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Oscar 2021, le previsioni di una serata diversa. Chi vincerà l'ambita statuetta?

Cinema

Denise Negri

©Getty

I pronostici per una serata che si preannuncia diversa da quella a cui siamo stati abituati. Con film in corsa mai così eterogenei tra di loro, Hollywood si prepara a dire la sua dopo un anno di film in streaming o mostrati in pochi, fortunati, festival

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E’ stato un anno difficile per il cinema e in parte continuerà ad esserlo anche nel periodo immediatamente successivo alla riapertura (in Italia) delle sale cinematografiche. L’Academy si è allineata alla crisi, per questo ha cambiato alcune regole di ammissione dei film agli Oscar, permettendo ad esempio anche alle pellicole uscite solo in streaming di parteciparvi.

Si è cercato anche di correre ai ripari dopo anni di polemiche su premi e votanti poco rappresentativi delle minoranze, rispondendo con una lista nuova e ben precisa di criteri di ammissione (che entrerà in vigore a tutti gli effetti nel 2024).

Di fatto però lo spirito di movimenti come “Oscar so white”, “Metoo”  o “Black Lives Matter” per citarli in ordine temporale, hanno già portato un vento di aria fresca che si rispecchia in una maggiore eterogeneità tra i film in corsa

I FAVORITI

Il favorito, sulla carta, con 10 candidature è il Film (con la F maiuscola) in bianco e nero di David Fincher, “Mank”, omaggio struggente e poetico al cinema della prima Hollywood oltre che narrazione del dietro le quinte della nascita di “Quarto Potere”. In tempi anche recenti sarebbe stato più facile immaginare una Holllywood che premia un film su Hollywood, in tempi odierni potrebbe però accadere che ci sia più attenzione e sensibilità verso quei film che anche il pubblico e non solo i giurati, possano aver sentito più affini al proprio quotidiano.

Primo della lista, visto anche quanto vinto fino ad ora, “Nomadland” di Chloè Zhao. La regista, produttrice e montatrice cinese originaria di Pechino, nemmeno 40enne, non solo è brava, molto brava, ma potrebbe essere la donna giusta nel momento giusto per le donne. Il suo affresco di una Frances McDormand nomade per scelta e per necessità, arrivata all’età della pensione senza un soldo per il fallimento dell’azienda in cui lavorava, parla a una classe media americana che stenta ad arrivare, appunto, a fine mese. Gli spazi sconfinati attraverso cui Fern (il nome del personaggio che l’attrice interpreta e con il quale concorre nella categoria Best Perfomance) sono quelli di un’America che sogna una libertà anche fatta di sabbia e rocce, tramonti visti dal Camper e parcheggi adibiti a mercatini ambulanti. Meno corale ma forse più innovativo il secondo film che vede dietro la macchina da presa una femmina.
“Una donna promettente è forse la vera rivelazione grazie ad Emerald Fennell, britannica al suo esordio alla regia, che racconta di una ragazza in cerca di una personale vendetta dopo lo stupro di gruppo subito anni prima dalla sua più cara amica. Sono cinque le candidature per questo film dark dal finale spiazzante in cui Carey Mulligan regge interamente sulle sue spalle la storia di una donna segnata da un destino che non si sarebbe mai scelta liberamente.

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LA SOPRESA DI MINARI

La voglia invece di costruire per la propria famiglia un futuro migliore nella terra promessa dell’Arkansas è alla base di “Minari” di Lee Isaac Chung.  Qui troviamo una famiglia che dalla Corea arriva negli Stati Uniti, cercando l’indipendenza economica nell’agricoltura. Prodotto dalla Plan B di Brad Pitt, manifesto di inclusione e nominato per sei statuette è il classico outsider che potrebbe stravolgere previsioni e certezze e che tra l’altro è previsto in sala il 26 aprile e su Sky Cinema Due il 5 maggio.

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CHI HA POCHE CHANCE

Se il didascalico ma teatralmente ineccepibile “Il processo ai Chicago 7” di Aaron Sorkin rischia di rimanere a bocca asciutta, il buono ma non perfetto Judas and the Black Messiah” potrebbe far vincere a Daniel Kaluuya o a Lakeith Stanfield, la statuetta come migliore attore non protagonista per la quale sono entrambi candidati. Sembra quasi scontato invece che Gary Oldman per “Mank” e Anthony Hopkins per “The Father” debbano cedere il passo all’oscar postumo (e meritato) per Chadwick Boseman nella sua ultima performance in “Ma Rainey's Black Bottom", prima di morire a 43 anni per cancro.

Più difficile la scelta per le donne: potrebbe essere Vanessa Kirby a spuntarla come Miglior attrice protagonista nel film “Pieces of a Woman” la storia di una donna devastata dalla perdita della figlia dopo un parto naturale in casa.

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ITALIA AGLI OSCAR

Il tifo italiano è per “Pinocchio” di Matteo Garrone candidato al Miglior Trucco e Miglior Costumi e naturalmente per Laura Pausini candidata per la Miglior Canzone Originale “Io sì” nel film “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti con Sophia Loren. In ogni caso, premi a parte, la vittoria per tutti sarà godere di uno spettacolo il più possibile simile a quelli a cui eravamo abituati prima della pandemia.

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