Influenza, cosa sapere sulla stagione 2025-2026: dai sintomi alla durata al vaccino

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Introduzione

L'inverno non è ancora iniziato, ma la stagione influenzale è già partita. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi, sono oltre 2 milioni gli italiani che sono stati colpiti. E nelle prossime settimane, secondo gli esperti, la situazione dovrebbe peggiorare e per questo si moltiplicano gli appelli a vaccinarsi. Dai sintomi alla durata, ecco un po’ di cose da sapere sull’influenza di quest’anno

Quello che devi sapere

La novità

La stagione influenzale 2025-2026 introduce una novità importante: la sorveglianza nazionale non misura più soltanto le sindromi simil-influenzali ma l'insieme delle infezioni respiratorie acute (Ari), che includono influenza, Sars-CoV-2, Rsv rhinovirus, adenovirus e altri patogeni.

 

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La stagione influenzale è già partita

La stagione influenzale, avvertono gli esperti, è partita “forte”. Dall'inizio dell'autunno al 26 novembre, secondo il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità, sono stati già 2,1 milioni gli italiani che sono stati messi a letto da infezioni respiratorie. I responsabili sono i diversi virus che circolano in inverno: dai Rhinovirus a SarsCoV2. Nelle ultime settimane, però, sono in forte crescita anche i virus influenzali. I più colpiti sono i bambini molto piccoli e gli over 65, le fasce nelle quali un'infezione respiratoria può avere un impatto clinico più rilevante.

 

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I virus influenzali

I virus influenzali, come ha riferito di recente l'European Centre for Disease Prevention and Control, quest'anno hanno anticipato la stagione di almeno 3 o 4 settimane. In Italia, nella settimana del 10 novembre, l'11,2% dei campioni analizzati dai laboratori coinvolti nella sorveglianza Iss era positivo a virus influenzali: un valore molto alto, che lo scorso anno è stato raggiunto soltanto intorno alla metà di dicembre. Come nelle precedenti stagioni, anche quest'anno i bambini piccoli sono i più colpiti: nella stessa settimana hanno contratto infezioni respiratorie più di 25 piccoli ogni 1.000. A spingere i contagi è anche la nuova variante del virus influenzale A/H3N2 (subclade K).

 

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Gli ultimi dati disponibili

Gli ultimi dati disponibili della sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) si riferiscono alla settimana dal 16 al 23 novembre. L'incidenza totale delle infezioni respiratorie acute in Italia, in quei giorni, è stata pari a 8,96 casi per 1.000 assistiti contro 7,91 del bollettino precedente, in aumento rispetto alla settimana precedente. L'incidenza più elevata, come di consueto, nella fascia di età 0-4 anni, con circa 29 casi per 1.000 assistiti. Nella stessa settimana sono stati segnalati, attraverso il portale RespiVirNet, 1.706 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori della rete RespiVirNet: dalle analisi effettuate, 214 sono risultati positivi al virus influenzale, quindi il 12,5% contro l'11,2% del bollettino precedente.

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“Virus molto furbo”

"È un virus molto furbo, muta come il Covid, e le nuove varianti riescono a evadere sia l'immunità naturale sia quella indotta dai vaccini precedenti. Quest'anno rischiamo 18-20 milioni di casi: un italiano su tre", ha avvertito Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova. "I dati inglesi già parlano di un mezzo disastro: pur essendo una popolazione molto vaccinata, l'influenza è arrivata prima del previsto. Lo stesso sta accadendo un po' ovunque e ormai anche in Italia", ha aggiunto. Sul fronte della prevenzione, però, il giudizio è negativo: "In questo Paese siamo andati indietro come i gamberi: non sappiamo fare prevenzione. Un italiano su cinque si vaccina, tra gli anziani solo uno su due, contro l'obiettivo Oms del 75%".

L’importanza dei vaccini

Dato che i numeri indicano una stagione iniziata presto e che potrebbe portare a un incremento dei casi nelle prossime settimane, i medici invitano a vaccinarsi e a non rimandare. In particolare, i medici di famiglia raccomandano la vaccinazione al più presto per chi appartiene ai gruppi più esposti: over 65, persone con patologie croniche, donne in gravidanza, persone fragili e chi vive in comunità. "Ogni punto percentuale in più di copertura vaccinale significa meno complicanze, meno ricoveri e meno pressione sugli ospedali", ha ricordato Tecla Mastronuzzi, responsabile Macroarea Prevenzione della Simg (Società italiana di medicina generale e cure primarie). "La vaccinazione è ancora la misura più efficace per ridurre gli esiti gravi. Inoltre come negli scorsi anni raccomandiamo la co-somministrazione con altre vaccinazioni contro Covid-19, Pneumococco, Virus Respiratorio Sinciziale e Herpes Zoster", ha aggiunto. E ancora: “Accanto alla vaccinazione, restano utili buone pratiche consolidate: igiene delle mani, attenzione ai luoghi affollati durante le settimane di massima circolazione virale, rispetto delle norme igieniche di base se si hanno tosse o raffreddore". 

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Possibile picco a fine anno

Di una partenza "alla grande" della stagione influenzale ha parlato anche Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l'Università di Milano, Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it. Ma sull'andamento, ha precisato, come sempre inciderà anche il meteo. Per quanto riguarda il picco, si potrebbe registrare a fine anno e con il ritorno nelle scuole. "Difficile per ora prevedere il picco, le condizioni meteo incidono, in particolare l'abbassamento repentino della temperatura e l'aumento dell'umidità. I rapporti sociali intensi durante le festività di fine anno e poi la ripresa delle scuole possono essere le condizioni per il raggiungimento del picco della stagione", ha spiegato Pregliasco. 

“Virus predominante più mutevole, ma non cambiano sintomi”

Anche Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha confermato che il virus influenzale "ha iniziato a circolare attivamente anche nel nostro Paese, come testimoniato dall'aumento dei campioni positivi per influenza H3N2 e H1N1". Quest'anno, ha detto l'esperto, "proprio H3N2 sembra predominare e ciò non sorprende, dal momento che dopo anni in cui H1N1 era risultato dominante, la coda della curva epidemica dello scorso anno aveva visto prevalere  proprio H3N2. Era quella che in gergo si definisce 'herald wave', ovvero ondata di annuncio, che appunto preannuncia quale virus sarà dominante l'anno successivo”.

 

Riguardo ai sintomi, Rezza ha aggiunto: “H3N2 è un virus più mutevole, ma non causa sintomi più gravi rispetto agli altri virus influenzali". Difficile, secondo l’esperto, "fare paragoni con gli anni precedenti, in quanto quest'anno vengono segnalati anche i casi non febbrili (per cui ci aspettiamo un maggior numero di segnalazioni), ma la curva di quest'anno sembra ricalcare quella del 2022-2023, quando si verificò un picco anticipato a metà dicembre, mentre lo scorso anno si verificò a gennaio. Difficile comunque fare previsioni". Importante, ha ribadito anche Rezza, proteggersi: soprattutto "le persone anziane o fragili che non lo abbiano ancora fatto, dovrebbero vaccinarsi nel più breve tempo possibile per ridurre il rischio di complicanze, in quanto gli anticorpi impiegano giorni prima di raggiungere livelli protettivi".

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I sintomi

Ma quali sono i sintomi dell’influenza di quest’anno? È bene ricordare che, pur mutando ogni anno, il virus influenzale mantiene delle caratteristiche ben riconoscibili. Tra i sintomi, l’Iss ricorda: “Febbre, che si manifesta bruscamente, accompagnata da brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, grave malessere generale, astenia, mialgia, mal di gola, raffreddore, tosse non catarrale e congiuntivite”. L’Istituto superiore di Sanità precisa: “La vera sindrome influenzale è caratterizzata dalla febbre, da sintomi delle vie respiratorie, che sono sempre interessate, e da manifestazioni generali a carico dell’intero organismo”. E ancora: “La febbre si presenta improvvisamente ed è in genere alta, superiore ai 38°C, nei bambini con puntate anche fino a 39-40°C, accompagnata da tosse (di solito secca), dolori ossei e muscolari diffusi, mal di testa, grave malessere (spossatezza), mal di gola e naso che cola. La tosse può essere grave e molto fastidiosa, può durare 2 o più settimane. Possono essere presenti altri sintomi come fotofobia (eccessiva sensibilità e intolleranza alla luce) e inappetenza. Non sono comuni sintomi a carico del tratto gastrointestinale, quali nausea, vomito, diarrea, poiché di solito sono provocati da virus simil-influenzali, ma possono presentarsi soprattutto nei bambini”.

L’influenza 2025

Per riassumere, come ricorda il Gruppo San Donato, tra i sintomi dell’influenza 2025 ci sono:

  • febbre improvvisa e alta;
  • almeno un sintomo respiratorio tra naso chiuso o che cola, gola infiammata, occhi arrossati;
  • almeno un sintomo sistemico, come dolori muscolari, articolari, spossatezza marcata.

“Questa triade di sintomi è tipica dell’influenza vera e propria, mentre altri virus respiratori possono avere sintomi simili ma comunque più sfumati”, ha precisato Pregliasco.

 

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Incubazione e quanto dura

Riguardo ai tempi, l’Iss spiega: “L’influenza è contraddistinta da un repentino manifestarsi di sintomi generali e respiratori, dopo un’incubazione in genere abbastanza breve (circa 1-2 giorni) e che durano solitamente per 3-4 giorni, potendo tuttavia prolungarsi per una/due settimane”. Secondo i primi dati, l’influenza della stagione 2025-2026 ha un’incubazione - dal contagio all'insorgenza dei sintomi - di circa 2 o 3 giorni. La malattia dura al massimo 5 giorni, anche se la sensazione di stanchezza può durare di più. Attenzione, poi, alle forme virali più lievi: di solito hanno una comparsa più graduale, ma tendono a trascinarsi e a durare di più (una decina di giorni).

 

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