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Spazio, 50 candeline per il primo osservatorio dell’Eso

Scienze
Pianeti (Nasa)

Ha contribuito finora ad alcune delle scoperte che hanno rivoluzionato le conoscenze astronomiche. Attualmente conta ben 13 telescopi, 2 dei quali gestiti dall’Eso 

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L’Osservatorio di La Silla ha compiuto 50 anni.
Nonostante abbia alle spalle ben mezzo secolo di operatività, il primo osservatorio dell’Eso (Osservatorio europeo australe) è ancora perfettamente funzionante.
Costruito sul Cinchado-Nord, nei pressi del deserto di Atacama, sulle Ande cilene, è stato inaugurato il 25 marzo 1969, dopo ben 4 anni di lavori.

50 anni di grandi scoperte

L’osservatorio di La Silla ha contribuito finora ad alcune delle scoperte che hanno rivoluzionato le conoscenze astronomiche. Ne sono un esempio l’osservazione della prima luce da una sorgente di onde gravitazionali o la rivelazione dei dati che hanno svelato una maggiore velocità di espansione dell’Universo.
Il primo osservatorio dell’Eso, grazie alla sua longevità, è un elemento chiave dell’astronomia in quanto, oltre ad aver permesso un grande numero di scoperte, ha contribuito a delineare la linea evolutiva dei telescopi, sempre più accurati ed efficienti. La Silla ha giocato un ruolo fondamentale anche nell’osservazione di quei corpi celesti posti oltre al Sistema Solare, aprendo la strada a nuove missioni.

Attualmente comprende 13 telescopi

Inizialmente l’osservatorio comprendeva solamente due telescopi, uno con un diametro di un metro e il secondo da un 1,52 metri.
Attualmente conta ben 13 telescopi, 2 dei quali gestiti dall’Eso. Uno di quesi, dal diametro di 3,6 metri, comprende l’High Accuracy Radial velocity Planet Searcher, uno dei più noti strumenti Harps per l’osservazione di pianeti al di fuori del Sistema Solare.
L’altro telescopio dell’Eso è il New Technology Telescope (Ntt) del 1989, dotato del primo specchio monitorato da un computer, un’innovazione attualmente presente nei migliori strumenti utilizzati per l’osservazione dei pianeti.
L’operatività di La Silla è attualmente compromessa dall’inquinamento luminoso e da eventuali attività sismiche. È situato nei pressi dell’autostrada panamericana, dalla quale provengono luci potenzialmente in grado di implicare le osservazioni.
L’osservatorio sulle Ande cilene non è più il principale sito osservativo dell’Eso: ora il ruolo di leader delle osservazioni appartiene al Very Large Telescope (Vlt) al Paranal.