Sanità, entro il 2030 in Italia possibile carenza di 100mila infermieri

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Nel giro di 5 anni, nel nostro Paese potrebbero mancare tra 60mila e 100mila infermieri. Il tutto mentre la popolazione diventa sempre più anziana: tra meno di vent'anni, in Italia oltre un abitante su tre avrà più di 65 anni e un numero sempre maggiore di persone avrà molte più probabilità di avere bisogno di prestazioni sanitarie e assistenziali. 

Quello che devi sapere

Infermieri sempre più rari

  • La figura dell'infermiere assumerà una rilevanza sempre più strategica ma sarà, al tempo stesso, sempre più difficile da reclutare. Il 7 aprile è la Giornata mondiale della Salute. E in quella data Fondazione ISMU ETS presenterà lo studio esplorativo "Non mettiamoci un cerotto. Il reclutamento di infermieri all'estero nel quadro di una nuova governance della professione infermieristica", realizzato dal Settore Economia, Lavoro e Welfare.

Per approfondire: Sanità, in Italia record di medici più vecchi e infermieri sottopagati: i dati Ocse

I numeri per inquadrare la situazione

  • A livello globale, secondo l'Oms, nel 2025 la popolazione di almeno 60 anni raggiungerà quota 2,1 miliardi di persone ed entro il 2050 la popolazione di almeno 80 anni arriverà a 426 milioni. Nei Paesi dell'Ue, a fronte di una popolazione sempre più anziana, si stima una carenza di 4,1 milioni di professionisti della sanità entro il 2030, di cui la quota maggioritaria (pari a 2,3 milioni) costituita proprio da infermieri.

Per approfondire: Ospedali in crisi? Arriva dispenser che aiuta infermieri e pazienti: l'equity crowdfunding

Lo scenario italiano

  • In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, la speranza di vita alla nascita nel 2024 è stimata in 81,4 anni per gli uomini e in 85,5 anni per le donne. Mentre il dibattito pubblico si concentra sulla carenza di medici di base e non solo, nel Sistema Sanitario Nazionale italiano operano 1,5 infermieri per ogni medico, contro una media di 2,2 nell'Ue. Per raggiungere lo standard di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, mancherebbero oltre 220 mila infermieri. Particolarmente penalizzate la Basilicata, la Sardegna, l'Abruzzo, il Molise, la Lombardia, la Puglia, il Lazio, la Calabria, la Sicilia e la Campania. Da qui al 2030 le stime del fabbisogno contemplate dallo studio variano tra 60 e 100mila infermieri.

I motivi

  • Diversi i fattori concorrono al fenomeno: il (pre)pensionamento, la migrazione all'estero, le dimissioni volontarie, ma soprattutto la bassa attrattività che questa professione esercita sui giovani, tanto da mettere a rischio il turnover generazionale. In Italia, a maggio 2022 l'età media degli iscritti all'Ordine degli infermieri era pari a 52,2 anni e addirittura di 56,49 tra i dipendenti del SSN. Secondo il sindacato degli infermieri Nursing Up, nell'arco dei prossimi 15 anni il 40% dei professionisti attualmente in servizio sarà andato in pensione. E sul fronte dei nuovi ingressi nella professione, considerando un tasso di successo di completamento del corso di studi in Infermieristica pari al 75%, si stima che il numero di infermieri formati nel 2026 e disponibili dal 2027 sarà pari a 61.760.

L’allarme di Gimbe

  • Appena pochi giorni fa la Fondazione Gimbe ha lanciato un monito tracciando l’identikit degli infermieri italiani: malpagati rispetto agli altri Paesi europei, alle prese con una professione sempre meno attrattiva, in molti casi avanti con l'età, troppo spesso vittime di burn out e violenze, con 260mila casi di aggressioni solo nel 2024. Per questi motivi si sta assistendo a una fuga dal Servizio sanitario nazionale: ogni anno, a vario titolo, il sistema perde oltre 10mila professionisti del settore.

Realtà al collasso

  • Nel Ssn 1 infermiere su 4 è vicino alla pensione e si teme la gobba pensionistica con ulteriori pesanti uscite nei prossimi anni; nel 2022, il personale infermieristico contava 302.841 unità, e il confronto internazionale è impietoso: l'Italia conta 6,5 infermieri per 1.000 abitanti, contro la media Ocse di 9,8 e la media Eu di 9. In Europa peggio di noi solo Spagna (6,2), Polonia (5,7), Ungheria (5,5). E sono forti le disomogeneità territoriali: dai 3,83 infermieri per mille abitanti in Campania ai 7,01 della Liguria. Grave anche il fenomeno degli abbandoni: nel triennio 2020-2022 hanno abbandonato il Ssn 16.192 infermieri. Ancora più allarmante è il dato delle cancellazioni dall'Albo Fnopi, requisito per esercitare la professione: 42.713 infermieri si sono cancellati negli ultimi 4 anni, di cui 10.230 solo nel 2024.

Pochi nuovi ingressi

  • L'emorragia non è controbilanciata dalle nuove entrate: nel 2022 in Italia si sono laureati solo 16,4 infermieri ogni 100.000 abitanti, a fronte di una media Ocse di 44,9, e nel 2024-2025 i candidati al Corso di laurea in Scienze infermieristiche sono stati appena sufficienti a coprire i posti disponibili. Ancora peggio sul fronte stipendi: restano tra i più bassi d'Europa, con una retribuzione annua lorda di 48.931 dollari nel 2022 a parità di potere di acquisto, ben 9.463 dollari in meno rispetto alla media Ocse. In Europa, stipendi più bassi si registrano solo nei paesi dell'Est. Dal 1990, rileva il segretario del sindacato Nursind, Andrea Bottega, si è persa una cifra pari a 14mila euro in termini di potere d’acquisto.

Per approfondire: Sanità, in Italia in un anno persi 10mila infermieri: pochi neolaureati e stipendi bassi