Nel primo anniversario della scomparsa dello straordinario autore italiano, morto il 19 luglio del 2019 per un male incurabile, riguardiamo assieme il suo "Boris - Il film", in onda su Sky Cinema. E per ricordare Mattia con il suo spirito e la sua insuperabile vis comica, ripercorriamo la top ten di frasi memorabili della serie da lui ideata
Un anno fa scompariva un nome che ha segnato indelebilmente lo schermo italiano, sia piccolo sia grande.
Mattia Torre (FOTO) se n’è andato per un male incurabile, lasciandoci - per citare lui e la sua serie Boris - F4: basiti. Davvero basiti per la sua scomparsa.
Nel giorno dell’omaggio a Mattia Torre e Boris - Il film, in onda su Sky Cinema per celebrarlo, vogliamo ricordare assieme a voi le 10 citazioni più iconiche e cult della serie e del film nati dalla penna di Mattia.
Con quello spirito di leggerezza mai banale e nient'affatto superficiale che lo contraddistingueva, ridiamo assieme a lui e grazie a lui, con le frasi più indimenticabili della serie e del film Boris. Ridiamo per non piangere. Ciao Mattia.
01) Dai, dai dai! - René Ferretti
René è il motivatore numero uno, quello che non crede minimamente nella qualità di ciò che sta girando ma punta tutto sulla quantità. Per questo motivo la sua esortazione preferita è proprio il “Dai, dai, dai!” con cui cerca di incalzare attori e troupe. Il tutto per finire presto di girare, dato che è in perenne ritardo sul piano di produzione.
Quando tatuarvela: in ogni momento della vita che richiede una spinta di motivazione pura, la cit. tipica di René Ferretti calzerà a pennello.
Dove tatuarsela: sul polpaccio, come esortazione a darvi una mossa.
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02) Nella fiction la fotografia non deve essere più bella di quella della pubblicità, sennò la gente cambia canale - Duccio Patanè
Se siete fotografi, pubblicitari o produttori televisivi (quindi stiamo parlando già dell’80% della forza lavoro di Milano, ad esempio), questa citazione di Duccio è troppo bella per lasciarvela scappare.
È un’ottima scusa per smarmellare e curare la fotografia “a cazzo di cane”, altra citazione memorabile di Boris.
Chi può tatuarsela: chiunque lavori con un obiettivo. Non in senso di scopo ma proprio di cinepresa, macchina fotografica e via dicendo.
Dove tatuarsela: sull’avambraccio, posizione perfetta per fare il gesto dell’ombrello a chiunque vi contesti una fotografia pessima.
03) Io considero Kubrick un incapace! Lo considero il classico esempio di instabilità artistica. È uno che affrontava un genere, falliva e passava a un altro genere. Come lo vogliamo chiamare? Eh? - Stanis La Rochelle
Il pregio di Stanis è quello di spiazzare. Il protagonista de Gli occhi del cuore riesce a dire castronerie che mai nessuno nemmeno penserebbe. E lui le dice con una convinzione tale che quasi quasi gli dai ragione. Nel caso di Kubrick, nessuno oserebbe mai dire di un genio del genere che è un incapace. Ma se lo fa Stanis ci ridiamo su e, per un attimo, ci riflettiamo. Poi rinsaviamo e subito capiamo che ha detto una delle sue solite “larochellate” e andiamo oltre.
Chi può tatuarsela: chi lavora nel cinema e ha voglia di attaccare briga con chiunque.
Dove tatuarsela: meglio dove non la possono leggere tutti. Così almeno la “tirerete fuori” solo quando la situazione non sarà da insulto assicurato. Anche se è proprio il suo bello...
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04) A noi la qualità c’ha rotto er cazzo! - René Ferretti
René Ferretti è l’Osho moderno a cui si devono frasi così filosofiche che ciao Milan Kundera.
Nella top ten di sue cit. e di frasi in generale di Boris rientra a pieno titolo “A noi la qualità c’ha rotto er cazzo!”. Così esordisce René presentando Gli occhi del cuore 3. E aggiungendo un’altra frase ugualmente degna di un tattoo: “Perché un’altra televisione diversa, è impossibile!”.
Chi può tatuarsela: qualsiasi fan di Boris, innanzitutto. E chiunque sappia che lavorare di fino… non serve quasi mai, tanto chi lo nota?
Dove tatuarsela: sul polso, per leggerla sempre ogni volta che si fanno andare le mani.
05) Se mi permetti, a cazzo di cane, non ci crederai, ma funziona sempre - René Ferretti
René colpisce ancora e lo fa dritto dritto al cuore con questa frase epica. Una frase che racchiude in sé il modus operandi che sta alla base de Gli occhi del cuore. Sceneggiatori che schiacciano tasti a caso, attrici cagne, attori fuori di testa, direttori della fotografia che più che occhio hanno naso… (questa è sottile ma poi arriva).
Chi può tatuarsela: chiunque creda che René Ferretti sia il nuovo Spinoza.
Dove tatuarsela: sul bicipite. Così, per trovare un posto a ca**o di cane (che funziona sempre).
06) La ristorazione è l'unica cosa seria in questo Paese - Arianna Dell'Arti
Arianna, l’assistente alla regia di René, è la più giovane della troupe ma anche la più saggia. Una delle frasi più vere che questo personaggio meraviglioso pronuncia nel film è questa. Una cosa che in tanti pensano (nonché ciò che molto ci invidiano in tutto il mondo).
Chi può tatuarsela: chi lavora nella ristorazione, ovviamente.
Dove tatuarsela: sull’avambraccio, per mostrarla con orgoglio ai clienti tra una portata e l’altra.
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07) F4: basito - gli sceneggiatori de Gli occhi del cuore
I tre personaggi degli sceneggiatori de Gli occhi del cuore (interpretati da Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti) hanno reso il tasto F4 il più iconico. È quello a cui è collegata la parola “basito”, ossia l’indicazione per la recitazione degli attori preferita dagli sceneggiatori della fiction. Quando non sanno come rendere una scena, è un tripudio di F4 insomma.
Potete tatuarvi solo F4: il tatuaggio sarà eloquente per qualsiasi fan di Boris.
Chi può tatuarselo: sceneggiatori in primis. Gente spesso basita anche.
Dove tatuarselo: sulla spalla.
08) Smarmella, apri tutto - Duccio Patané
È ciò che più caratterizza Duccio. O meglio: l’unica indicazione che il direttore della fotografia de Gli occhi del cuore sa dare. Si ricollega alla sua citazione precedentemente riportata, ossia “Nella fiction la fotografia non deve essere più bella di quella della pubblicità, sennò la gente cambia canale”.
Chi può tatuarsela: chiunque. È troppo bella e va bene per tutti.
Dove tatuarsela: sul dorso della mano.
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09) Una volta c'erano i ruoli, per gli attori. Adesso li fa tutti Favino - Nando Martellone
Nella terza stagione di Boris il personaggio di Nando Martellone pronuncia quella che si rivelerà una profezia per Pierfrancesco Favino. L’attore italiano tra i più amati in patria e all’estero, appena insignito del Nastro d’argento per la sua interpretazione di Craxi in Hammamet, ha avuto da Martellone una specie di benedizione.
Chi può tatuarsela: Favino.
Dove tatuarsela: anche in fronte da quanto è vera.
10) Gli straordinari di aprile - Biascica
Biascica parla poco (e biascica, appunto), non si capisce quasi niente di quello che dice (più che in romanesco in aramaico) però quando parla degli straordinari d’aprile sembra che il mondo si fermi. La questione degli straordinari d’aprile va oltre la tangibilità, oltre la dimensione terrena. Gli straordinari d’aprile sono una metafora, un simbolo, un po' come la valigetta piena di luce di Pulp Fiction o il monolite di 2001: Odissea nello spazio (sempre che Stanis ci passi la citazione di Kubrick).
Chi può tatuarsela: gli stacanovisti.
Dove tatuarsela: sulla schiena.
E per finire questa lista di 10 citazioni cult da Boris, terminiamo con le mitiche parole di René: Stop! Ottima!