Liste d'attesa nel mondo, si può aspettare quasi 70 giorni in media per una visita. I dati

Salute e Benessere
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Introduzione

Sistemi sanitari di tutto il mondo in crisi e a pagarne il prezzo sono tanto i pazienti quanto i professionisti del settore. A dichiararlo è il Future Health Index 2025 di Philips, il più ampio studio globale in materia di sanità, che ha coinvolto circa 2mila operatori sanitari e 16mila pazienti in 16 Paesi

Quello che devi sapere

I problemi comuni

Come evidenzia il rapporto, popolazioni che invecchiano, aumento delle malattie croniche e un divario crescente tra la domanda dei pazienti e la disponibilità di operatori stanno esercitando una pressione crescente sui sistemi sanitari di tutto il mondo. In media il 73% dei pazienti attende di vedere uno specialista: per questo, infatti, assumere semplicemente più personale non è una soluzione praticabile. Al contrario, i sistemi sanitari si stanno rivolgendo all'IA per migliorare le capacità dei professionisti del settore, rafforzare la capacità e ampliare l'accesso a un'assistenza di qualità per tutti

 

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I tempi di attesa

In generale si registrano tempi di attesa medi di 70 giorni in tutto il mondo, con alcuni picchi: in Canada e Spagna, i tempi possono arrivano rispettivamente a 131 e 128 giorni. Un problema comune che si riscontra anche in Paesi con sistemi sanitari avanzati, come ad esempio il Regno Unito, dove è di 109 giorni; la Francia, dove è di 99 giorni; e la Germania, dove è di 93 giorni

 

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Il tempo perso per le cure dei pazienti

Come sottolinea il rapporto, questi ritardi hanno spesso conseguenze reali sulla salute di coloro che chiedono di essere aiutati. A livello globale, il 33% dei pazienti riferisce un peggioramento della salute a causa del mancato consulto medico più tempestivo, e più di 1 su 4 è persino finito in ospedale a causa dei lunghi tempi di attesa. I pazienti che necessitano di cure cardiache sono ancora più colpiti dai ritardi. Non solo hanno una probabilità significativamente maggiore di dover attendere per vedere uno specialista, ma aspettano anche, in media, il 20% più a lungo per un appuntamento rispetto ad altri pazienti. Questi tempi di attesa più lunghi potrebbero aiutare a spiegare perché i pazienti cardiologici hanno una probabilità significativamente maggiore di subire un peggioramento della salute o un ricovero ospedaliero a causa di tali ritardi nell'assistenza

Il tempo perso dai professionisti sanitari

Le inefficienze, però, non incidono solo sui pazienti ma anche sugli operatori sanitari, che spesso perdono tempo prezioso a causa di frustranti inefficienze, allontanandoli da ciò che li ha spinti inizialmente alla medicina: aiutare i pazienti a recuperare e fornire conforto e supporto (citato rispettivamente dal 60% e dal 55% come fonte di gioia e scopo). Il 77% degli operatori sanitari ha perso tempo clinico a causa di problemi con dati dei pazienti incompleti o inaccessibili. Le inefficienze dei dati sono tra le maggiori frustrazioni per gli operatori sanitari, prosciugando tempo ed energie preziose che potrebbero essere meglio impiegate nella cura del paziente. Più di 3 operatori sanitari su 4 riferiscono di perdere tempo clinico a causa di dati dei pazienti incompleti o inaccessibili, e un terzo perde oltre 45 minuti per turno. Ciò si traduce in 23 giornate intere perse ogni anno per operatore sanitario

Il benessere dei professionisti sanitari

L’indagine di Phillips rivela che oltre un terzo degli operatori sanitari dedica ora meno tempo ai pazienti e più alla burocrazia rispetto a cinque anni fa, mentre solo il 20% ha la possibilità di trascorrere più tempo con coloro di cui si prende cura. Questo cambiamento sta avendo un forte impatto sul loro benessere: gli operatori sanitari che trascorrono meno tempo con i pazienti rispetto a cinque anni fa si sentono significativamente più stressati rispetto ai loro colleghi

L’aiuto dell’IA

Ma in questo quadro come può aiutare l’IA? In questo scenario l’intelligenza artificiale può essere una risorsa strategica in grado di agire a più livelli, dall’automatizzazione dei compiti ripetitivi al miglioramento della diagnosi e alla riduzione dei tempi di attesa. Il 78% dei professionisti ritiene che l’IA possa aumentare la capacità di assistenza, mentre il 76% prevede una riduzione dei tempi di attesa. Tutto questo può essere anche un aiuto per il personale non esperto e anche per l’accesso alle cure in aree svantaggiate

La differenza di visione sull’IA tra operatori e pazienti

C’è però una differente visione sul ruolo dell’IA tra operatori e pazienti, con i secondi spesso più diffidenti rispetto ai primi. Questi ultimi, in particolare temono soprattutto che l’aiuto tecnologico rimuova il contatto umano con il medico(52%), mentre c’è più fiducia sull’Intelligenza artificiale per quanto riguarda il miglioramento delle cure (73%). Per quanto riguarda i medici, invece, c’è una generale approvazione dell’uso della tecnologia (79%), con il 69% degli operatori sanitari coinvolto nello sviluppo di queste tecnologie. Tuttavia, solo il 38% ritiene che siano progettate tenendo conto delle proprie esigenze

Le 5 azioni chiave

A questo proposito il rapporto di Philips suggerisce 5 azioni chiave per aiutare i sistemi sanitari grazie all'Intelligenza artificiale:

  • progettare l’Intelligenza artificiale attorno alle persone, coinvolgendo pazienti e operatori fin dall’inizio;
  • favorire la collaborazione tra uomo e macchina, mantenendo il medico al centro del processo decisionale;
  • dimostrare efficacia ed equità, con dati rappresentativi e trasparenti;
  • stabilire regole chiare, per garantire sicurezza e responsabilità;
  • costruire alleanze tra settori, unendo forze tra sanità, industria, istituzioni e cittadini

 

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