Solar Orbiter, primo flyby della sonda dell’Esa su Venere

Scienze

La sonda dell’European Space Agency ha compiuto il sorvolo ravvicinato, volando a circa 7500 Km di altezza sopra le nubi del pianeta stesso. Si tratta del primo di una serie di passaggi su Venere, il prossimo dei quali previsto ad agosto 

Un sorvolo ravvicinato (o flyby) è il passaggio ravvicinato di una sonda spaziale, ad alta velocità, in prossimità di un pianeta o di un altro oggetto celeste. Ed è proprio quello che è successo a Solar Orbiter, sonda dell’European Space Agency (Esa), che ha effettuato il primo di una serie di sorvoli che la porteranno a volare sopra le nubi del pianeta Venere.

A circa 7500 Km di altezza sopra le nubi di Venere

Lanciata lo scorso 10 febbraio,  la sonda Solar Orbiter effettuerà alcune misurazioni approfondite grazie ad  una serie di strumentazioni particolari,  tra cui il coronografo Metis, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) in collaborazione con l’Inaf e il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo, la Dpu (Data Processing Unit) di Swa (Solar Wind Analyser) e il software di Stix (Spectrometer/Telescope for Imaging X-rays) rilevatore di raggi X. A sottolinearlo è proprio un comunicato dell’Asi, che spiega come Solar Orbiter abbia ufficialmente completato il primo flyby di Venere, volando a circa 7500 Km di altezza sopra le nubi del pianeta stesso. “Solar Orbiter sta continuando il suo viaggio alla scoperta dei misteri ancora nascosti della nostra stella e del mezzo che la circonda”, ha spiegato Denise Perrone, ricercatrice Asi e project scientist per Swa. “Nonostante le difficoltà di quest’ultimo anno, i team strumentali hanno reso possibile l’operatività della missione e il raggiungimento dei primi traguardi scientifici”.

Il viaggio di Solar Orbiter

Solar Orbiter, infatti, è partita con l’obiettivo di studiare più da vicino il Sole e nel corso del suo viaggio è arrivata a sorvolare Venere, con l’intento di effettuare rilevazioni sull’ambiente magnetico e sul plasma intorno alla navetta. “Tuttavia, in questa occasione non è stato possibile scattare alcuna foto, per via della posizione della sonda rivolta in direzione del Sole”, ha spiegato l’Asi. Durante le operazioni di sorvolo, i tecnici delle stazioni terrestri dell'Esa hanno utilizzato la tecnica del Delta-DOR (Delta-Differential One-Way Ranging), si legge ancora nel comunicato, “per determinare con precisione la posizione del veicolo spaziale nello spazio e la sua traiettoria”. Nel corso di questa specifica fase sono state utilizzate una serie di stazioni terrestri che hanno ricevuto i segnali radio della sonda, fornendo la sua posizione iniziale. Il percorso di Solar Orbiter, dicono gli esperti, è “in risonanza” con quello del pianeta Venere, motivo per cui la sonda tornerà più volte nelle vicinanze del pianeta. Il prossimo incontro con il pianeta, tra l’altro, è previsto per il prossimo agosto. Inoltre, sottolineano ancora gli studiosi, con il passare del tempo la sonda aumenterà gradualmente la sua inclinazione orbitale, situazione che permetterà a Solar Orbiter di osservare il Sole come mai successo prima d’ora, grazie alla realizzazione di immagini delle regioni polari solari, di fondamentale importanza per approfondire le conoscenze sulla nostra stella. Ma non è tutto, perché questa missione consentirà agli scienziati di “ottenere informazioni sul comportamento del Sole anche in relazione ai cambiamenti climatici che stanno avvenendo sul nostro pianeta”.

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