"We Are Who We Are": una serie ambiziosa, coraggiosa, emozionante, che parla di noi

Serie TV

Presentato "il film in otto atti" di Luca Guadagnino, in onda su Sky dal 9 ottobre: una storia adolescenziale tra Italia e America. E il regista conferma il cameo di Timothée Chalamet

È una delle serie tv più attese dell'autunno, e non solamente in Italia: il 9 ottobre su Sky Atlantic sbarca We Are Who We Are, il primo lavoro per la tv di Luca Guadagnino, il regista palermitano che negli ultimi anni si è ritagliato una dimensione internazionale dopo i successi mondiali di Io sono l'amore e soprattutto di Chiamami col tuo nome che ha ricevuto quattro nomination all'Oscar, aggiudicandosi quello per la sceneggiatura.

Ambientato in una base militare americana in Italia, We Are Who We Are è una storia adolescenziale che vede al centro della scena Fraser (Jack Dylan Grazer) e Caitlin (Jordan Kristine Seamón), due ragazzi di 14 anni alle prese con le scoperte e i classici problemi dell'adolescenza. Attorno a loro un cast di attori giovani (citiamo almeno Francesca Scorsese, figlia del grande Martin) che compongono un gruppo di personaggi ben scritti e rappresentati, a cui la sceneggiatura (di Paolo Giordano e Francesca Manieri) si accosta con coraggio, originalità e senza stereotipi: per esempio, le due madri di Fraser, Maggie e Sarah (rispettivamente interpretate da Alice Braga e Chloë Sevigny), lavorano entrambe nell'esercito e hanno sviluppi e archi narrativi sorprendenti, molto lontani dall'immaginario della comunità LGBTQI.

 

A riprova del magnifico clima instauratosi sul set, alla conferenza stampa di presentazione erano presenti anche tutti gli attori principali, messi insieme dalla direttrice del casting Carmen Cuba (la stessa di Stranger Things, e non solo) e collegati in streaming: celebrità come Chloë Sevigny o debuttanti come i due protagonisti Jordan Kristine Seamón e Jack Dylan Grazer, interprete di Fraser, che Guadagnino ha definito “uno dei più grandi attori viventi, un fool shakespeariano che ha la saggezza di un uomo di 80 anni”. Il non volersi accontentare e il puntare in alto è il tratto distintivo di una serie ambiziosa, subito ricoperta di elogi negli Stati Uniti: “un atto di tracotanza” secondo lo sceneggiatore Paolo Giordano, adeguato a quel sentimento di hybris che è tipico dell'adolescenza. “Ma senza dimenticare l'autenticità della rappresentazione, a cominciare dal meltin-pot che mischia tutti i diversi tipi di americani” ricorda Guadagnino, come sempre maniaco del dettaglio e della precisione, a cominciare dal dialetto chioggiotto parlato dagli “indigeni” di una serie ambientata in una base militare americana del Veneto. 

 

Luca Guadagnino ha raccontato che lo spunto iniziale gli è stato fornito dall'amica Amy Adams, nata a Vicenza perché suo padre era un militare di stanza nella base di Ederle, in Veneto. “E se invece di raccontare la periferia americana”, si chiede Guadagnino nelle note di regia, “immaginassimo una comunità molto specifica come quella di un gruppo di soldati espatriati all'estero con le loro famiglie?”. Perciò, proprio come in Chiamami col mio nome l'Italia (in particolare la zona del Cremasco) faceva da sfondo alle storie private di un gruppo di facoltosi americani, We Are Who We Are racconta la vita e gli affetti di un microcosmo di persone lontane dalle proprie radici, in terra straniera. Il regista cita l'influenza di un regista come il francese Maurice Pialat nella delicatezza dello sguardo e nel rifiuto di ogni tesi: “Il suo spirito aleggia su tutta questa serie che amo definire 'un film in otto atti'. Pensando anche al cinema corale di maestri come Demme, Altman, Rossellini o Fellini, in cui ogni personaggio, anche il più piccolo, era talmente vero da rimanere impresso nell’immaginario collettivo, abbiamo cercato di dare una dignità a tutti senza creare una gerarchia rispetto all’importanza degli attori o dei personaggi”. E svela che sì, c'è davvero un cammeo di Timothée Chalamet su cui si è scritto molto sui social nelle ultime settimane: “Ma non è l'unico amico che è passato a trovarci sul set”.

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We Are Who We Are, la serie tv di Luca Guadagnino arriva su Sky. FOTO

We Are Who We Are è una tappa importante per Sky, un progetto diverso da tutto quanto fatto fino ad oggi, una storia di adolescenza che parla a tutti, che riguarda tutti”, ha dichiarato Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming di Sky Italia. “Con questa serie Luca conferma la sua capacità fuori dal comune nello sfiorare le sensibilità private, nel raccontare le difficoltà di vivere nel mondo di oggi e dell’evoluzione della società e dei suoi costumi. In questo caso va addirittura oltre, perché indirizza sui teenager questa sua straordinaria capacità descrittiva degli stati d’animo, trattando la complessità dell’interazione con l’altro, la scoperta di sé, nell’età delicatissima e impenetrabile in cui tutto questo comincia. Siamo quindi molto orgogliosi di essere al suo fianco per il suo primo progetto televisivo, insieme a HBO, The Apartment, Wildside e Small Forward in un racconto davvero unico, una storia che parla di identità e di appartenenza, attraverso i suoi giovani straordinari protagonisti e il mondo di adulti che li circonda. We Are Who We Are dice e mostra qualcosa di molto profondo e lo fa sin dal titolo, che è una dichiarazione di libertà: siamo - e vogliamo essere - ciò che siamo”.

 

We Are Who We Are è una coproduzione Sky-HBO; Luca Guadagnino è lo showrunner, produttore esecutivo, sceneggiatore e regista; la serie è prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment e Mario Gianani per Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Small Forward, insieme a Guadagnino, Elena Recchia, Nick Hall, Sean Conway e Francesco Melzi d’Eril; è scritta da Paolo Giordano e Francesca Manieri insieme a Guadagnino. Distributore internazionale: Fremantle.

 

We Are Who We Are debutterà in esclusiva per l’Italia il 9 ottobre su Sky e in streaming su NOW TV.

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