Una storia di disperazione, anarchia e lotta. Ma anche un percorso verso la luce e la speranza. Niccolò Ammaniti ci parla della serie "Anna" in onda dal 23 aprile sui canali Sky.
“È la storia di un’avventura, di due fratelli che devono affrontare un bosco per superare i limiti della loro condizione estrema perché sono vivi in un mondo senza adulti”. Niccolò Ammaniti presenta così “Anna” la serie Sky Original di cui è anche regista oltre che sceneggiatore insieme a Francesca Manieri, tratta dal suo omonimo romanzo pubblicato nel 2005.
Una pandemia chiamata “La Rossa” uccide gli adulti e i protagonisti della serie in sei episodi (tutti disponibili on demand) si trovano a vivere in un mondo distopico, una Sicilia abbandonata in cui mettere in discussione tutte le regole.
“Immaginare un mondo di bambini significava un presente senza più memoria in cui ogni giorno vale di per sé”, dice Ammaniti.
L’ANARCHIA E LA SPERANZA
Se la pandemia per lo scrittore è stata un’ipotesi narrativa, la storia si sviluppa attraverso il coraggio di Anna nel voler dare un futuro al fratello.
Bisogna immaginare che ci possa essere altro perché “nel conflitto, prosegue Ammaniti, emergono quelle che sono le nostre più forti necessità, come la speranza. Una crepa di luce è sempre presente, bisogna solo cercarla”.
Il mondo nel quale si muovono i bambini è un “mondo pieno di anarchia, ci sono delle forme di strane società inventate, di gruppi che si differenziamo per i colori, perché l’idea di una totale libertà diventa anch’essa una regola”.
IL LIBRO DELLE COSE IMPORTANTI
Si chiama così il libro che la mamma di Anna e Astor compila in procinto di morire: una specie di manuale di sopravvivenza, sia pratica che emotiva, per il dopo. Fondamentale nella serie il concetto “della memoria che i genitori tramandano ai figli, dice Ammaniti, perché è una condizione necessaria per immaginare un futuro”.
* Anna, scopri tutto nello speciale sulla serie *
GIULIA DRAGOTTO ED ELENA LIETTI
“Di Anna mi ha affascinato il coraggio”, dice la giovane attrice (Giulia Dragotto) che la interpreta nella serie. “Io non so come avrei agito. La sua tenacia, la sua forza nel continuare a sperare nonostante la situazione mi hanno davvero impressionata”. Elena Lietti è Maria Grazia, la loro mamma, e per lei è stata un’esperienza davvero “molto dura e intensa, anche per il solo fatto di dover condividere con dei bambini così piccoli delle scene così forti”, dice l’attrice.
IL CONFLITTO
“Il male è presente in tutte le storie che ho scritto, conclude Ammaniti, se non ci fosse il male non ci sarebbe il bene, non ci sarebbe dunque conflitto e quindi non ci sarebbero le storie. Però quello che maggiormente emerge in questa narrazione è l’amore che lega questo fratello con questa sorella; Anna prova per il piccolo Astor una tenerezza tale fino a diventarne sostanzialmente madre”.