"La cosa più bella è stata vedere l’Italia di notte" dallo spazio: queste le parole del colonnello dell'areonautica militare in collegamento da Houston dopo aver preso parte alla Axiom Mission 3. Il pilota, dopo una settimana di monitoraggio da parte dei medici dopo il rientro sulla Terra, ha superato tutti i test
"L’emozione è stata fortissima fin dal decollo", lo ha detto Sky TG24 l'astronauta Walter Villadei, in collegamento da Houston dopo essere rientrato dalla Stazione Spaziale Internazionale dove ha preso parte alla Axiom Mission 3. Il pilota è rimasto 21 giorni in orbita: "La cosa più bella è stata vedere l'Italia" dallo Spazio. Il colonnello dell'areonautica militare, rientrato il 9 febbraio dalla missione, ha confermato di stare bene e di aver superato tutti i test: "Ho anche già ripreso a fare un po' di attività fisica". Poi è entrato nel dettaglio della missione a cui ha preso parte.
L'esperienza sulla Iss: "Una grande emozione"
La prima domanda è stata sulle condizioni fisiche dopo aver passato 21 giorni nello Spazio. "Va benissimo, è prevista una settimana di monitoraggio medico dopo il rientro. Abbiamo fatto tutti i test che sono andati assolutamente bene e abbiamo iniziato anche a fare un po' di attività fisica", ha assicurato Villadei. "Un recupero sorprendente e anche molto rapido", ha aggiunto. Poi ha parlato delle sensazioni provate dopo il decollo e durante la sua prima esperienza nello Spazio. "Tanti anni d'addestramento hanno aiutato a essere pronti a questo addestramento - ha spiegato - le emozioni del vivere questa esperienza sono però completamente nuove. L'emozione è stata fortissima fin dal decollo che è uno di quei momenti più forti anche dal punto di visto fisico fino ad aprire il portellone ed entrare nella Stazione Spaziale"."L'emozione più forte non posso negarla - ha aggiunto - è stata durante il primo giorno in cui abbiamo sorvolato da Nord a Sud l'Italia durante la notte, vedere questo Paese straordinario ricoperto di luci dallo spazio è stata un'emozione fortissima".
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La giornata a bordo dell'ISS
Spiegando che i dottori avevano già anticipato che nello Spazio alcuni astronauti possono avere alcune difficoltà nel prendere sonno, Villadei ha però confessato di non aver problemi: "Sin dal primo giorno sono riuscito a dormire tutte le ore che erano previste e molto bene. Come pilota della Dragon avevo anche la fortuna di dormire nel Dragon il che significava avere due finestre dalle quali affacciarsi per vedere la Terra sia al mattino sia la sera prima di andare a letto". Riguardo alle attività, l'astronauta ha confermato che sono molto ben scritturate, "le giornate sono intense ma a un livello che consente di svolgere i propri compiti in maniera non eccessivamente stressante. Si inizia alle 6, c'è un periodo dalle 6 fino alle 7.30 in cui ci si prepara, si fa colazione, poi si inizia un giro di conferenze con la Terra. Poi ogni astronauta ha una missione da compiere in 5 minuti e questo fino alle 18.30 o alle 19.00 quando rifacciamo una chiusura, un giro di conferenze e poi possiamo rilassarci".
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Villadei: "Un equipaggio di 11 persone con 9 nazionalità diverse"
"È stata una missione particolare perché dal segmento americano con otto persone, più i tre colleghi russi rappresentavamo sostanzialmente nove nazionalità su un equipaggio di 11 persone - ha detto Villadei - e questo è una dimostrazione del fatto che lo spazio continua a essere un contesto favorevole per promuovere la cooperazione e la collaborazione internazionale". Alla missione Axiom 3, oltre al colonnello italiano, hanno preso parte il primo astronauta turco, un astronauta svedese, uno americano e uno spagnolo, ha raccontato il pilota aggiungendo che "la coesione che si è creata durante i mesi di addestramento con professionisti di grande valore è stata fortissima ed è anche una delle cose più belle dal punto di vista umano".
Come funziona l'Iss e il ruolo dell'Italia
"L'Iss è una casa in continua evoluzione, ci sono sistemi che vengono attivati e altri che vengono sostintuiti - è la descrizione della Stazione Spaziale di Villadei - è anche un progetto che è stato concepito e sviluppato negli anni '80 - '90" e oggi è diventato "un'infrastruttura abbastanza vecchia ma ancora efficiente da mantenere in operazione ed è per questo che la Nasa e la comunità internazionale stanno pensando di realizzarne altre nove". A riguardo l'astronauta ha sottolineato il rapporto importante che l'Italia ha costruito con Axiom Space che si è fatta promotrice di questa missione "ma che sta in realtà costruendo una nuova stazione spaziale e questo apre un tema importante riguardo alle opportunità che il nostro Paese, con tante eccellenze non solo del settore aerospaziale, possono apportare a queste infrastrutture".
Il decollo, l'arrivo e la cupola
"Il decollo e l'arrivo sono momenti di grande concentrazione, non li definirei convulsi perché siamo addestrati" a ciò che accade "chiaramente sono dei momenti intensi perché in 8 minuti si passa da essere a Terra fermi a 28mila km/h a 220mila km di altitudine, quindi sono momenti in cui sia l'organismo sia il lanciatore sono sottoposti a sollecitazioni meccaniche e termiche notevoli. al rientro sorprende come il peso della gravità si faccia sentire", ha descritto Villadei. "Il cervello si abutua a costruire un modello mentale completamente differente in microgravità - ha evidenziato - il riadattamento alle condizioni terrestri richiede del tempo e questo dimostra come è estremamente flessibile la nostra capacità di adattamento". Riguardo alla cupola, l'astronauta ammette che "è qualcosa di straordinario, Sembra di assistere alla Cappella Sistina nella sua bellezza quando si passa dal giorno alla notte. Vedere la transizione del Sole che tramonta dietro la Terra e osservare questo velo di buio che avvolge pianeta e poi all'alba il Sole che sorge con uno tsunami di colori è veramente molto bello".