Claudio Santamaria, tra la notte degli Oscar e la stagione 2 della serie Christian
CinemaL'attore sarà ospite, insieme a Costantino Della Gherardesca, della diretta della Notte degli Oscar dagli studi Sky condotta da Francesco Castelnuovo con Gianni Canova e Francesca Baraghini. Santamaria dal 24 marzo sarà tra i protagonisti della seconda stagione della serie Sky Original "Christian", in esclusiva su Sky e NOW. Ecco cosa ci ha raccontato, in attesa di conoscere i vincitori la 95ª edizione degli Academy Awards
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Lo potremo chiamar Jeeg Robot, visto che grazie all’interpretazione nel film di Gabriele Mainetti ha vinto un meritatissimo David di Donatello. Ma Claudio Santamaria è stato pure il mitico Pentothal, in Paz! il lungometraggio tratto dai fumetti di Andrea Pazienza e l’acchittato nel film Romanzo Criminale. Ha sfidato 007 in Casino Royale e prestato la voce al Batman più amato sul grande schermo, ovvero quello interpretato da Christian Bale.Senza dimenticare che ha doppiato Jacob Holland, il protagonista di Il Mostro dei mari, pellicola candidata quest'anno come miglior film di animazione. Insomma, è l’uomo giusto al posto giusto per commentare insieme a Costantino della Gherardesca, Francesco Castelnuovo, Gianni Canova e Francesca Baraghini la notte degli Oscar.(QUI LO SPECIALE). La 95ª edizione degli Academy Awards® sarà in diretta nella notte tra il 12 e il 13 marzo dalle 23.15 su Sky Cinema Oscar® (canale 303 di Sky e in streaming su NOW), su Sky Uno e in chiaro su TV8. E dal 24 marzo tornerà nei panni dell’emissario del vaticano Matteo, seconda stagione della serie Sky Original Christian, in esclusiva su Sky e NOW. Ecco cosa ci ha raccontato l’attore italiano
L'intervista a Claudio Santamaria
C’è un film o un’interpretazione che ti ha particolarmente colpito tra i titoli candidati agli Oscar?
Come film ho amato moltissimo The Fabelmans di Steven Spielberg. È una pellicola che mi ha toccato molto. Mi è piaciuto anche Gli Spiriti dell’Isola ed Everything Everywhere All at Once per l’incredibile costruzione e per il meccanismo narrativo che sono riusciti a inventare con quei mondi paralleli. Per quanto concerne le interpretazioni, sono rimasto colpito da Ana De Armas in Blonde. Anche il film (nonostante non sia stato nominato) mi ha colpito, al netto di certe ingenuità. È un’opera libera nello stile e nel suo essere un biopic non convenzionale, scomodo, a tratti disturbante. Come mi era capitato guardando Maps of The Stars di Davis Cronenberg o Mullholland Drive di David Lynch, Blonde mi ha fatto percepire tutta la ferocia di Hollywood. Ho trovato interessante anche Elvis, però ha un approccio molto più tradizionale.
Qual ‘è la tua opinione sullo schiaffo che Will Smith ha dato a Chris Rock durante la scorsa edizione degli Oscar? Per evitare che si possano ripetere incidenti simili durante la diretta, quest’anno l’Academy Award ha istituito una speciale unità di crisi.
Innanzitutto, speriamo che in questa edizione non accada nulla di simile, Non credo vada mai giustificato un atto di violenza, soprattutto durante uno show. Però Will Smith proprio quella notte avrebbe vinto l’Oscar per Una famiglia vincente - King Richard, film nel quale interpreta un padre padrone. Senza contare che il papà di Smith era un uomo violento, Credo che all’origine di questo gesto ci sia un conflitto interiore che Will ha con sé stesso. Ciò detto non ho trovato opportuna la battuta di Chris Rock e nemmeno ironica. Era una stilettata, una frase scorretta con l’aggravante di essere stata pronunciata davanti alla diretta interessata Jada Pinkett Smith.
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Nella tua carriera, hai vinto un meritatissimo David Di Donatello per Lo chiamavano Jeeg Robot e alcuni Nastri d’Argento. Hai mai pensato a cosa diresti se vincessi un premio Oscar?
Sicuramente ringrazierei le persone che hanno creduto in me. A volte ho fantasticato di pronunciare un discorso assolutamente folle. E soprattutto seguirei il consiglio di Ricky Gervais che nel 2020, quando condusse i Golden Globe, disse: "Se vincete un premio stanotte, non usate questo palco per fare discorsi politici. Non siete nella posizione di fare lezioncine al pubblico su nulla”. Sottolineerei invece l’importanza dell’impegno nel fare il lavoro dell’attore. Il nostro è un mestiere in cui non si smette mai di imparare. Certo, è un discorso che ha senso fare n Italia e non negli Stati Uniti, dove sanno che è necessario studiare, fare la gavetta. Nel nostro Paese, invece, a volte basta essere bellocci per credere di poter recitare.
Quindi, cosa ricordi della tua esperienza sul set di Casino Royale?
È stato meraviglioso. Su un set del genere è pressoché impossibile fallire. In Italia ci sono moltissimi attori bravi, come nel resto del mondo. Il talento è ovunque. Negli Stati Uniti si studia Il metodo Stanislavskij, da noi, invece, esistono una miriade di scuole non c’è un’uniformità di insegnamento. E poi la differenza è anche di budget, oltreoceano hai più tempo a disposizione per le riprese, affinché la scena venga perfetta. C'è lo Stand In, una controfigura utilizzata per fare prove luci al posto tuo, in modo che uno si possa concentrare sull’interpretazione. Nessuno viene a parlarti o a disturbarti prima di girare una scena. Esiste rispetto per il lavoro altrui che, sovente, non si trova in tanti set italiani.
Quest’ anno The Batman ha ottenuto tre candidature. Tu sei stato il doppiatore italiano di Christian Bale nella trilogia diretta da Nolan dedicata all’uomo pipistrello, Cosa provi quando ti capita di rivederli?
Quando li intercetto in tv, mi fermo per riascoltarmi. Avevo fatto doppiaggio da ragazzo, ma erano piccolissimi ruoli. In gergo si chiamano “turni di brusio” e sei insieme ad altre persone. Quindi si è trattato del primo grande personaggio che ho doppiato. Ho faticato molto all’inizio, ma non tanto per dare la voce a Batman. La cosa più difficile è stato trovare il giusto tono per Bruce Wayne. E' più facile quando il protagonista indossa una maschera o un costume. In fondo come è cresciuta l’interpretazione di Bale e si è evoluta la figura del vigilante di Gotham nel corso dei 3 film, così è migliorato anche il mio lavoro. Anche se somo abbastanza soddisfatto, oggi rifarei il doppiaggio di Batman Begins, mentre sono totalmente entusiasta di Il cavaliere oscuro - Il ritorno. Sono felice pure di aver doppiato l’Uomo pipistrello in The LEGO Movie, LEGO Batman - Il film, The LEGO Movie 2 - Una nuova avventura. Credo siano dei lungometraggi animati molto divertenti e acuti.
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Dal 24 marzo arriverà su Sky la seconda stagione della serie Christian. Come si evolverà il tuo personaggio?
In questi nuovi episodi, Matteo diventerà una figura centrale. Sarà costretto ad affrontare dei conflitti enormi e dei grandi dilemmi morali. Si troverà di fronte a dei bivi in cui risulterà difficile compiere la scelta giusta.
Al cinema ti vedremo dal 16 marzo con Educazione fisica, presentato alla 30ª edizione di Sguardi Altrove Film Festival. Che cosa puoi raccontarci del film diretto da Stefano Cipani?
È una pellicola potente. Un'opera che affronta un tema attuale e molto scomodo. È incentrato sui genitori di tre alunni che vengono convocati dalla preside in una palestra. I loro figli sono accusati di aver violentato una compagna. Quindi starà a loro decidere se essere omertosi e complici del loro reato o essere dei genitori adulti e responsabili e fargli scontare la giusta pena.