I tatuaggi indeboliscono il sistema immunitario? La risposta di un nuovo studio
Salute e BenessereIntroduzione
I tatuaggi potrebbero indebolire il sistema immunitario per anni. È la conclusione a cui è giunto un nuovo studio condotto sui topi, che suggerisce un possibile accumulo dei pigmenti dei tatuaggi nei linfonodi, piccoli organi che, tra le varie funzioni, contribuiscono a generare risposte immunitarie e a combattere le infezioni. La ricerca internazionale, pubblicata sulle pagine della rivista specializzata dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti Pnas, è stata guidata dall'italiana Arianna Capucetti e coordinata da Santiago González, dell'Istituto di Ricerca in Biomedicina a Bellinzona in Svizzera, con il contributo di altri 12 gruppi internazionali. Il tema è al centro del dibattito da anni, soprattutto per quanto riguarda i possibili effetti dei tatuaggi sulla salute, e, in particolare, nello sviluppo di alcuni tumori, ambito in cui non sono però stati individuati finora collegamenti certi.
Quello che devi sapere
Che cosa ha analizzato lo studio
Lo studio ha valutato la tossicità dei pigmenti dei colori più utilizzati per i tatuaggi, ovvero nero, rosso e verde, valutandone gli effetti sui topi. Serviranno quindi ulteriori ricerche per verificare se i risultati possano essere confermati anche nell’uomo.
Il possibile impatto sulle difese immunitarie
Analizzando gli effetti sui topi da laboratorio, i ricercatori hanno osservato che, una volta effettuato un tatuaggio, l'inchiostro si sposta rapidamente attraverso il sistema linfatico e si accumula in grandi quantità nei linfonodi, organi chiave del sistema immunitario, nel giro di poche ore.
La risposta infiammatoria nei topi
Secondo quanto emerso dalla ricerca, questa migrazione dei pigmenti innescherebbe una risposta infiammatoria in due fasi nei roditori: una fase acuta di circa due giorni e una fase cronica che può protrarsi per anni. Nella seconda fase, i pigmenti verrebbero assorbiti dalle cellule del sistema immunitario, in particolare dai macrofagi, che non sono però in grado di “digerire” l'inchiostro, come farebbero con altri agenti patogeni. Secondo il team di ricerca la mancata eliminazione potrebbe portare alla morte delle cellule coinvolte. Un fenomeno che sembra essere più marcato soprattutto con gli inchiostri rosso e nero.
Che cosa accade ai linfonodi dopo un tatuaggio
Gli autori ipotizzano che l’inchiostro possa restare intrappolato nei linfonodi in modo continuo, coinvolgendo anche le nuove cellule immunitarie che nel tempo si trovano a contatto con i pigmenti. Questo processo, sempre secondo le ipotesi degli studiosi, potrebbe ridurre progressivamente la capacità di difesa.
Tatuaggi e risposta ai vaccini: ipotesi da verificare
La ricerca segnala inoltre la possibilità che i tatuaggi inducano una minore efficacia dei vaccini, un aspetto che richiederà ulteriori verifiche e studi dedicati.
Un quadro complesso e da approfondire
I risultati sollevano interrogativi che spingono verso nuove ricerche sui potenziali effetti dei tatuaggi e sulla sicurezza dei pigmenti attualmente in uso. A rendere ancor più complessa la situazione è anche l'uso di una gran varietà di pigmenti, spesso mescolati tra loro, su cui però avvengono costanti controlli. Nel 2022 alcune sostanze cancerogene identificate in alcuni prodotti portarono al ritiro di nove inchiostri dal mercato italiano.
Un precedente studio sul trasferimento dei pigmenti nel sangue
Un precedente studio pubblicato nel 2017 su Scientific Reports aveva già rilevato che i tatuaggi non lasciano tracce solo sulla pelle, ma anche nel sangue. La ricerca, coordinata da Ines Schreiver dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bfr), aveva individuato particelle di colore all’interno di vene, arterie e linfonodi. Analizzando campioni di pelle e linfonodi di persone tatuate con la fluorescenza a raggi X, i ricercatori avevano osservato che l’inchiostro rilascia nanoparticelle: quelle più grandi, del diametro di un millesimo di millimetro, viaggiano nel flusso sanguigno, mentre quelle più piccole, del diametro di un milionesimo di millimetro, si depositano nei linfonodi. Le uniche conseguenze osservate dal team di ricerca erano state però un rigonfiamento cronico dei linfonodi.