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Chiara Ferragni, la prima collaborazione dopo lo scandalo del Pandoro è con Goa Organics

Spettacolo
Foto tratta dal profilo Instagram di Chiara Ferragni

L'imprenditrice digitale ricomincia sotto la guida di un nuovo management come beauty ambassador di un marchio spagnolo e vegano di haircare. La polemica di Selvaggia Lucarelli: “Dalla Birkin in coccodrillo allo shampoo vegano”

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Dopo lo scandalo Balocco, meglio noto come pandoro-gate, Chiara Ferragni ricomincia come beauty brand ambassador di Goa Organics, un marchio spagnolo e vegano di haircare. Camicia bianca, gonna lunga grigia e décolleté di Gucci, la mattina del 16 settembre l’imprenditrice digitale ha incontrato la stampa locale a Madrid, come aveva annunciato poco prima nelle stories Instagram. “Sono ufficialmente l’ambassador di Goa Organics. Sono ormai mesi che uso i loro prodotti, sin da quando ho incontrato Alejando e Mar all'inizio dell'anno, e posso vedere e sentire come sono sani e soffici i miei capelli”, ha scritto. Dopo la separazione da Fedez e il licenziamento dell’ex manager Fabio Maria Damato, la nuova avventura inizia sotto la guida di un rinnovato team di comunicazione che intende ricostruire la credibilità di Ferragni alla quale, intanto, Goa Organics ha dato sui social un caloroso benvenuto. Un piccolo passo per superare la scelta di diversi marchi, come Pantene, Nespresso, Safilo e Tod’s (per il quale era in consiglio di amministrazione), di terminare le loro collaborazioni con l’imprenditrice.

SELVAGGIA LUCARELLI: "COME SE IO DISTRIBUSSI L'ULIVO DELLA PACE"

Il nuovo capitolo della vita di Chiara Ferragni ha tuttavia sollevato le polemiche di Selvaggia Lucarelli, autrice del libro Il vaso di Pandoro. Ascesa e caduta dei Ferragnez. “Dalla Birkin in coccodrillo allo shampoo vegano”, ha scritto la giornalista nella sua newsletter. “Dopo il Pandoro Gate e anni tra pellicce, jet privati, aperitivi su ghiacciai in elicottero, spot per McDonald's e Aia, Ferragni torna con un improbabile adv vegano (per un marchio molto misterioso)”, ha proseguito. Anche se la nuova collaborazione “potrebbe essere una buona notizia per lei, che in Italia è ancora considerata una testimonial pericolosa da un punto di vista reputazionale”, secondo Lucarelli “va bene tutto, ma Chiara Ferragni testimonial di qualcosa di vegano è come se io distribuissi l’ulivo della pace in Chiesa”.

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