Influenza, picco atteso dopo Natale. Gli esperti: "Si è più a rischio già dai 60 anni"
Salute e BenessereIntroduzione
Secondo i ricercatori dell'Isi Foundation - l'Istituto per l'interscambio scientifico che, su incarico dell'European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), ha coordinato la valutazione della stagione 2024-2025 delle malattie respiratorie utilizzando diversi modelli matematici - "in Italia il picco dell'influenza si prevede possa verificarsi tra la fine dell'anno e l'inizio del 2025. Ad oggi non vi sono segnali chiari che inducano a pensare a una escalation di contagi prima di Natale".
Dalle analisi dei ricercatori, "emerge un quadro legato alla diffusione dei casi simil-influenzali piuttosto disomogeneo tra l'Italia e gli altri Paesi europei. Infatti, mentre nel nostro Paese la stagione influenzale è attesa essere in linea con quella dello scorso anno, a livello europeo è previsto un carico infettivo più importante". Per il territorio italiano "le previsioni appaiono coerenti coi primi dati pubblicati dall'Istituto superiore di sanità che mostrano una diffusione attuale piuttosto limitata dei virus influenzali e più in generale delle sindromi simil-influenzali". "Va sottolineato - viene tuttavia precisato nell'analisi - che queste sono proiezioni condizionate da alcune variabili chiave, come l'efficacia del vaccino antinfluenzale, la trasmissibilità e la severità del sottotipo influenzale predominante".
Quello che devi sapere
Vaccini potenziati dai 60 anni
- E proprio sul vaccino si concentra un appello arrivato dal congresso nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg): serve anticipare già a 60 anni la somministrazione dei vaccini antinfluenzali potenziati, più protettivi, come già raccomandato per la protezione degli over 65 e dei soggetti più deboli. I geriatri, infatti, avvertono: "Si è più a rischio già dai 60 anni, con probabilità di complicanze influenzali nel 62% degli individui di questa età, soglia critica di inizio del declino del sistema immunitario come evidenziato dalla pandemia"
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Come funziona adesso
- Le raccomandazioni antinfluenzali del ministero della Salute per la stagione 2024/2025 prevedono, infatti, un'offerta vaccinale attiva e gratuita per individui di età pari o superiore a 60 anni, ma senza un'indicazione specifica per l'impiego dei vaccini potenziati per questa soglia, già ad alto rischio. Da qui il richiamo dei geriatri a una maggiore spinta alla vaccinazione per anziani e fragili, ma anche la proposta di anticipare l'età per l'utilizzo dei vaccini potenziati
I dati dall’estero
- Una richiesta di cambiamento in linea con quanto già avvenuto in Austria, Germania e Gran Bretagna, alla luce dei dati dello European Centre for Disease, Prevention and Control (Ecdc) che mostrano come in Europa nella stagione 2022/2023 i casi di influenza trattati in terapia intensiva abbiano interessato nel 42% individui dai 60 anni in su. Questa fascia, spiegano i geriatri, "è particolarmente esposta ai danni dell'influenza, con una maggiore vulnerabilità, in conseguenza del declino immunitario e ad un aumentato stato di infiammazione cronica, correlati all'età e resi evidenti dalla pandemia che ha messo in luce come le malattie infettive colpiscano pesantemente anche prima dei 60 anni"
Gli studi sull’età
- I più recenti studi scientifici, spiega Andrea Ungar, presidente della Sigg e ordinario di Geriatria all'Università di Firenze, "segnalano che il peso dell'influenza grava in modo significativo anche nella fascia 60-64 anni, poiché già a partire dai 50 l'invecchiamento si accompagna a una ridotta funzionalità del sistema immunitario, con una risposta indebolita a molti vaccini, compreso quello antinfluenzale, e ad uno stato di aumentata infiammazione, associato all'insorgenza di malattie croniche che espongono questa fascia di età a un maggior rischio di complicanze influenzali nel 62% dei casi. In altre parole a preoccupare non sono più soltanto i pazienti più anziani, ma anche quelli immediatamente più giovani, fino ad oggi in secondo piano"
I possibili miglioramenti legati ai vaccini potenziati
- "Secondo le evidenze scientifiche gli anziani che ricevono i vaccini potenziati, cioè contenenti un adiuvante o a dosaggio maggiore, hanno una migliore risposta immunitaria - sottolinea anche Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell'Invecchiamento Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma - È chiaro che vada vaccinata in primis la popolazione over 65 e i pazienti fragili giovani, che contano tassi di incidenza maggiori di influenza stagionale, ma questa malattia è di fatto sostenuta in tutto il resto della popolazione e in particolare a partire dai sessantenni che rappresentano una percentuale significativa del numero totale dei casi. Pertanto questa fascia di età dovrebbe essere considerata una categoria di rischio riconosciuta e l'immunizzazione con vaccini potenziati costituirebbe una ingente forma di risparmio in termini di accessi al pronto soccorso, ricoveri e assenteismo dal lavoro"
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