Influenza in anticipo, casi in aumento in Italia: sintomi e varianti
Salute e BenessereIn Italia i contagi influenzali stanno aumentando: l’11,2% dei campioni analizzati la scorsa settimana è risultato positivo e i bambini restano la fascia più colpita. Gli esperti segnalano che il virus sta circolando in anticipo e con varianti in grado di eludere l’immunità "naturale", mentre la copertura vaccinale rimane bassa
La stagione influenzale è iniziata con largo anticipo e con numeri già molto elevati: dall’inizio dell’autunno 2,1 milioni di persone hanno contratto infezioni respiratorie, secondo il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità. Oltre ai virus respiratori tipici dell’inverno, dai Rhinovirus al Sars-CoV-2, nelle ultime settimane è aumentata rapidamente la circolazione dei virus influenzali, favorita anche da una nuova variante del ceppo A/H3N2 (subclade K), che quest'anno ha anticipato la stagione di 3-4 settimane, come ha riferito di recente l'European Centre for Disease Prevention and Control.
Casi in crescita
In Italia, l’11,2% dei campioni analizzati la scorsa settimana è risultato positivo ai virus influenzali: un valore molto più alto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando livelli simili erano stati registrati solo a metà dicembre. Come nelle precedenti stagioni, anche quest'anno i bambini piccoli risultano essere i più colpiti: nella scorsa settimana hanno contratto infezioni respiratorie più di 25 piccoli ogni 1.000.
"È un virus molto furbo, muta come il Covid, e le nuove varianti riescono a evadere sia l'immunità naturale sia quella indotta dai vaccini precedenti. Quest'anno rischiamo 18-20 milioni di casi: un italiano su tre", ha avvertito Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. "I dati inglesi già parlano di un mezzo disastro: pur essendo una popolazione molto vaccinata, l'influenza è arrivata prima del previsto. Lo stesso sta accadendo un po' ovunque e ormai anche in Italia".
La copertura vaccinale resta bassa
Sul fronte della prevenzione, però, il giudizio resta negativo: "In questo Paese siamo andati indietro come i gamberi: non sappiamo fare prevenzione. Un italiano su cinque si vaccina, tra gli anziani solo uno su due, contro l'obiettivo Oms del 75%”, ha riferito Bassetti. Anche i dati provenienti dall'emisfero Sud non fanno ben sperare. I medici di famiglia, riuniti a Firenze per il congresso della Società italiana dei medici di medicina generale e delle cure primarie (Simg), hanno osservato che “Australia, Nuova Zelanda e diversi Paesi asiatici hanno registrato una stagione intensa, con una forte pressione sui servizi territoriali, che ci inducono a ribadire l'importanza della prevenzione”.
Il ruolo centrale della vaccinazione
I medici invitano a vaccinarsi, senza rimandare oltre. "Ogni punto percentuale in più di copertura vaccinale significa meno complicanze, meno ricoveri e meno pressione sugli ospedali", ha ricordato Tecla Mastronuzzi, responsabile Macroarea Prevenzione della Simg. "La vaccinazione è ancora la misura più efficace per ridurre gli esiti gravi. Inoltre, come negli scorsi, anni raccomandiamo la co-somministrazione con altre vaccinazioni contro Covid-19, Pneumococco, Virus Respiratorio Sinciziale e Herpes Zoster", ha aggiunto.
Profilassi e criticità sul virus respiratorio sinciziale
Sul fronte della protezione dal virus respiratorio sinciziale, i dati raccolti dall'Osservatorio sul virus respiratorio sinciziale di Cittadinanzattiva mostrano che la profilassi nei neonati con l'anticorpo monoclonale preventivo supera l'80%. Restano però criticità per quanto riguarda la vaccinazione delle donne in gravidanza e degli anziani. “L’Italia ha tutti gli strumenti", ma "manca ancora una visione programmatica unitaria", ha riferito Valeria Fava, coordinatrice nazionale delle politiche per la salute di Cittadinanzattiva. "La prevenzione non è una spesa, ma un investimento strategico che produce un risparmio esponenziale per il servizio sanitario nazionale", conclude.