribelle che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle

Insomma, l’ultimo volume di  I Guardiani della Galassia è un viaggio bizzarro, sorprendente e intrigante a bordo di un’astronave chiamata Bowie. E siccome al timone c’è James Gunn è in virtù della musica che le passioni godono di se stesse. Questa volta l’estasiante playlist, oltre a Creep  contempla, Crazy on You degli Heart, Since You Been Gone dei Rambow, In the Meantime degli Spacehog, Reasons degli Earth, Wind, and Fire, Do You Realize?? dei The Flaming Lips, We Care a Lot dei Faith No More, I'm Always Chasing Rainbows di Alice Cooper, San Francisco dei The Mowgli's, Poor Girl degli X , This Is the Day dei The The , No Sleep Till Brooklyn dei Beastie Boys,  Dog Days Are Over dei Florence + the Machine e Badlands di Bruce Springsteen.

E viene voglia di ballare, mentre sui titoli di coda scorrono, parimenti a polaroid, i momenti topici della trilogia e dell’episodio natalizio (Kevin Bacon compreso). Un emozionante sussidiario illustrato per salutare i supereroi meno omologati dell’universo. Ci mancherete intrepidi, adorabili, svitati Guardiani della Galassia.

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