Beatrice Venezi contestata, la protesta dei lavoratori della Fenice di Venezia
Un vespro di Monteverdi davanti alla gradinata storica della stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia ha avviato la manifestazione contro la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale del Teatro, che sarebbe avvenuta senza confronto con il personale. Presenti lavoratori dei teatri alla Scala di Milano, Regio di Torino, Comunale di Bologna, Arena di Verona e Verdi di Trieste
È iniziata alle ore 15 di oggi, lunedì 10 novembre, con un vespro di Monteverdi davanti alla gradinata storica della stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia, la manifestazione di protesta dei lavoratori del Teatro La Fenice contro la nomina a direttrice musicale di Beatrice Venezi, che dovrebbe entrare in carica dal 2026.
Sciopero alla prima della Fenice contro la nomina di Beatrice Venezi
È la seconda mobilitazione delle maestranze dopo la proclamazione dello stato di agitazione a fine settembre.
Orchestra de La Fenice contro la nomina di Beatrice Venezi a direttore
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il sovrintendente Nicola Colabianchi, il sindaco Luigi Brugnaro e la stessa Venezi non intendono retrocedere. "Ci sarà un lieto fine su La Fenice, ne sono certo", aveva dichiarato nei giorni scorsi Giuli.
Beatrice Venezi nominata direttrice musicale del Teatro La Fenice
"Siamo qui per ricordare che La Fenice vive grazie a chi la costruisce ogni giorno, con il proprio lavoro, la propria arte e la propria passione", aveva sottolineato la Rsu. "La nostra voce continuerà a farsi sentire finché trasparenza, dialogo e meritocrazia torneranno al centro della vita del Teatro".
Per i lavoratori, la nomina sarebbe stata un’imposizione dall’alto, mentre per il sovrintendente Nicola Colabianchi un modo per difendere l’immagine del Teatro. Oggi, poco prima delle ore 15.30, centinaia di persone si sono mosse in corteo ordinato verso la sede in Campo San Fantin. Presenti lavoratori dei teatri alla Scala di Milano, Regio di Torino, Comunale di Bologna, Arena di Verona e Verdi di Trieste. (Nella foto: lo sciopero del 17 ottobre de La Fenice con l'assemblea-concerto e lo sciopero dell'opera Wozzeck, che doveva aprire la stagione lirica).
La nomina aveva incrinato il rapporto tra direzione e maestranze del Teatro. Secondo gli orchestrali, "il direttore Venezi non ha mai diretto né un titolo d’opera, né un concerto sinfonico pubblico in cartellone alla Fenice. Il suo curriculum non è minimamente paragonabile a quello delle grandi bacchette che, in passato, hanno ricoperto il ruolo di direttore musicale di questo Teatro. Venezi non ha mai diretto nei principali teatri d’opera internazionali, né il suo nome compare nei cartelloni dei più importanti festival del panorama musicale mondiale”.
“A sole ventiquattr’ore dall’annuncio si registrano disdette da parte di abbonati storici, un danno non solo economico per il Teatro, ma soprattutto d’immagine e di credibilità”, avevano proseguito in una lettera, dove avevano inoltre ritenuto “inaccettabile sacrificare la fiducia di un pubblico fedele”.
La Rsu aveva quindi inteso "richiamare l’attenzione pubblica e istituzionale sulla recente nomina della nuova direttrice musicale, avvenuta senza alcun confronto preventivo con il personale, nonostante le rassicurazioni ricevute in precedenza dal Sovrintendente, e per ribadire la richiesta di un confronto reale tra direzione e lavoratori nelle scelte che riguardano il futuro del Teatro".
"Un passo dopo l'altro, abbiamo scelto di esserci e di far sentire la nostra voce. Siamo qui perché crediamo nel valore del dialogo, della trasparenza, del rispetto e perché questi valori sono stati traditi", ha dichiarato oggi Emiliano Esposito, artista del coro del Teatro La Fenice, secondo il quale la nomina di Venezi "è arrivata senza ascolto, e nonostante il sovrintendente ci avesse assicurato che prima ci sarebbe stato un confronto. Una promessa che ha tradito. Quando si parla del futuro del teatro, non si può escludere chi il teatro lo fa vivere".
"Un passo dopo l’altro, la nostra voce", recitava lo slogan della protesta. Intanto, negli scorsi giorni, Colabianchi aveva fornito i dati sulla crescita degli abbonamenti de La Fenice: "Il 7 per cento in più di nuovi abbonati. Ottanta nuovi, contro tre cancellati. E c’è tempo ancora fino al 19 novembre per abbonarsi".