Boris, Francesco Pannofino parla del successo della serie tv

Serie TV

Matteo Rossini

Dal successo della serie tv alla situazione del mondo del cinema nell’attuale emergenza dominata dal Coronavirus, Francesco Pannofino si è raccontato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Dopo circa dieci anni dalla messa in onda dell’ultimo episodio, Francesco Pannofino è tornato a parlare di Boris in un’intervista realizzata dal Corriere della Sera. L’attore e doppiatore ha spiegato il motivo per il quale secondo lui la serie televisiva è ancora molto amata dal pubblico.

Francesco Pannofino: “Raccontava cose vere e non diverse da quelle di oggi”

Francesco Pannofino, classe 1958, è uno degli artisti più talentuosi e amati da pubblico e critica. Nel corso della sua carriera il doppiatore e attore ha preso parte a innumerevoli produzioni di grande prestigio e successo, tra queste Boris, la serie televisiva con protagonisti Pietro Sermonti e Carolina Crescentini.

 

Il Corriere della Sera ha intervistato l’attore che nella serie tv ha avuto il compito di rivestire i panni del regista René Ferretti, queste le sue parole: “Raccontava cose vere e non diverse da quelle di oggi. E certe dinamiche e gerarchie sono esperienze comuni in cui tutti possono riconoscersi. Come con Coso, lo stagista, o meglio 'lo schiavo' interpretato da Alessandro Tiberi, di cui nessuno ricorda il nome e che tutti chiamano Coso”.

 

In seguito Francesco Pannofino ha aggiunto: “La serie era scritta benissimo da autori lasciati liberi anche di scegliere il cast, senza che nessuno piazzasse raccomandati vari. Noi attori sappiamo bene che puoi arrivare su un set e dire: non ci posso credere”.

 

Francesco Pannofino: “La ripresa dei set la vedo lontana”

In seguito l’attore ha rivolto un pensiero all’attuale emergenza legata al COVID-19 (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI - LA MAPPA): “Ho dovuto interrompere la tournée di Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek. La ripresa dei set la vedo lontana, non immagino attori che a breve si abbracciano e bacino”.

 

Infine l’artista ha dichiarato di riuscire a portar avanti i progetti come doppiatore: "Il doppiaggio, invece, sta ripartendo. Ho appena fatto una piccola sessione di speakeraggio. I protocolli prevedono che gli attori registrino separatamente e le voci vengano unite dopo. Succedeva già prima, ora è la regola, con la sanificazione fra uno e l’altro e senza la seduta di chiacchiere nel salottino di attesa”.

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