E’ stato possibile grazie al satellite Tgo (Trace Gas Orbiter) che fa parte della missione ExoMars e ad una serie di particolari strumentazioni all’avanguardia. Si tratta di un fenomeno rilevante perché non era mai stata rilevata una tale emissione di luce intorno ad un pianeta che non fosse la Terra
Il satellite Tgo (Trace Gas Orbiter) che fa parte missione ExoMars gestita dall’European Space Agency, in orbita dall’ottobre 2016, ha permesso di catturare per la prima volta un bagliore verde nell’atmosfera di Marte. Si tratta di un fenomeno particolarmente inconsueto dato che, come spiegano gli esperti, non era mai stata rilevata una tale emissione intorno a un pianeta che non fosse la Terra. I dettagli di questa spettacolare osservazione sono stati pubblicati sulla rivista “Nature”, frutto del lavoro coordinato di un team di esperti belgi.
I dettagli del fenomeno
Sulla Terra, si legge proprio sul sito dell’Esa, l'ossigeno incandescente viene prodotto durante le aurore polari quando gli elettroni energetici provenienti dallo spazio interplanetario colpiscono l'atmosfera superiore. Questa emissione di luce guidata dall'ossigeno conferisce alle aurore polari la loro meravigliosa e caratteristica tonalità verde. L'aurora, tuttavia, è solo uno dei modi in cui si illuminano le atmosfere planetarie. Le atmosfere dei pianeti infatti, tra cui quella della Terra e di Marte, si illuminano costantemente sia di giorno che di notte mentre la luce solare interagisce con gli atomi e le molecole presenti all'interno dell'atmosfera. Il bagliore diurno e notturno è causato da meccanismi leggermente diversi: il bagliore notturno si verifica quando le molecole spezzate si ricombinano, mentre il bagliore diurno si verifica quando la luce del sole sollecita direttamente atomi e molecole come azoto e ossigeno. Sulla Terra, il bagliore notturno verde è piuttosto debole ed è preferibile vederlo da una prospettiva particolare come quella della Stazione Spaziale Internazionale, come hanno dimostrato molte immagini spettacolari scattate dagli astronauti a bordo della ISS. Questo fenomeno, tra l’altro, può essere problematico da osservare intorno ad altri pianeti, poiché le loro superfici luminose possono del tutto ostacolarne la visione.
La strumentazione utilizzata
È stato grazie a una serie di strumenti all’avanguardia come il Nomad e lo spettrometro ultravioletto Uvis che si è riusciti a rilevare questa emissione attorno a Marte. Protagonisti i ricercatori Jean-Claude Gerard dell’Università di Liegi, in Belgio e Anne Carine Vandaele dell’Istituto reale di aeronomia spaziale del Belgio, e ricercatrice principale di Nomad. Come segnala anche il portale “Global Science”, gestito dall’Azienda Spaziale Italiana, da aprile a dicembre 2019 il team ha utilizzato questa strumentazione per esaminare l’atmosfera da un’altezza di 20 chilometri fino a 400 sopra la superficie marziana, analizzando i dati hanno trovato le emissioni verdi di ossigeno. “Abbiamo modellato questa emissione e scoperto che è prodotta principalmente come anidride carbonica, o CO2, suddivisa nelle sue parti costituenti: monossido di carbonio e ossigeno. Abbiamo visto i risultanti atomi di ossigeno illuminarsi sia alla luce visibile che a quella ultravioletta”, hanno spiegato gli scienziati. Si tratta, ha detto Gerard, di “una delle emissioni più luminose viste sulla Terra derivanti dal bagliore notturno. Più specificamente, dagli atomi di ossigeno che emettono una particolare lunghezza d'onda della luce che non è mai stata vista primo intorno ad un altro pianeta. Secondo i nostri calcoli questa emissione esista su Marte da circa 40 anni e oggi, grazie a TGO, l'abbiamo trovata". Grazie a questa rilevazione sarà possibile comprendere ancora più approfonditamente la struttura dell’atmosfera marziana, aspetto fondamentale nella progettazione delle future missioni su Marte.