
Il 13 maggio del 1961 moriva uno dei più grandi protagonisti di Hollywood: da Fiore del deserto a Mezzogiorno di fuoco, ecco le sue pellicole più rilevanti

Nato nel Montana il 7 maggio del 1901, Gary Cooper si è imposto sin dai tempi del muto e nei decenni tra il '20 e il '50 del XIX secolo ha lavorato in centinaia di pellicole, imponendosi come uno dei più grandi attori di sempre, fino alla morte a soli 60 anni di età per un cancro alla prostata. Tra i suoi primi successi c'è Fiore del deserto, film sulla colonizzazione spesso senza scrupoli delle terre deserte nel West (©United Artists)

Nel 1927 Gary Cooper è il cadetto White in Ali di William A. Wellman, prima pellicola a vincere il premio Oscar per il Miglior film (e unico muto a riuscire nell'impresa). Il giovane attore ha una piccola parte, che però gli è di grande aiuto per imporsi a Hollywood (©Paramount)

Dopo essere stato protagonista in pellicole come Marocco, al fianco di Marlene Dietrich, Gary Cooper è ormai un divo: la consacrazione arriva con Addio alle armi, trasposizione cinematografica del 1932 del libro di Ernest Hemingway, a opera di Frank Borzage (©Paramount)

L'anno successivo è la volta di Partita a quattro di Ernst Lubitsch, commedia su un'americana in trasferta a Parigi che, corteggiata dal ricco principale, divide però le sue attenzioni fra un pittore e un autore teatrale (©Paramount)

Ne I lancieri del Bengala di Henry Hathaway, Gary Cooper è un tenente coraggioso, ma insubordinato di stanza nel nord-ovest dell'India, a cui vengono affidati due giovani ufficiali appena arrivati (©Paramount)

Grazie al ruolo di Mr. Deeds, generoso uomo di campagna che in È arrivata la felicità di Frank Capra, del 1936, eredita un'enorme somma di denaro e vede la sua tranquilla vita sconvolta, Gary Cooper si guadagna la prima candidatura come Miglior attore protagonista agli Oscar. Gli viene però preferito Paul Muni, interprete principale de La vita del dottor Pasteur (©Columbia)

Nel 1938 Cooper è protagonista assieme a Claudette Colbert de L'ottava moglie di Barbablù, in cui interpreta un ricco americano che si invaghisce della figlia di un nobile decaduto. A ostacolare la loro felicità è un piccolo particolare che lei fatica a ignorare: lui è stato sposato addirittura con altre sette donne (©Paramount)

Nel 1941 Gary Cooper torna a lavorare con Frank Capra in Arriva John Doe, al fianco di Barbara Stanwyck. Questa è una reporter che per farsi riassumere dal suo giornale si inventa un personaggio che attira l'attenzione del pubblico e poi "assume" un ex giocatore di baseball fallito per interpretarlo (©Warner)

Coop, come veniva soprannominato l'attore, lavora ancora la fianco di Barbara Stanwyck in Colpo di fulmine, pellicola di Howard Hawks del 1941 in cui la "pupa" di un gangster si rifugia da un gruppo di otto professori che vivono per conto proprio mentre sono intenti nella stesura di un'imponente enciclopedia (©RKO)

Negli anni '40 Gary Cooper è in un vero e proprio stato di grazia: nel 1942 vince il suo primo premio Oscar grazie alla sua incredibile performance ne Il sergente York di Howard Hawks, in cui interpreta un uomo dal passato burrascoso che va incontro a un "risveglio" religioso, ma si trova alle prese con gli orrori della guerra in seguito all'arruolamento. Il film è tratto dalla storia vera dell'eroe di guerra Alvin York (©Warner)

L'anno successivo arriva una nuova candidatura agli Oscar con L'idolo delle folle di Lou Gehrig, leggendario giocatore della Major League e dei New York Yankees, prematuramente scomparso a causa di una forma di sclerosi che divenne nota come morbo di Gehrig (©RKO)

Nel 1943 Gary Cooper torna a lavorare in un film tratto da un romanzo di Hemingway (ed è di nuovo candidato agli Oscar) in Per chi suona la campana di Sam Wood, autobiografia dello scrittore che racconta della sua esperienza nella guerra civile spagnola (©Paramount)
Ne la fonte meravigliosa di King Vidor, del 1949, Gary Cooper interpreta un geniale architetto che deve lottare per imporre le sue idee, che non vengono comprese dai suoi facoltosi committenti (©Warner)

Nel 1950 è ne Le foglie d'oro di Michael Curtiz, in cui interpreta un uomo che dopo aver ereditato la piantagione di tabacco dello zio torna nella sua città natale in Carolina del Nord, dove però non è ben visto dagli abitanti del luogo (©Warner)

Nel 1953 arriva il secondo Oscar come Miglior attore protagonista con Mezzogiorno di fuoco, il film cult di Fred Zinneman in cui interpreta lo sceriffo Willy Kane, intenzionato ad affrontare un gruppo di banditi in arrivo nella sua cittadina, nonostante la maggior parte degli abitanti gli abbia voltato le spalle (©United Artists)

Chiude il novero dei migliori film di Gary Cooper Dove la terra scotta, di Anthony Mann, uno degli ultimi successi dell'attore prima della morte nel 1961 (lo stesso anno il divo ricevette l'Oscar onorario (©United Artists)