Esa, diffusi pubblicamente i primi dati della sonda Solar Orbiter

Scienze

Lanciata dalla base americana di Cape Canaveral con un razzo Atlas 5, lo scorso 10 febbraio, grazie al lavoro dell'European Space Agency e della Nasa, la sonda fa parte di una tra le missioni più ambiziose mai organizzate per studiare il Sole. I dati sono stati diffusi contestualmente alla pubblicazione di un numero speciale della rivista “Astronomy and Astrophysics”

Inizia a comporsi, con i primi dati diffusi al pubblico, il primo ritratto del Sole “dormiente” firmato dalla missione Solar Orbiter, realizzata dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e condotta in collaborazione con la Nasa. La sonda europea, inviata in orbita per studiare il Sole, era stata lanciata dalla base americana di Cape Canaveral con un razzo Atlas 5, lo scorso 10 febbraio. Era iniziata così la missione più ambiziosa mai organizzata e diretta alla nostra stella. In questi giorni, a poco più di sette mesi dal lancio della sonda, sono stati pubblicati i primi dati scientifici raccolti da tre dei dieci strumenti di bordo durante una fase di quiete del Sole ed elaborati dai tecnici in tempi record, nonostante la pandemia di coronavirus. I dati sono stati diffusi contestualmente alla pubblicazione di un numero speciale della rivista “Astronomy and Astrophysics” che descrive la missione e le sue tecnologie.

Dati accessibili a tutto il mondo

"Volevamo che Solar Orbiter fosse una delle missioni spaziali più aperte: questo significa renderla accessibile a tutto il mondo, non solo ai team che hanno realizzato i suoi strumenti", ha spiegato Yannis Zouganelis dell'Esa. "Ora ogni scienziato da qualsiasi Paese può accedere ai dati e usarli per i propri studi. Ci sono già centinaia di scienziati che stanno lavorando insieme per interpretare questi dati unici". A raccoglierli, in particolare, sono stati tre strumenti montati su Solar Orbiter: il rilevatore di particelle energetiche Epd (Energetic Particle Detector), lo strumento di onde radio e plasma Rpw (Radio and Plasma Waves) e il magnetometro (Mag). La maggior parte dei dati, hanno spiegato gli esperti, è stata pulita e calibrata manualmente, ma nel prossimo futuro questo processo verrà automatizzato, sempre sotto la supervisione dei tecnici.

Gli strumenti di Solar Orbiter

Tra gli altri strumenti presenti sulla sonda, come spiega anche il portale “Global Science”, gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana, ci sono anche il coronografo Metis, realizzato proprio dall’Asi in collaborazione con l’Inaf e il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo, la Dpu (Data Processing Unit) di Swa (Solar Wind Analyser) e il software di Stix (Spectrometer/Telescope for Imaging X-rays) rilevatore di raggi X. Gli strumenti di telerilevamento di Solar Orbiter inizieranno le loro operazioni nominali solo a novembre 2021. Fino ad allora, continueranno a eseguire test e calibrazioni a brevi intervalli.

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I falò del Sole nelle immagini inviate dal Solar Orbiter di Esa. FOTO

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