
Covid e vaccino: quando arriva? A chi le prime dosi? Cosa c'è da sapere sul piano italiano
Una applicazione per prenotare e controllare le vaccinazioni, hub a livello regionale e l'aiuto di medici in pensione, specializzandi e farmacie. Ecco quali sono le misure allo studio del Governo per la somministrazione di massa del vaccino anti Covid

Un hub per la distribuzione dei vaccini in ogni regione, oltre 28 milioni di dosi a disposizione entro la fine di marzo, un'indagine sierologica per valutare qualità e durata della risposta del vaccino sulla popolazione, un'applicazione per consentire di prenotare e velocizzare i vaccini. Il piano italiano in vista dell'arrivo del vaccino contro il coronavirus a gennaio sta prendendo forma in attesa dell'ok definitivo dell'Agenzia Europea del Farmaco
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Si sta aspettando, infatti, il via libera dell'Ema, l'agenzia europea del farmaco, per la distribuzione. Il "sì" finale dovrebbe arrivare il 29 dicembre, il successivo "semaforo verde" della Commissione Euorpea è atteso per i primi di gennaio e poi si potrebbe partire con il piano vaccini del governo per portare le "202 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021" annunciate dal ministro della Salute Roberto Speranza
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Sono quasi 6,5 milioni gli italiani che rientrano nelle categorie 'prioritarie' da vaccinare, con la possibilità che anche i medici in pensione possano dare un contributo per sgravare il personale degli enti locali. Il Commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri ha illustrato gli ultimi aggiornamenti del piano vaccini alle Regioni nella riunione convocata dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia
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Nel piano è previsto uno screening su un "campione rappresentativo" di vaccinati "stratificati per area geografica, età, genere e stato di salute" che verrà realizzato sul campo dall'Istituto superiore di Sanità . L'obiettivo è quello di valutare la "specificità della risposta immunitaria, la durata della memoria immunologica e identificare i correlati di protezione"
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L'indagine sarà eseguita immediatamente "prima della vaccinazione (tempo zero) e a distanza di uno, 6 e 12 mesi". Una volta che saranno disponibili "le evidenze scientifiche" dell'indagine, queste saranno "pubblicate e utilizzate a fini informativi e valutativi". Alle Regioni sia Arcuri sia Boccia hanno ribadito la necessità che vi sia un loro coinvolgimento immediato
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"Mai come in questo momento - ha sottolineato Boccia - il rapporto di collaborazione con le Regioni e gli enti locali sarà decisivo nel contrasto al virus". Nel primo trimestre del 2021 arriveranno in Italia oltre 28 milioni di dosi. E i primi a essere vaccinati, secondo le tabelle del ministero, dovranno essere 6,5 milioni di italiani: 1.404.037 operatori sanitari e socio sanitari, 570.287 personale e ospiti di Rsa, 4.442.048 anziani sopra gli 80 anni
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Le 3,4 milioni di dosi del vaccino della Pfizer (che necessitano di una catena del freddo estrema, tra i -20 e i -70 gradi) dovrebbero essere disponibili entro la fine di gennaio e saranno consegnate direttamente dall'azienda produttrice nei 300 siti indicati dal governo, ospedali e Rsa, per la prima fase della campagna che riguarderà appunto il personale sanitario e gli anziani nelle residenze, che saranno vaccinati attraverso delle unità mobili
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Per realizzare questa prima fase, il ministero della Salute ha ipotizzato servano 20mila persone tra medici, infermieri, assistenti sanitari, operatori socio sanitari, personale amministrativo e anche specializzandi. L'hub di stoccaggio nazionale, come ha spiegato Arcuri, sarà all'aeroporto militare di Pratica di Mare, un sito protetto dove transiteranno tutte le 202 milioni di dosi previste in arrivo in Italia da gennaio al primo trimestre del 2022
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È da qui che in Italia partirà la controffensiva al virus, con camion della Difesa ed elicotteri pronti a fare rifornimento di dosi e a trasportarle in tutto il Paese. Per la maxi-campagna di somministrazione è stato scelto un luogo che - ha spiegato lo stesso Commissario per l'Emergenza - "deve avere un livello di sicurezza massima e ad alta sorveglianza"
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Pratica di Mare è solo il punto di inizio del sistema della logistica messo a punto nel piano vaccini, che prevede le fasi di approvvigionamento, stoccaggio e trasporto, in particolare per quelle dosi che necessitano della catena del freddo standard, compresa tra i due e gli otto gradi. Per questi ultimi sarà previsto un modello di distribuzione "hub and spoke", con un sito nazionale di stoccaggio e una serie di siti territoriali di secondo livello
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Nel caso invece del vaccino Pfizer - le cui prime 3,4 milioni di dosi arriveranno a gennaio - è stata disposta una catena del freddo specifica per la conservazione delle fiale e sarà la stessa azienda produttrice a portare le fiale nei 300 punti vaccinali, già stati indicati dai territori

Il nome dell'operazione messa a punto dal Comando operativo di vertice interforze ha un nome evocativo: "La chiameremo 'Eos' - ha annunciato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, facendo riferimento al nome della dea greca dell'aurora -. Le Forze Armate, facendo tesoro dell'esperienza e competenze logistiche acquisite in questi anni di impegno nelle varie missioni nei diversi teatri internazionali, sono pronte, con uomini e mezzi, a dare il loro contributo"

Dagli "shelter" della base partiranno i mezzi dell'Esercito per portare le fiale nei cosiddetti "sub-hub" regionali, come - nel caso della Toscana - lo stabilimento chimico farmaceutico della Difesa a Firenze. Un terzo percorso è poi previsto lungo le arterie dei territori per raggiungere tutti i 1.500 punti di somministrazione sparsi per il Paese: dagli ospedali alle Rsa, fino ai drive-through della Difesa. Gli stessi ancora oggi utilizzati per i tamponi, con il supporto di farmacie, pediatri e medici di base dalla primavera

Per i luoghi di somministrazione di massa come i drive-through sarà necessario essersi prenotati nei giorni precedenti, poi fare la fila in auto seguendo le indicazioni di una sorta di schema esposto all'entrata. Ad aspettare i cittadini, oltre al personale dell'esercito addetto a ordine e controlli, ci sarà un team formato da un medico e quattro infermieri oltre a personale amministrativo e operatori socio sanitari

Bisognerà infine scendere dall'auto per l'inoculazione, aspettando il tempo necessario per completare tutte le registrazioni informatiche. Prima di andare via sarà rilasciato una sorta di certificato. E così per la somministrazione della seconda dose del vaccino. Previste anche precauzioni anti-hackeraggio: a essere blindati saranno anche i sistemi informativi, che tracceranno tutti i movimenti delle dosi registrando in un database i parametri di ogni singola somministrazione

Per la somministrazione di massa, quella prevista tra il secondo e terzo trimestre del 2020 quando arriveranno complessivamente 131 milioni di dosi (57 tra aprile e giugno e 74 tra luglio e settembre), verranno utilizzati i 1.500 luoghi per la somministrazione che le Regioni devono indicare. Saranno centri vaccinali organizzati ad hoc che potrebbero coinvolgere palazzetti, fiere e palestre. Verranno coinvolti anche i medici di medicina generale e i pediatri e, più avanti, anche le farmacie

Le Regioni devono indicare anche dei referenti che, secondo il ministero della Salute, "risponderanno direttamente alla struttura di coordinamento nazionale e si interfacceranno con gli attori del territorio, quali i Dipartimenti di Prevenzione, per garantire l'implementazione dei piani regionali di vaccinazione e il loro raccordo con il piano nazionale di vaccinazione"

Quattro sono le richieste arrivate dalle Regioni: l'integrazione dei sistemi informatici del ministero con quelli regionali, la realizzazione di un'anagrafe sanitaria, il coinvolgimento delle farmacie e la necessità di sgravare il personale regionale. Punti sui quali Arcuri si è detto sostanzialmente d'accordo, ipotizzando appunto l'utilizzo di medici pensionati e specializzandi per vaccinare gli italiani

Per cercare di rendere più veloce e ordinato il processo di vaccinazione, il governo sta pensando a un'app, facoltativa, tramite cui poter prenotare la somministrazione, fissare l'appuntamento e mettersi in lista per il giorno e il luogo in cui si avrà il vaccino. Si andrebbe così a creare un mega archivio informatico, con un elenco dettagliato su dove e in che modo è stata somministrata la dose

L'applicazione fa parte di un progetto che potrebbe essere condiviso a livello europeo. Il sistema, inoltre, dovrebbe anche permettere di avere a disposizione un registro elettronico dei vaccinati che agevolerà la farmacovigilanza, il richiamo e l'integrazione con sistemi sanitari nazionali e anagrafe vaccinali delle regioni